Antiamericanismo: ecco la nuova arma letale per zittire sui giornali e nei dibattiti in tv chiunque osi esprimere perfino il dubbio più cauto sull’esistenza di interessi bellici comuni tra Unione europea e Usa, a 80 giorni dall’inizio di una guerra senza apparenti sbocchi militari o reali possibilità di tregua […]

(ANTONIO PADELLARO – Il Fatto Quotidiano) – “Siamo gli unici che usiamo la guerra per regolare i nostri conti”. Enrico Mentana. Antiamericanismo: ecco la nuova arma letale per zittire sui giornali e nei dibattiti in tv chiunque osi esprimere perfino il dubbio più cauto sull’esistenza di interessi bellici comuni tra Unione europea e Usa, a 80 giorni dall’inizio di una guerra senza apparenti sbocchi militari o reali possibilità di tregua. Tempo impiegato in Italia a fare terra bruciata anche riguardo al più sobrio tentativo di dissenso rispetto alla linea Nato-Stoltenberg (con ripetute minacce da dottor Stranamore), attraverso le ripetute accuse di putinismo, populismo e parlamentarismo (chiunque osi chiedere un voto in Parlamento sui nuovi invii di armi pesanti all’Ucraina). Dopo le tre P, essere indicati come “antiamericani”, e quindi come oggettivamente filoputiniani (e chissà forse anche al soldo di Mosca, in base all’indagine Copasir), è l’ultima trovata per “regolare i conti” nel nostro cortiletto di casa. Nelle periodiche polemiche da apericena colpiscono in particolare due curiosità. Il grande rilievo che viene dato ai Vito Pretocelli (il pentastellato, fan di Mad-Vlad cacciato dalla Commissione esteri del Senato) e al manipolo degli stalinisti di Zagarolo, che con altri squinternati festeggiano con la Z l’aggressione russa: in entrambi i casi un evidente pericolo incombente per i valori dell’Occidente. Mentre di ciò che pensano, non i cartoni animati ma le persone reali, i cittadini, la “gente” (per dirla con Mario Draghi al cospetto di Joe Biden) non frega niente a nessuno nel corso dei regolamenti di conti sui giornali e in tv. Quando possono dire la loro (nei dibattiti pubblici a cui capita di partecipare) vengono fuori tutte le paure di un’umanità che si sente usata e sballottata per principi che condivide ma non fino al punto di immaginare un futuro di patimenti, miseria e catastrofi nucleari. Giorni fa, davanti al Senato di Washington la direttrice della Cia, Avril Haines, ha ammesso l’“ambiguità” della posizione Usa che “vuole appoggiare l’Ucraina ma non arrivare alla Terza guerra mondiale”. Non essere in grado di controllare l’escalation continuando a danzare sull’orlo del conflitto nucleare: esattamente ciò che temono le persone reali, ma almeno la Cia non sarà accusata di antiamericanismo.