Denazificazione dell’Ucraina, accuse alla Nato, Donbass e Crimea territori russi, russofobia Occidentale: le parole dello “Zar” in occasione della parata militare del 9 maggio a Mosca.

(tag43.it) – Era grande l’attesa per il 9 maggio, giorno in cui la Federazione Russa celebra con una grande parata militare a Mosca la “Den Pobedi”, ovvero la Giornata della Vittoria, in memoria della capitolazione della Germania nazista. La sfilata, con il conflitto in corso in Ucraina, assumeva nel 2022 un significato particolare. Alla fine Vladimir Putin non ha né dichiarato guerra all’Ucraina, annunciato un’offensiva su larga scala nel Paese invaso il 24 febbraio, né annesso unilateralmente le repubbliche repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Ecco cosa ha detto il presidente russo.

Putin, le accuse alla Nato e l’attacco preventivo all’Ucraina

Il presidente della Federazione Russa ha definito la cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina «preventiva, necessaria e giusta», in quanto «alla fine dello scorso anno l’Occidente stava apertamente preparando un attacco al Donbass e alla Crimea», che Putin considera territori russi. Kyiv, ha detto lo “zar”, stava chiedendo armi nucleari alla Nato, creando «una minaccia inaccettabile proprio al confine». Il presidente russo ha poi affermato di aver chiesto ai Paesi Nato una accordo sulle garanzie di sicurezza, ma di non essere stato ascoltato.

9 maggio, cosa ha detto Vladimir Putin nel Giorno della Vittoria, durante la parata militare di Mosca.
Vladimir Putin sul maxischermo allestito sulla Piazza Rossa (KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP via Getty Images)

Putin, avanti con la retorica della denazificazione

Il presidente russo si è quindi rivolto alle truppe che stanno combattendo in Ucraina, continuando con la retorica della denazificazione, in un parallelo con la Seconda guerra mondiale: «Oggi i nostri soldati, come i loro antenati, stanno combattendo fianco a fianco per la liberazione della loro terra natale dalla feccia nazista, con la certezza che, come nel 1945, la vittoria sarà nostra». Dopo aver rivolto un pensiero ai soldati morti e feriti in Ucraina, assicurando «un supporto speciale ai figli», Putin ha poi detto di continuare a combattere «per la sicurezza della patria e per il futuro», in cui «non ci sarà posto nel mondo per i criminali nazisti».

9 maggio, cosa ha detto Vladimir Putin nel Giorno della Vittoria, durante la parata militare di Mosca.
Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa (ANTON NOVODEREZHKIN/SPUTNIK/AFP via Getty Images)

Putin, dito puntato contro la russofobia dell’Occidente

Dalla tribuna in Piazza Rossa, Putin ha poi puntato il dito contro la propaganda anti-russa dell’Occidente: «A quanto pare hanno deciso di cancellare valori millenari. Tale degrado morale è diventato la base per ciniche falsificazioni della storia della Seconda guerra mondiale, incitando alla russofobia, elogiando i traditori, deridendo la memoria delle vittime, cancellando il coraggio di coloro che hanno ottenuto la vittoria». Pur critico nei confronti dell’Occidente, Putin ha teso la mano «ai veterani americani che volevano partecipare alla parata a Mosca», ai quali «è stato effettivamente vietato di farlo». E non solo: «Onoriamo tutti i soldati degli eserciti alleati: americani, britannici, francesi, membri della resistenza, soldati coraggiosi e partigiani della Cina, tutti coloro che hanno sconfitto il nazismo e il militarismo».