Quando Volodymyr Zelensky, rivolto al Consiglio di sicurezza, chiede di rimuovere la Russia e il suo potere di veto, “o altrimenti scioglietevi del tutto”, intercetta un giudizio fortemente negativo sul ruolo delle Nazioni Unite […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Quando Volodymyr Zelensky, rivolto al Consiglio di sicurezza, chiede di rimuovere la Russia e il suo potere di veto, “o altrimenti scioglietevi del tutto”, intercetta un giudizio fortemente negativo sul ruolo delle Nazioni Unite, che si conferma un costosissimo ente inutile (più di 3 miliardi di dollari l’anno). Critiche che perfino Papa Francesco ha fatto sue parlando di “impotenza” dell’Onu rispetto all’aggressione di Mosca (dal 1945 gli interessi di uno dei 5 membri permanenti solo in sette casi hanno consentito l’uso della forza). Nello stesso tempo il presidente ucraino non fa che ribadire con la nota forza dialettica un protagonismo politico assoluto che consiste nel cazziare un giorno sì e l’altro pure i Parlamenti e i governi di mezzo mondo, la Nato, l’Unione europea, l’Onu (e chissà quanti altri santuari internazionali ancora). Sempre brandendo un argomento moralmente decisivo: io e il mio popolo siamo qui sotto le bombe vittime della brutalità del macellaio e voi che diamine fate? Decisamente non è più lo stesso Zelensky a cui il 26 febbraio scorso Joe Biden offriva un elicottero per scappare da Kiev minacciata dall’avanzata russa, perché in quel momento (anche se nessuno lo ammetterà mai) la resa avrebbe tolto le castagne dal fuoco a molti da questa parte del fronte. Visto che per Parigi, Londra, Berlino, Roma i costi salatissimi di una lunga guerra non erano esattamente una priorità. Già dalla rispostaccia data dall’ex comico, che non fa ridere, al protettore Usa (“non ho bisogno di un passaggio, ma di munizioni”) si era capito che gli eventi avrebbero preso rapidamente una piega non gradita, che avrebbero sottratto la guerra e la pace al diretto controllo dei cosiddetti Grandi dell’Occidente. Infatti, oggi, al sostanziale congelamento del conflitto sul terreno (una risacca da cui le indicibili atrocità riemergono come i relitti del Male) sembra corrispondere un analogo impantanamento dei governi Macron, Scholz, Johnson, Draghi che, letteralmente, non sanno più che pesci prendere. Hanno l’aria abbastanza frustrata di chi vive alla giornata, senza uno straccio di strategia comune, che non sia quella dei vibranti proclami e delle sanzioni che al momento non sanzionano abbastanza. Cosicché, mentre Putin e Zelensky giocano la loro partita, e Washington la sua, le 27 stelle dell’Ue stanno a guardare.