Apprendiamo dal segretario alla Difesa, Lloyd Austin, che lo scopo di guerra Usa è far vincere gli ucraini fornendo loro tutte le armi che servono ma, soprattutto, fare sì che la Russia sia così “indebolita” da non potere […]

(Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Apprendiamo dal segretario alla Difesa, Lloyd Austin, che lo scopo di guerra Usa è far vincere gli ucraini fornendo loro tutte le armi che servono ma, soprattutto, fare sì che la Russia sia così “indebolita” da non potere lanciare più nuove guerre. Apprendiamo dal ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, che il “terzo conflitto mondiale è un pericolo reale”. Apprendiamo che, secondo Londra, “Kiev può colpire la Russia con le nostre armi”. E che Mosca replica: “Noi possiamo colpire i Paesi Nato”. Mentre veniamo a conoscenza di tutte queste parole armate fino ai denti, sappiamo che i missili russi sorvolano la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Proviamo a incrociare queste notizie e sentiremo forte e chiara la sirena dell’allarme rosso sul futuro dell’umanità. Oltre al pericolo di un’immane catastrofe nel quinto complesso atomico al mondo possiamo affermare che tutto, ma proprio tutto, sembra essere andato ormai fuori controllo. Lo è la strategia di Vladimir Putin la cui “operazione militare speciale” che doveva durare al massimo un paio di settimane, dopo 62 giorni si è come infilata in un gigantesco buco nero dentro il quale sembra arrancare come priva di orientamento. E siamo sicuri che lo sappiano in quale incubo ci stanno facendo piombare i Paesi Nato riuniti a Ramstein per concordare l’allargamento della guerra contro lo Zar, costi quel che costi? A questo punto sì, che la cosa ci riguarda tutti quanti molto da vicino, e non soltanto perché le condizioni iniziali dell’intervento italiano furono decise in un contesto totalmente diverso da quello odierno. Alla luce, plumbea, degli ultimi annunci, infatti, non è più accettabile che il nostro Paese proceda come se niente fosse senza interpellare immediatamente il Parlamento. Primo, per ascoltare il presidente del Consiglio in merito ai reali obiettivi militari sui quali si intende impegnare l’Italia da qui in avanti. Esistono nuove regole d’ingaggio Nato? Il rinnovato invio massiccio di armi pesanti a Kiev dovrà ancora servire per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione? Oppure è scattato il piano B e attraverso l’Ucraina (la guerra per procura) si vuole colpire al cuore il regime putiniano e indebolire per sempre il sistema militare della Federazione Russa (dottrina Biden)? Non sono dettagli e su questi interrogativi le forze politiche – in rappresentanza del popolo italiano fin qui spettatore attonito – dovranno pronunciarsi in maniera esplicita e responsabile. Invece di perdersi dietro le gazzarre di piazza e le risse da cortile, così si comporta una democrazia consapevole del rischio mortale che si sta correndo.