Le carovane politiche di Salvini, Alemanno, Razzi e truppe renziane. La spedizione del leghista si è risolta in una figuraccia internazionale, ma non ha scoraggiato numerosi suoi epigoni, che hanno voluto portare fisicamente (e pubblicamente) la propria solidarietà. […]

(DI TOMMASO RODANO – Il Fatto Quotidiano) – La spedizione del leghista si è risolta in una figuraccia internazionale, ma non ha scoraggiato numerosi suoi epigoni, che hanno voluto portare fisicamente (e pubblicamente) la propria solidarietà.
Dai profughi ucraini ci sono andati gli stessi che hanno affidato le proprie carriere alle campagne contro i migranti (oltre a Salvini anche Gianni Alemanno, tornato a Roma insieme a 49 rifugiati) e persino l’icona vivente della politica che si fa li cazzi sua, il mitologico Antonio Razzi. C’è andata, soprattutto, Italia Viva. Non al completo, perché Matteo Renzi era in Arabia Saudita a vedere la Formula 1, ma quasi. Il partito che odia i sussidi di Stato, che educa i giovani “a soffrire”, che mostra il volto truce a chi prende il Reddito di cittadinanza, ha mostrato il suo grande cuore europeo. Ettore Rosato, Teresa Bellanova, Nicola Danti, Laura Garavini e Massimo Ungaro si sono imbarcati in una missione che ha lambito il confine ucraino in Romania e poi in Moldavia. “In punta di piedi, senza fanfare” (parole dello spin doctor Alessio De Giorgi), il viaggio è stato raccontato però con estrema dovizia di contenuti sui canali di partito.
È difficile fare beneficenza togliendosi dal centro della telecamera e infatti Italia Viva non c’è riuscita. Dai video di Rosato e Bellanova con espressioni sofferte e sottofondo struggente di pianoforte, alle foto dei bambini condivise senza pudore, agli interventi su Radio Leopolda ad altissimo tasso retorico, il viaggio dei renziani ha goduto di una (auto) esposizione straordinaria. Con momenti davvero alti.
Bellanova sa dosare il registro tipico, quello aggressivo contro le anime belle che dicono no alle armi dalle loro case “belle calde”, e un secondo dopo scoprire la voce incrinata dalla commozione: “Arrivi su quel ponte e capisci la malvagità della guerra, cosa significa un sorriso triste, vite spezzate, donne, bambine, bambini, persone che hanno lasciato gli affetti più cari”.
Strada facendo, Iv ha coltivato pure una missione politica: portare in Europa la Repubblica Moldova. Dopo 20 anni di governi filorussi, ai renziani sono bastati tre giorni per capire che il cuore della nazione – 2 milioni e mezzo di abitanti – batte per l’Occidente: “In Moldova c’è voglia di europeismo”, sancisce Rosato. E Danti: “Non si entra in Europa dalla mattina alla sera, ma loro vogliono iniziare questo percorso. È una legittima aspirazione che noi dobbiamo sostenere”. Italia Viva apre il fronte moldavo.