(Bartolomeo Prinzivalli) – È così bello essere sempre, sempre, sempre dalla parte giusta, nella fazione dei buoni a prescindere, degli eroi senza macchia né paura che lottano strenuamente contro il male, non lasciando spazio a tentennamenti o riflessioni di sorta. La visita dei tre grandi leader europei a Kiev è un sogno che si realizza, e la stretta di mano fra Draghi e Zelensky, prolungata e calorosissima tanto da rendere al confronto l’afa di questi giorni (senza condizionatore poiché siamo pacifisti) un refolo appena tiepido, riempie tutti noi d’orgoglio, soprattutto le nostre tasche svuotate da bollette levitate del 140%, carburanti divenuti beni di lusso e materie prime inacquistabili. Forse un giorno l’orgoglio diverrà moneta di scambio e saremo ricchissimi, nel frattempo meglio tirare la cinghia in vista di sempre più probabili razionamenti.

L’Ucraina era un paese da sogno che viveva felice ed ignaro di cosa significassero le parole povertà e disuguaglianza, purtroppo un giorno è stato invaso senza alcun motivo da un orco pazzo e moribondo, forse invidioso di cotanta positività e spensieratezza.

Il male esiste su questa terra, ci sono popoli cattivi perché nascono così, ci sono dittatori sanguinari che godono del dolore altrui e vivono per seminare terrore e pestilenze; essi si affidano a spie e collaboratori che cercano di seminare zizzania fra i giusti, per fortuna alcuni impavidi nei servizi segreti li stanano tramite dossier che giornalisti ligi schiaffano in prima pagina; c’è addirittura un Papa malvagio, corrotto dai rubli, ad insinuare dubbi su situazioni un tantino più complesse della contrapposizione fra bene e male, su interessi oscuri e secondi fini neanche tanto celati. Per fortuna a noi le favole piacciono troppo e non ci facciamo abbindolare da tali tentatori.

Sì, l’Ucraina vincerà ricevendo armi pesanti per la pace, riconquistando Donbass, Crimea e pure Mosca se le avanza tempo; la Russia pagherà tutti i danni, ma non in rubli. Ne sono convinti i tre leader pendolari, quindi pure noi, nonostante l’orco dica che l’Europa sia piegata al volere americano quando invece è solo una coincidenza che i tre ripetano a pappagallo gli sproloqui di Biden (l’eroe per eccellenza, tra l’altro).

“L’Italia vuole l’Ucraina in Europa”, in effetti è il primo pensiero che ci sovviene al mattino, e lui lo dice come se leggesse nella testa di ognuno di noi, anzi, come se ce l’avesse proprio scritto.

L’aggressore, l’aggredito e l’aggregato, attori fondamentali per l’efficacia di un buon racconto; l’orco corroso dalla malattia, l’impavido influencer ed il drago gentile dal fuoco taumaturgico che tanto bene ha fatto ai greci, ciascuno col ruolo assegnato da interpretare proprio malgrado. Che fortuna essere capitati nella fazione giusta, sollevati per trovarci in buone mani, in buoni artigli.

D’altro canto le favole servono a far addormentare i bambini, perché non capiscano che il mondo è un po’ più complicato della suddivisione in due categorie, di un libro illustrato da colorare lungo i bordi.

E allora buona notte italiani…