(Roberta Labonia) – E due. Quando 2 giorni fa un aereo russo ha violato lo spazio aereo svedese, ho pensato fosse un atto intimidatorio di Putin per far desistere la Svezia dall’entrare nella Nato, ieri però un aereo, sempre russo, ha violato un altro spazio aereo, quello danese. E La Danimarca è un Paese Nato, anzi ne è stato uno dei soci fondatori.

Ergo, siccome è da stupidi derubricare questi due episodi ad “incidenti”, quello che ne deduco è che l’autocrate russo stia inviando dei “pizzini” intimidatori a noi occidentali.

Diventa sempre più necessario, prima che la situazione degeneri definitivamente verso l’irreparabile (terza guerra mondiale, con o senza nucleare), riprendere la via dei negoziati; lo stesso Zelensky ora, ad oltre 2 mesi dall’inizio del conflitto, davanti alla crescente devastazione del paese che governa e al martirio che sta subendo la sua popolazione, in questi giorni è tornato ad invocarli: “sono disponibile a parlare con Putin”, ha detto, ma purtroppo per lui (e per noi europei), è tenuto per le palle da due “angeli custodi” che mal lo consigliano e mal lo manovrano.

Parlo dell’americano Biden e del di lui clone, il “piccolo Biden”, ovvero il britannico Johnson. Entrambi hanno un solo interesse dichiarato: rafforzare l’Ucraina, che peraltro non ha alcuna possibilità di prevalere sul gigante russo, imbottendola di armi con lo scopo finale di far durare la guerra per indebolire Putin sia sotto il profilo militare che, attraverso le sanzioni, la sua potenza economica e finanziaria: non si dimentichi che il dollaro, moneta di riserva per eccellenza di Stati e banche di tutto il mondo, negli ultimi anni è in lento ma inesorabile declino. Attraverso il conflitto ucraino gli americani (e il loro vassallo inglese), devono, a tutti i costi, ristabilire la loro egemonia: quella che stanno combattendo per procura è la loro “guerra santa”. E stavolta mirano al bersaglio grosso: Putin, il nemico storico, il leader ultraventennale di una superpotenza unica in grado di coaugulare attono a se pezzi da 90 come la Cina, l’India, la Turchia, il Brasile. Un blocco contrapposto all’Occidente che insieme alle sue aree di influenza, governa i tre quarti della popolazione mondiale: su 7 miliardi degli abitanti della Terra, solo 1,5 vivono nel cosidetto Occidente. Il resto, 5,5 miliardi di persone, è gente fino a ieri tenuta sotto botta dal neo liberismo e dai signori del capitale occidentali. Non vedono l’ora di rifarsi.

Ecco perché l’America ha perso i suoi freni inibitori, ecco perché l’America boicotta sul nascere qualsiasi tentativo di aprire un negoziato. Ieri abbiamo assistito all’ultima provocazione : Putin ha accettato l’invito a partecipare al G2O che prossimamente si terrà in Indonesia, ma Biden ha gelato tutti: “non lo vogliamo”.

A costui dell’Ucraina (e della sua popolazione), non frega una mazza, è solo un mezzo per raggiungere i suoi fini. Così come a Biden non frega una mazza di trascinare gli europei in guerra a casa loro dopo 80 anni di pace o, nel migliore dei casi, condurli nel baratro di una recessione senza precedenti (anche sotto questo aspetto, più l’Europa si indebolisce, più gli USA ci guadagnano).

Inutile sperare in un moto d’orgoglio del banchiere italiano Draghi: lui continuerà ad eseguire servilmente gli ordini della Casa Bianca. Una reazione la invochiamo da Germania e Francia. Ma presto, altrimenti siamo fottuti.