È per me una gioia sapere che gli studenti universitari e delle scuole superiori siano tra i lettori di questa rubrica. Questi giovani lettori mi chiedono di indicare i libri più belli che abbia letto sulle cause della guerra. Sono lieto di rispondere citando alcuni capolavori su questa tragica materia […]

(di Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano) – È per me una gioia sapere che gli studenti universitari e delle scuole superiori siano tra i lettori di questa rubrica. Questi giovani lettori mi chiedono di indicare i libri più belli che abbia letto sulle cause della guerra. Sono lieto di rispondere citando alcuni capolavori su questa tragica materia. Siccome una rassegna bibliografica prende spazio, devo andare dritto al punto, che è innanzitutto un punto pedagogico. Le cause della guerra possono essere studiate da molte prospettive disciplinari diverse. Non è vero che soltanto i professori di relazioni internazionali possano pronunciarsi autorevolmente su questo fenomeno multiforme. Anzi, in molti casi, non sono i professori di relazioni internazionali ad avere scritto le opere più importanti sulle guerre. Le cause della guerra possono essere studiate da un punto di vista antropologico, sociologico, filosofico, economico. Sono davvero tante le discipline di cui abbiamo bisogno per ampliare le nostre conoscenze in materia. Essendo un fenomeno complesso, è comprensibile che la guerra richieda un approccio multidisciplinare. Prima di procedere con l’indicazione dei libri, vorrei dire due parole sull’opera di John Vasquez, War Puzzle, perché credo che illumini ciò che sta accadendo in Ucraina e ciò che potrebbe accadere domani con la Finlandia nella Nato. John Vasquez ha spiegato che le guerre scoppiano per un insieme di fattori concomitanti, tra cui l’assenza di istituzioni internazionali capaci di comporre le dispute territoriali, soprattutto tra vicini, e la scelta degli Stati di risolvere tali dispute attraverso soluzioni unilaterali guidate dalla politica di potenza. Questi elementi del puzzle si trovano anche nell’invasione russa dell’Ucraina. Le istituzioni internazionali non sono riuscite a fare rispettare gli accordi di Minsk e la Russia ha finito per affrontare la disputa territoriale nel Donbass con una mossa unilaterale ispirata dalla logica della politica di potenza. L’ingresso della Finlandia nella Nato potrebbe creare un “puzzle” simile a quello che stiamo vivendo oggi in Ucraina e che abbiamo vissuto in Georgia nel 2008. Procedo per punti: 1) nuove tensioni tra Stati vicini; 2) incapacità dell’Onu di mediare il conflitto; 3) decisione della Russia di risolvere il problema con la forza. Se analizziamo la seconda guerra nel Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian (27 settembre-10 novembre 2020), notiamo che il “puzzle” di Vasquez si è ripresentato. Il conflitto è stato vinto dall’Azerbaigian, anche se l’Armenia mantiene il controllo di Stepanakert, capitale della regione, protetta dall’esercito russo in missione di pace. Ecco alcuni lavori fondamentali sulle cause delle guerre. La mancanza di spazio mi consente di citare un numero molto limitato di contributi importanti senza indicare l’editore: Stephen Van Evera, Causes of War: Power and the Roots of Conflict; Bruce Bueno de Mesquita, The War Trap; Joshua Goldstein, Long Cycles. Prosperity and War in the Modern Age, New Haven; Robert Gilpin, Guerra e mutamento nella politica internazionale; Kalevi J. Holsti, Peace and War: Armed Conflicts and International Order 1648-1989; Bruce Bueno de Mesquita e David Lalman, War and Reason. Domestic and International Imperatives; Luciano Pellicani, Il dono o la guerra, in Id., Dalla società chiusa alla società aperta; Claudio Cioffi-Revilla, Origins and Evolution of War and Politics; Robert Jervis, Perception and Misperception in International Politics; Mary Kaldor, Le nuove guerre. La violenza organizzata nell’età globale; John Mearsheimer, La tragedia delle grandi potenze; Graham Allison, Destinati alla guerra.