Chat grilline di fuoco: “Pd vuole mandarci al 2%, andasse a fan….”. Ma Conte al momento tace

(adnkronos.com) – Le agenzie con l’affondo di Dario Franceschini – che invita il M5S a restare al suo posto nel governo o l’alleanza alle politiche del 2023 andrà a farsi benedire – manda in fibrillazioni le chat grilline, con parlamentari sul piede di guerra ma anche i vertici pentastellati col fumo negli occhi. Le parole del responsabile della Cultura rimbalzano tra i 5 Stelle, alla vigilia del Consiglio nazionale che dovrà decidere la linea da tenere e l’incontro chiarificatore, nel pomeriggio, tra il premier Mario Draghi e il leader pentastellato Giuseppe Conte. Che al momento tace coi suoi sulle parole di Franceschini, non reperibile telefonicamente, racconta chi ha provato a contattarlo in queste ore.

Ma le chat interne, visionate dall’Adnkronos, si infiammano per le parole del ministro. “Il Pd vuole mandarci al 2%, ma andasse a fan….“, scrive un big del Movimento in una chat interna. Mentre nelle chat dei parlamentari c’è chi si spinge a dire “che il Pd ci sta minacciando, e questo davvero non possiamo tollerarlo“.

Intanto l’attenzione è tutta catalizzata sui due appuntamenti in agenda domani, non solo il faccia a faccia Draghi-Conte ma anche il Consiglio nazionale. Da dove, è l’auspicio degli eletti, dovrà uscire un documento con richieste chiare e forti da sottoporre al premier, anche se è preoccupazione diffusa, a guardare le chat, che “la montagna partorisca il topolino”, come temono diversi deputati e senatori. Non solo. Il Consiglio nazionale domani si annuncia difficile, perché all’interno dell’organo voluto da Conte convivono anime diverse: in estrema sintesi, una governista e l’altra pronta ad abbandonare la nave dell’esecutivo. Mentre sul caos aleggia il timore di nuovi addii, “perché che si resti o ci si sfili, comunque in molti resteranno delusi”, è il ragionamento di diversi big.

Governo, Franceschini: “Se M5S si sfila stop alleanza per 2023”

“Se ci sarà una rottura o una distinzione – perché un appoggio esterno è una rottura – per noi porterà alla fine del governo”

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(adnkronos.com) – “Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione – perché un appoggio esterno è una rottura – per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale”. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini, chiudendo l’incontro nazionale di AreaDem a Cortona. “Servono generosità ed elasticità” nell’incontro di domani tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte, che “hanno in mano il destino della prossima legislatura”, ha detto ancora.

M5S e governo, “Draghi aperto a ascolto, ma agenda non cambia”

Lo racconta all’Adnkronos chi lo ha sentito a poche ore dal faccia a faccia chiarificatore con Conte

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(adnkronos.com) – “L’agenda di governo è quella e certo non cambia in relazione a un incontro”. Da parte del premier Mario Draghi, racconta all’Adnkronos chi lo ha sentito a poche ore dal faccia a faccia chiarificatore con il leader del M5S Giuseppe Conte, “c’è ascolto e massima attenzione” ai temi del Movimento come a quelli di altre forze politiche, ma “l’agenda resta la stessa e le sfide che attendono il governo non possono essere eluse, anche alla luce del Pnrr”, il ragionamento del presidente del Consiglio, che sta trascorrendo il weekend nella residenza di Città della Pieve. A tutti coloro che lo hanno sentito Draghi ha ribadito con forza, viene inoltre raccontato, che “mai ha detto” le parole che gli sono state attribuite dal sociologo Domenico De Masi, ovvero di volere Conte fuori dalla guida del Movimento. Una certezza che domani il premier ribadirà al leader pentastellato.

M5S, “sondaggio interno”: per 1 sostenitore su 2 meglio al voto senza alleanze

Solo il 20% attivisti abolirebbe la regola dei 2 mandati, oltre un terzo favorevole ad eccezioni

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E’ un sondaggio riservato, realizzato da Swg per uso interno, anche per sondare gli umori dopo la scissione consumatasi con l’addio di Luigi Di Maio. Dopo l’avvertimento di Dario Franceschini al M5S -stop all’alleanza nel 2023 se il M5S dovesse sfilarsi dal governo- rimbalza tra i 5 Stelle un dato emerso da quel sondaggio che doveva restare interno ma ha preso a circolare in alcune chat pentastellate visionate dall’Adnkronos: metà dei sostenitori del M5S preferirebbe che il Movimento si presentasse da solo alle elezioni, senza alcuna alleanza, rispolverando un vecchio credo di Gianroberto Casaleggio. Un sostenitore su tre, però, vorrebbe il M5S in alleanza con i dem, mentre solo una manciata di punti percentuali di potenziali elettori pentastellati ambirebbe a un matrimonio col centrodestra.

Nel sondaggio in questione la base grillina è stata sondata anche sulla regola aurea dei due mandati, difesa a spada tratta da Beppe Grillo la scorsa settimana. Ebbene, soltanto il 20% degli elettori M5S la abolirebbe, mentre per il 35% va tenuta così com’è. Per oltre un terzo, tuttavia, sarebbero accettabili eccezioni. Un dato, quest’ultimo, che ha sorpreso e che starebbe convincendo i vertici, compreso il leader Giuseppe Conte, ad aprire al voto su una possibile ‘micro deroga’ che salvi una manciata di fedelissimi, riferiscono fonti qualificate.