È l’atto finale di una rapida e straordinaria svolta nel sentimento collettivo della grande stampa italiana, passata in pochi anni dall’ironia crassa sul Di Maio “bibitaro” all’apprezzamento della sua misura e dello “standing” istituzionale. […]

(Tommaso Rodano – Il Fatto Quotidiano) – È l’atto finale di una rapida e straordinaria svolta nel sentimento collettivo della grande stampa italiana, passata in pochi anni dall’ironia crassa sul Di Maio “bibitaro” all’apprezzamento della sua misura e dello “standing” istituzionale. Ieri la rottura definitiva con Giuseppe Conte è stata salutata con ovvia e nemmeno tanto celata soddisfazione.

Liberatorio il titolone del Corriere della Sera: “Terremoto nei 5Stelle. La scissione di Di Maio: ‘Basta populismi’”. L’attacco dell’articolo mescola dettagli vezzeggiativi e ironia sorniona, sottintende autentico godimento: “Sfoggia una cravatta azzurrina in perfetto stile draghiano e, forse come estrema sfida, una di quelle pochette che tanto piacciono a Giuseppe Conte, al quale ha appena portato via un quarto di M5S. Ed è con evidente perfidia che il ministro degli Esteri (…) si riprende quel che ritiene suo”. Fabrizio Roncone, sempre sul Corsera, è ironico ma sincero: “Il botto dei 5Stelle diffonde un certo, innegabile buonumore”, mentre si coglie una nota di affettuosa indulgenza per Di Maio, “colpevole di essersi indignato per tanta ostilità nei confronti del governo” e “sottoposto a brutale processo dal tribunale contiano”.

Repubblica non è da meno, in quanto a titoli enfatici: “Di Maio via dai 5S, in 60 con lui. ‘Io dalla parte giusta della Storia’”. C’è un’intervista alla transfuga Carla Ruocco, che spiega la fine del Movimento così: “Alcuni di noi si sono evoluti. Non vale più l’uno vale uno”. L’editoriale di Francesco Bei sancisce la “mesta parabola del populismo” e demolisce Conte, “messia del bi-populismo italiano”. La Stampa ne è certa: “L’asse tra il premier e il ministro degli Esteri, elemento insostituibile nel pieno della crisi ucraina, ha messo all’angolo Giuseppe Conte”. Carla Ruocco fa il bis, parla praticamente a Gedi unificati: Di Maio è “velocissimo, molto comunicativo, incredibilmente intelligente”. Mica cavoli.