
(Alessandro Di Battista) – Draghi ha parlato. O meglio, ha obbedito. La NATO da anni chiedeva l’aumento delle spese militari italiane fino al 2% del Pil e finalmente ha ottenuto il risultato. C’è voluto un Presidente del Consiglio “non-politico”, un tecnico vicino a Wall Street che non si è mai misurato con il consenso. Un ottimo amico di Larry Fink, numero uno di Blackrock, il maxi-fondo di investimento USA che ha azioni su azioni delle principali industrie belliche del pianeta.
C’è voluto un governo che un anno fa ho definito “dell’assembramento” sostenendo che avrebbe ucciso la politica. E così è stato. Un’accozzaglia di partiti al governo tenuti in piedi dal rischio di andare a casa che hanno digerito la qualunque, le riforme salva-ladri, gli avversari del carcere duro per i mafiosi al Dap, i ristori irrisori per le vittime della pandemia economica e sociale, il GP per i lavoratori ed ora pure l’aumento delle spese militari di 13 miliardi di euro all’anno. Più o meno il doppio di quel che investe l’Italia nelle università statali.
Complimenti a chi tace e acconsente, a chi viola il programma elettorale con il quale è stato eletto, a chi si vergogna di dire di essere un parlamentare, a chi va contro l’etica, la Costituzione, il presente.
Nell’era dei migliori è sparita la Politica con la P maiuscola. E’ sparita la lotta alla mafia (ascoltate quel che dice Gratteri). Sono spariti gli imprenditori costretti a chiedere un prestito agli strozzini divenuti fantasmi dei quali nessuno parla. Non si parla più di conflitti di interessi, di accentramento del potere mediatico. Neppure la transizione ecologica è restata di moda. Ora c’è il carbone, ci sono le trivellazioni, ci sono le armi. Armi, armi e ancora armi. Santa guerra per qualcuno. Benvenuta guerra per chi si arricchisce. E la terra piange sangue e lacrime.
Nell’era dei cambiamenti climatici, dei migranti climatici, dei profughi da bombe, l’Italia, il Paese che dovrebbe ripudiare la guerra, aumenta in modo smisurato le proprie spese militari. Lo fa senza alcun dibattito pubblico, lo fa contravvenendo il volere della maggioranza dei cittadini, lo fa mentre Papa Francesco grida allo scandalo senza essere ascoltato.
Lo fa per la pavidità dei politici, per l’assenza di voci di dissenso capaci di ignorare critiche e delegittimazione quotidiane (a me non sapete cosa arriva addosso quando parlo di Nato, Palestina, gruppo Gedi, Elkann e Agnelli, capitalismo finanziario, Blackrock etc ma vado avanti) lo fa anche per via di una pubblica opinione distratta (in parte comprensibilmente visti i drammi che stanno vivendo milioni di italiani) che non comprende che missili in più sono posti letto in meno negli ospedali, asili nido che non si costruiscono, bonifiche che non si fanno, poliziotti e carabinieri non assunti.
La NATO ha parlato ed il governo più “atlantista” della storia si è messo sull’attenti pancia in dentro, petto in fuori, portafoglio gonfio da stipendi faraonici e dignità sparita.
Putin incarica la banca centrale di farsi pagare in rubli tutto il gas ed il petrolio
E il genio italico risponde così; mia opinione è di pagare in euro, farsi pagare in rubli sarebbe un modo per aggirare le sanzioni, quindi penso che continueremo a pagare in euro”, ha detto poco fa Francesco Giavazzi, consigliere economico del premier Draghi.
Ahahahah ahahah ahahahah ahahah
Se non sono idioti non li vogliamo.
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Ma da che parte stai, testa di caxxo?
Ah già. Sei un Kremlin troll.
Vai, continua cosi: zucche senza semi, bibitaro, Giuseppi pidiota, ameri cani…
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Da quando in qua dire che un politico, o, nel caso specificare un consigliere economico di Draghi, che fa una gaffe(o chiamala pure figura di merda)pagato profumatamente coi soldi delle nostre tasse, quindi di sicuro i miei(non so se pure i tuoi) ed è una gran testa di cazzo significa essere un “Kremlin troll”?
Muoio dalla curiosità
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Tuttoquasto è semplicemente una zucca senza semi riempita di m€rda,
Definirlo cerebroleso vorrebbe ammettere che potrebbe essere in possesso di un cervello
Ma così non è, solo una zucca senza semi e il suo commento delle 19,49 lo conferma senza ombra di smentita.
Una nullità.
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Sempre meglio di un Bidentroll .
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@Martello
Ma quale gaffe, COGLION3?
Lo dico anche a te.
Ma tu, Kremlin troll, da che parte stai?
Dalla parte delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese italiane, o dalla parte dello spacciatore ricattatore assassino seriale criminale di guerra Vlad Putin?
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Non te la prendere Empio, puoi sempre usare la battuta della pattumiera per tirarti su di morale…
Su con la vita!
PS: dai che tra un po’ arriva la quarta dose…
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Vogliono che chiuda i rubinetti o non hanno capito come funziona :se ti vendo una merce me la paghi con la moneta che decido io altrimenti lo scambio salta e la merce resta a casa .
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@cesare
Esistono i contratti, come ha già detto il governo tedesco. Mentre quello austriaco a detto che pagherà in dollari, come appunto da contratto.
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Diglielo Guasto al quel mona di Putin: secondo me se la fa sotto se glielo dici tu…
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I contratti vanno letti e comunque hanno una durata limitata.
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@Gatto
Ti sei dimenticato dell’umido 🤣🤣🤣
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Caxxo
Tuttoguasto ma allora sei proprio proprio una zucca senza semi,
Esistono i contratti, e ci vai tu a reclamare se il tappo dice che se vuoi il gas devi pagarglielo in rubli? Che fai lo citi in tribunale?
Oppure gli vai a spiegare che tutte le sanzioni che fanno male a noi più che a lui sono opere di bene? Che i suoi soldi bloccati è tutto uno scherzo?
Ma chi ti ha campato fino ad oggi?
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@Cagliostro
Tu non capisci un caxxo.
Continua a ripetere bibitaro, Giuseppi, ameri cani, Bidè, il fu M5S, eccetera, e non ti avventurare oltre.
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Tuttoguasto
Allora sei di coccio, dire che non capisci niente è farti un complimento,
Forse è meglio se vai a riposarti domani ti attende un duro lavoro,capire come comprarti il gas e fare benzina con i rubli.
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«Oggi è morto il petrodollaro
Stamattina dopo lunga malattia e almeno quattro guerre è venuto a mancare il petrodollaro, non fiori, ma opere di bene. Quella di oggi è una data da segnare nei libri di storia: il governo russo ha annunciato che i pagamenti per le esportazioni di materie prime verso “paesi ostili” saranno accettate solo in rubli e che verranno abbandonate tutte le valute “compromesse” negli accordi di pagamento dal momento che le decisioni illegittime di un certo numero di paesi occidentali di congelare i beni della Russia hanno distrutto ogni fiducia nelle loro valute. Secondo quanto detto poi da Putin dopo la decisione del governo si comincerà con il gas per andare via via a coprire tutti gli altri prodotti energetici o minerari che per la cronaca sono, oltre al gas, petrolio, grano, fertilizzanti, titanio, zaffiro per la produzione di semiconduttori, nichel, uranio arricchito, motori a razzo, tanto per citare le più importanti. “Non ha più senso consegnare le nostre merci nell’UE e negli Stati Uniti e essere pagati in dollari ed euro”. Il cambio di regime avverrà entro una settimana, ma è stato specificato che questo non implicherà un venire meno dei contratti in essere significa solo che verranno accettati solo pagamenti in rubli. Ovviamente questa mossa viene in soccorso della moneta russa, perché gli acquirenti del fronte delle sanzioni dovranno procurarsi rubli per poter pagare le materie prime e questo ovviamente ne alzerà la quotazione tanto che già dopo l’annuncio la divisa di Mosca si è rafforzata salendo del 3% al Micex dopo che i prezzi indicativi sono aumentati brevemente di oltre l’8% per due volte, mentre sui terminali Bloomberg, il rublo è salito del 4,9%. Per curiosità ecco l’elenco delle nazioni ostili: Australia, Albania, Andorra, Gran Bretagna, tutti i membri dell’Unione Europea- dunque anche l’Italia- Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, San Marino, Macedonia del Nord, Singapore , USA, Taiwan (una provincia della Cina), Ucraina, Montenegro, Svizzera, Giappone.
Ma sarebbe riduttivo leggere questa manovra solo come marchingegno finanziario a sostengo della divisa russa: per la prima volta da tempo ormai immemorabile un Paese si oppone apertamente alla dittatura del dollaro (dopo quella delle sterlina) che è stata la vera arma di ricatto di Washington visto che le amministrazioni americane considerano il dollaro come loro proprietà anche se possedute da altri stati o da privati. Nemmeno l’unione Sovietica era riuscita a scrollarsi di dosso il vampiro americano color verde. Ma adesso la situazione è talmente mutata che si può fare a meno del biglietto verde, anzi che è meglio farne a meno perché costituire delle riserve in dollari significa esporre i proprio asset a un congelamento o a un sequestro forzoso non appena un Paese non dovesse ubbidire agli ordini americani. Al contrario, gli Stati Uniti non potranno più stampare dollari (prendere in prestito, tecnicamente, ma poiché questo debito non verrà mai rimborsato, è essenzialmente solo denaro stampato) e acquistare con essi importazioni; sarà invece costretto a guadagnare rubli per acquistare il petrolio di cui ha bisogno per mantenere in funzione le sue raffinerie o l’uranio arricchito di cui ha bisogno per continuare a produrre elettricità. C’è, ovviamente, l’oro, ma le riserve auree statunitensi non sono state controllate e non si sa quanto del suo tesoro (e eventualmente anche parte di quello italiano e tedesco “custodito” in Usa) sia stato scambiato con la Cina e altre nazioni creditrici per impedire loro di scaricare il debito statunitense. Anzi adesso la Cina che sta integrando i proprio flussi bancari e di pagamenti con la Russia, sulla base dello yuan potrebbe fare da tramite. Ma detterà le sue condizioni. In poche parole è finita l’era del petrodollaro.
Ma non solo: ufficialmente e senza più alcun dubbio siamo entrati nel secolo post americano e l’unica cosa che si può auspicare è che i Paesi dell’Europa riescano a liberarsi in tempo di questo figlio padrone che ormai non ha più niente da dire e perciò non sa che urlare.».
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Dibba, purtroppo questo governo gode dell’appoggio incondizionato di giuseppi e di buona parte del fu mv5s,
Posso capire giuseppi pdiota reo confesso e non votato da nessuno ma che 2 terzi del mv5s si siano trasformati letteralmente in un minestrone riscaldato di poltronari disposti a ingurgitare quantità illimitate di liquami maleodoranti pur di restare aggrappati allo scranno è veramente vomitevole.
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Complimenti a Gatto x l’analisi e auspicabile
conclusione.
Speriamo bene.
I “dispetti tra superpotenze sono sempre più duri e paesi come l’Italia sono come un bignè alla crema.
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Per le zucche senza semi
*La disinformazione occidentale ha alzato la posta in gioco così in alto che è sempre più difficile evitare una guerra aperta nei suoi stessi termini e condanne della Russia. Non c’è quasi spazio per alcuna diplomazia. Forse è quello che vogliono alcune persone.
In ogni caso, gli Stati Uniti sembrano già impegnati a condurre ostilità contro la Russia. Se emerge che il Pentagono sta effettivamente aiutando i militanti ucraini – non meno i reggimenti nazisti Azov – ad assassinare i massimi generali russi, allora una triste conclusione è che potremmo essere arrivati a un punto di non ritorno.*
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Di cosa parlano le “classi di chiacchiere” della Russia: aggiornamento
La mia raccolta di impressioni dalle ultime 48 ore di monitoraggio dei talk show politici russi e dei notiziari della televisione di stato russa è piena fino all’orlo di sviluppi molto interessanti e, a volte, spaventosi e scoraggianti.
Il più importante è forse quello che ho appena visto 15 minuti fa sull’ultima edizione di Время покажет (Time Will Tell), un talk show che conosco dall’interno essendo stato due volte relatore lì nel 2016-2017. Il programma si è aperto con la menzione della prossima visita europea di Joe Biden che ha in programma due città: Bruxelles per i prossimi incontri regolari del G7 e della NATO, e….Varsavia.
Perché Varsavia? Il presentatore osserva che questo incontro con la leadership polacca potrebbe essere collegato alla visita programmata del presidente Duda a Washington la prossima settimana. Ma poi passa a collegare che è stato un altro annuncio fatto ieri dall’inviata statunitense alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield. Nella registrazione video di Thomas-Greenfield proiettata sullo schermo, l’inviato ci dice che mentre gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare personale militare in Ucraina, qualsiasi paese membro della NATO ha il diritto di farlo da solo.
Ciò combacia perfettamente con gli ultimi pensieri del governo polacco ad alta voce sul fatto che potrebbe semplicemente spostare alcune truppe attraverso il confine ucraino per proteggere il proprio fianco orientale. In questo modo i polacchi non farebbero più di quanto hanno fatto i turchi in Siria, dove sono ancora parcheggiati nel settore a maggioranza curda del Paese in violazione del diritto internazionale.
Nel frattempo, secondo il presentatore del talk show, l’Ungheria ha già affermato che non considererà alcuno scontro con la Russia derivante dalle forze inviate da nessuno Stato membro della NATO in Ucraina come giustificazione dell’azione ai sensi della famosa clausola 5 dell’Alleanza NATO di “tutti per uno e uno per tutti .” In altre parole, secondo la direzione di Time Will Tell, seguirà una piccola e probabilmente molto breve guerra russo-polacca. Si prevede la completa sconfitta di Varsavia, anche se richiederebbe più tempo dei 2 giorni previsti dallo stesso comando dell’esercito polacco non molto tempo fa; più a lungo perché tanta forza armata russa è attualmente impegnata a tenere sotto controllo l’Ucraina. Come ha scherzato il presentatore, questo potrebbe significare la fine della statualità polacca…
Un po’ prima di oggi, anche l’ultima edizione di Большая игра (Il grande gioco) condotta da Vyacheslav Nikonov era piena di commenti interessanti. Negli ultimi anni, Nikonov ha dimostrato il suo talento nel condurre discussioni pubbliche sugli argomenti più seri nelle relazioni USA-Russia con alcune delle migliori menti in Russia. Il suo programma di oggi è stata un’altra dimostrazione del fatto che The Great Game è andato avanti per classificarsi al di sopra del talk show di Vladimir Solovyov in termini di contenuto intellettuale. Come il summenzionato Time Will Tell, The Great Game utilizza video clip di Biden e di altri leader statunitensi e occidentali come punto di partenza per le discussioni. Ne parlo come risposta ai numerosi lettori dei miei saggi che non potevano immaginare che la televisione di stato russa diffonda più del punto di vista ufficiale del Cremlino. Infatti,
Nello show di oggi, le opinioni americane da demolire erano quelle del Presidente e del Pentagono che commentavano l’uso da parte della Russia, la scorsa settimana, del suo missile ipersonico Kinzhal per attaccare un obiettivo militare in Ucraina. Si dice che il presidente Biden abbia affermato di non vedere nulla di speciale nel Kinzhal a parte la velocità, che le sue testate erano la varietà comune. Si dice che il Pentagono abbia affermato che i russi “sembrano” aver sparato con il loro Kinzhal in Ucraina, il che sarebbe uno sforzo sprecato per l’obiettivo dato.
Gli ospiti di Nikonov hanno sottolineato che l’obiettivo del primo attacco di Kinzhal era una struttura “indurita da un attacco nucleare” a 60 metri sottoterra e protetta da cemento armato risalente all’epoca sovietica. All’interno di questo bunker c’erano missili ucraini e altre munizioni di alto valore. In altre parole, grazie all’incredibile energia di massa e velocità, il Kinzhal utilizzando quello che hanno definito come uno dei suoi più deboli potenziali convenzionali, in contrapposizione alle cariche nucleari tattiche, potrebbe distruggere un bersaglio altrimenti considerato protetto contro un missile balistico intercontinentale armato nucleare. Niente di speciale in questo sistema d’arma, eh?
Nel frattempo, parte della programmazione statale russa in questi giorni è terribile nel significato di “estremamente inquietante o repellente”. L’ultima edizione di 60 Минут (sessanta minuti) con Yevgeny Popov e Olga Skabeyeva ha avuto uno stomaco forte per sedersi. A dire il vero, il materiale repellente sullo schermo proviene dalla televisione di stato ucraina e include quanto segue: in primo luogo, le dichiarazioni televisive di un rappresentante del governo ucraino indirizzate alle mogli e alle fidanzate degli aviatori russi, avvertendoli che presto saranno vedove, che le forze ucraine li seguiranno fino ai confini della terra per vendicarsi del loro ruolo nella guerra in corso, che saranno uccisi mentre sono in vacanza sulle spiagge della Turchia, ecc., e in secondo luogo, l’indirizzo televisivo del capo di un’istituzione medica ucraina che dice ai medici sotto di lui di castrare tutti i prigionieri di guerra russi che si avvicinano, perché non sono persone ma scarafaggi. A ciò si aggiunga la testimonianza di evasi da Mariupol che descrivono i metodi di tortura e deturpazione inflitti loro dai battaglioni nazisti in città. Il materiale di partenza è pieno di odio, e anche la messa in onda sulla televisione di stato russa non è innocente: ha il chiaro scopo di incitare all’odio per gli ucraini tra i telespettatori e quindi prepararli alla condotta molto più crudele della guerra che la Russia è probabile che stia per attuarsi, dato che le sue risorse umane sono insufficienti per proseguire ulteriormente la guerra rapidamente secondo le regole da gentiluomini osservate fino ad ora. Essere specifici,
L’obiettivo di un nuovo e feroce, sebbene del tutto “legale” attacco alle concentrazioni di truppe ucraine sarà in linea con le raccomandazioni di Clausewitz, che ovviamente gode di grande rispetto al Cremlino: vale a dire vincere una guerra distruggendo gli eserciti, non catturando città. Quindi, è molto probabile che Kiev non venga mai conquistata, che il regime capitoli perché non ha più combattenti in campo per resistere alla presenza russa.
Pubblicato da gilbertdottorow
Gilbert Doctorow è un analista politico indipendente con sede a Bruxelles. Ha scelto questa terza carriera di “intellettuale pubblico” dopo aver terminato una carriera di 25 anni come dirigente aziendale e consulente esterno per società multinazionali che operavano in Russia e nell’Europa orientale, culminata nella posizione di amministratore delegato, Russia negli anni 1995-2000
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E non solo: stasera dalla Gentili hanno fatto parlare un pazzoide che da quella città assediata voleva più armi per vincere contro i russi, mentre non una parola è stata detta sull’Azov e simili.
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Per il nostro amico quasto
Forse riuscirà a comprendere appieno la portata della decisione presa dal presidente della Russia.
*Per consegnare le nostre merci nell’UE e negli Stati Uniti, ricevere il pagamento in dollari non ha senso per noi. È stato deciso di implementare il trasferimento del pagamento per il gas naturale fornito a paesi ostili in rubli russi. Ci rifiutiamo di utilizzare tutte le valute compromesse, – ha aggiunto.
Il leader russo ha aggiunto che manterremo tutte le consegne in base ai contratti conclusi in precedenza.
“Le modifiche riguarderanno solo la valuta di pagamento, che sarà cambiata in rubli russi”, ha spiegato il capo di stato.*
Mi sembra che tale decisione non sia discutibile,
O così o pomí
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Sei proprio un Kremlin Troll.
Ho appena sentito Caracciolo definire tutte le minchiate della carogna russa a cui tu fai da megafono scemo, una “boutade”.
Te lo ripeto: una boutade chiaramente irrealizzabile.
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Ok
Allora mandiamoci Caracciolo a spiegare a Putin come stanno le cose, poi vediamo che succede.
Incredibile. Roba da non credere
Mi rendo conto che non è il caso di continuare a dialogare con un ottusangolo
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Forse così capisci meglio e quando senti Caracciolo mandalo a fare in culo
https://finance.yahoo.com/news/rouble-hovers-near-104-vs-123645610.html
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Guarda scemo, manco lo apro.
Mi fa orrore come ti esprimi, di conseguenza quello che pensi.
Chi vivrà vedrà.
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Tutto guasto
So caxxi tuoi,
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Saranno cazzi amari? Cagliostro dice di sì, Loquasto di no. Lo scopriremo solo…morendo.
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per il M-S
questo è del 2017
chissà che adesso sia ancora di più quello che si sono portati a casa
https://deshgold.com/dove-il-mio-oro-la-bundesbank-riporta-a-casa-le-riserve-auree-tedesche
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Già: e l’oro itaGliano?
Niente paura è ben custodito dai White House Organ!
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8:51
Toto e la prima diecimila lire falsa spacciata
YouTube
Ci organizziamo per stampare rubli. …
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E se davvero i Paesi ostili, diciamo per un mese, non acquistassero gas e petrolio dalla Russia?!?
La Russia perderebbe 3 miliardi di dollari al giorno.
Ha scelto il modo migliore, il killer, per suicidarsi.
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Frankie non sono nelle condizioni di farlo però, sarebbe un suicidio anche per loro. Non pensare ai riscaldamenti delle case, pensa al costo della benzina che incide su tutti i trasporti e quindi su tutte le merci, e stessa cosa per l’energia. Pensa ai mulini che non ricevono grano e se lo ricevono lo macinano con l’energia …
L’industria manufatturiera chiuderebbe, i prezzi di tutte le merci andrebbero alle stelle.
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Premesso che di fatto siamo in guerra anche noi e dobbiamo accettarne le conseeguenze, secondo te chi resisterebbe di più?
E non ritieni che in questa modalità, oltre che con il congelamento delle riserve auree russe, la guerra finirebbe in due settimane?
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Hmm no, temo proprio di no. Intanto la Russia continua a vendere petrolio e gas, che vengono pagati molto più di prima, e ai quali non possiamo rinunciare. O meglio possiamo, perchè si può tutto, ma già alcuni paesi hanno detto che non hanno nessuna intenzione di farlo (la Germania per esempio, che dipende molto da queste, e noi anche solo che a draghi evidentemente non importa molto) Ma se anche rinunciassimo a comprarli semplicemente li venderebbero a est, che ne chiede enormi quantità, Cina in testa, ma anche India, e insieme sono circa 3 miliardi solo loro. Penso che La Russia otterrà quello che chiede solo che lo otterrà con un sacco di morti, mentre glielo si poteva accordare prima della guerra e questa non sarebbe partita a parere mio. Chiedeva e chiede che l’Ucraina non ospiti missili così vicino al suo territorio, e mi sembra una richiesta ragionevole fra l’altro, visto che gli USA non li accetterebbero mai in Canada o Messico, o, come è già successo nel 1962. Quindi continuare la guerra serve a: ammazzare un sacco di ucraini e anche russi che contemporaneamente si stancano e eventualmente saranno più deboli dopo (per attaccarli? E’ un’ipotesi non folle visto l’accerchiamento della NATO negli anni), e contemporaneamente taglia le gambe all’Europa sia dal punto di vista energetico (e dovremo comprare il gas USA a un prezzo per ora circa triplo, hai presente le bollette?), sia economico, perchè la Russia è un grande mercato con 140 milioni di clienti, perso in un minuto, immagina le difficoltà della manifattura italiana (e europea), che si ritrova un mercato rimpicciolito e costi che volano ….
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x Frankie (goes to Hollywood?)
ma come pensi di riuscire a coordinare questa marmaglia di paesi a non comprare il gas di Putin?
Dovresti proprio darti alla fantascienza, è quella che fa per te.
Ah, dimenticavo di citarti la Nuland: FUCK THE EU.
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Gli uomini credono di lottare per difendere la loro libertà o quella di altri popoli. In realtà liberano solo l’infinita ingordigia di poche multinazionali che dei popoli se ne fregano e li usano solo per accrescere il loro potere e la loro spaventosa ricchezza a scapito del mondo.
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La sorte di Saddham fu segnata quando disse che accettava il pagamento del petrolio in valuta diversa dal dollaro. La fine di Gheddafi fu segnata quando cercò di fare una Banca dell’Africa unita, probabilmente con le regole tenui delle banche islamiche che non speculano sui loro clienti, che contrassasse lo strapotere delle banche d’affari americane. La potenza americana si basa sul dollaro e attaccare il dollaro e detronizzarlo dal suo trono equivale colpire al cuore la finanza americana.
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ENZA RAGUSA
Ci hanno raccontato un sacco di bugie.
Fatto studiare poesie, cantare canzoni, fare cortei.
Ci hanno riempiti di buoni sentimenti e cerimonie e discorsi e parole altisonanti.
Gesti eclatanti, pose importanti, foto di gruppo, sorrisi trionfanti.
Tutto ci hanno raccontato tranne la verità.
E ancora, vergognosamente, i telegiornali iniziano con le stragi e si concludono con la storia strappalacrime di bimbi che suonano il violino ad un uditorio di gente perduta mentre suona la sirena del coprifuoco.
E noi, in quel suono che echeggia il grido di pace andiamo a letto col cuore gonfio di speranza che quello che proviamo noi sia evidente anche agli aguzzini che hanno creato quel violino dentro a un sotterraneo in mezzo a quelle vite a metà, ancora per poco, ancora chissà.
Tutto falso.
La storia va avanti da sola, nessuno ha costruito, prima, la cultura della pace.
Nessuno ha imposto il disarmo
Nessuno ha riconosciuto diritti lampanti.
Nessuno ha fatto passi per allontanarsi dalla guerra.
Quante cose non sapremo mai, quante cose sapremo al contrario, e la verità rimarrà sepolta sotto la polvere di vite che sono state e non saranno più.
Davvero non è evidente che non ci sono eroi?
Davvero crediamo che basti chiamare eroe chi stava andando fuori dall’inferno, o chi per caso ci è entrato?
Quando la finiremo con questa retorica sfacciata, denudata di ogni credibilità eppure così efficace ancora? Ma la verità, la verità, cazzo, è davanti ai vostri occhi. Ancora vi illudete che trionferà mai se avete gli occhi pieni di lacrime e il cervello scollegato?
Ci hanno illuso che avremmo potuto fare delle cose, che dipendesse da noi, singoli individui.
E invece non è vero un cazzo. Siamo qui a fare la ola davanti alle decisioni di chi, con le poesie, le canzoni e i violini ci si pulisce il culo.
Siamo la carta da culo dei potenti, ecco cosa.
E tra questi nessuno che sia sia libero di ragionare fuori dai binari, tutti ricattabili, che con uno sguardo capiscono quello che devono fare e lo fanno.
Siamo il coro delle tragedie greche, che inerme descrive quello che accade sulla scena, ma dietro le quinte è accaduto già tutto prima e nessuno lo sa.
Non mi sento rappresentata da chi decide, oggi meno che mai. Spero abbiate capito che eleggere dei lestofanti sostenuti dalle famiglie mafiose magari, perché il nostro cervello non è capace di ragionamento autonomo, non sia un buon investimento. E neanche una buona azione.
Non mi sento informata da giornalisti scrittori o coglioni qualunque che decidono cosa io debba sapere senza preoccuparsi delle fonti a cui attingono.
Non mi sento amica di chi giudica senza capirne più di me perché ha letto il riassunto degli ultimi vent’anni in Ucraina in tre secondi e mezzo su Wikipedia.
Io mi sento sola e impotente e inerme contro tutto questo, e li schifo tutti.
Io provo schifo, ecco cosa. Schifo e nient’altro.
Mi piacerebbe che qualcuno imparasse da queste vicende. Ma i giovani sono troppo giovani, i vecchi non contano, quelli in mezzo sono troppo tronfi delle loro verità.
E quindi non sarà servito a niente, inesorabilmente, ripetutamente inutile specchio di se stessa, la storia sarà ancora dimenticata, lettera morta in un mondo che si ostina a non aprire gli occhi.
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Barbara Spinelli
UNA GUERRA NATA DALLE TROPPE BUGIE
Paragonando l’invasione russa dell’Ucraina all’assalto dell’11 settembre a New York, Enrico Letta ha confermato ieri in Parlamento che le parole gridate con rabbia non denotano per forza giudizio equilibrato sulle motivazioni e la genealogia dei conflitti nel mondo.
Perfino l’11 settembre aveva una sua genealogia, sia pure confusa, ma lo stesso non si può certo dire dell’aggressione russa e dell’assedio di Kiev. Qui le motivazioni dell’aggressore, anche se smisurate, sono non solo ben ricostruibili ma da tempo potevano esser previste e anche sventate.
Le ha comunque previste Pechino, che ieri sembra aver caldeggiato una trattativa Putin-Zelensky, ben sapendo che l’esito sarà la neutralità ucraina chiesta per decenni da Mosca. Il disastro poteva forse essere evitato, se Stati Uniti e Unione europea non avessero dato costantemente prova di cecità, sordità, e di una immensa incapacità di autocritica e di memoria.
È dall’11 febbraio 2007 che oltre i confini sempre più agguerriti dell’Est Europa l’incendio era annunciato. Quel giorno Putin intervenne alla conferenza sulla sicurezza di Monaco e invitò gli occidentali a costruire un ordine mondiale più equo, sostituendo quello vigente ai tempi dell’Urss, del Patto di Varsavia e della Guerra fredda. L’allargamento a Est della Nato era divenuto il punto dolente per il Cremlino e lo era tanto più dopo la guerra in Jugoslavia: “Penso sia chiaro –così Putin– che l’espansione della Nato non ha alcuna relazione con la modernizzazione dell’Alleanza o con la garanzia di sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. E noi abbiamo diritto di chiedere: contro chi è intesa quest’espansione? E cos’è successo alle assicurazioni dei nostri partner occidentali fatte dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno nemmeno le ricorda. Ma io voglio permettermi di ricordare a questo pubblico quello che fu detto. Gradirei citare il discorso del Segretario generale Nato, signor Wörner, a Bruxelles il 17 maggio 1990. Allora lui diceva: ‘Il fatto che noi siamo pronti a non schierare un esercito della Nato fuori dal territorio tedesco offre all’Urss una stabile garanzia di sicurezza’. Dove sono queste garanzie?”.
Per capire meglio la sciagura ucraina, proviamo dunque a elencare alcuni punti difficilmente oppugnabili.
Primo: né Washington né la Nato né l’Europa sono minimamente intenzionate a rispondere alla guerra di Mosca con una guerra simmetrica.
Biden lo ha detto sin da dicembre, poche settimane dopo lo schieramento di truppe russe ai confini ucraini. Ora minaccia solo sanzioni, che già sono state impiegate e sono state un falso deterrente (“Quasi mai le sanzioni sono sufficienti”, secondo Prodi).
D’altronde su di esse ci sono dissensi nella Nato.
Alcuni Paesi dipendenti dal gas russo (fra il 40 e il 45%), come Germania e Italia, celano a malapena dubbi e paure. Non c’è accordo sul blocco delle transazioni finanziarie tramite Swift. Chi auspica sanzioni “più dure” non sa bene quel che dice. Chi ripete un po’ disperatamente che l’invasione è “inaccettabile” di fatto l’ha già accettata.
Secondo punto: l’Occidente aveva i mezzi per capire in tempo che le promesse fatte dopo la riunificazione tedesca –nessun allargamento Nato a Est– erano vitali per Mosca. Nel ’91 Bush sr. era addirittura contrario all’indipendenza ucraina. L’impegno occidentale non fu scritto, ma i documenti desecretati nel 2017 (sito del National Security Archive) confermano che i leader occidentali –da Bush padre a Kohl, da Mitterrand alla Thatcher a Manfred Wörner Segretario generale Nato– furono espliciti con Gorbaciov, nel 1990: l’Alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice” (assicurò il Segretario di Stato Baker). Nel ’93 Clinton promise a Eltsin una “Partnership per la Pace” al posto dell’espansione Nato: altra parola data e non mantenuta.
Terzo punto: la promessa finì in un cassetto, e senza batter ciglio Clinton e Obama avviarono gli allargamenti. In pochi anni, tra il 2004 e il 2020, la Nato passò da 16 a 30 Paesi membri, schierando armamenti offensivi in Polonia, Romania e nei Paesi Baltici ai confini con la Russia (a quel tempo la Russia era in ginocchio economicamente e militarmente, ma possedeva pur sempre l’atomica). Nel vertice Nato del 2008 a Bucarest, gli Alleati dichiararono che Georgia e Ucraina sarebbero in futuro entrate nella Nato. Non stupiamoci troppo se Putin, mescolando aggressività, risentimento e calcolo dei rischi, parla di “impero della menzogna”. Se ricorda che le amministrazioni Usa non hanno mai accettato missili di Paesi potenzialmente avversi nel proprio vicinato (Cuba).
Quarto punto: sia gli Usa che gli europei sono stati del tutto incapaci di costruire un ordine internazionale diverso dal precedente, specie da quando alle superpotenze s’è aggiunta la Cina e si è acutizzata la questione Taiwan. Preconizzavano politiche multilaterali, ma disdegnavano l’essenziale, cioè un nuovo ordine multipolare. Il dopo Guerra fredda fu vissuto come una vittoria Usa e non come una comune vittoria dell’Ovest e dell’Est. La Storia era finita, il mondo era diventato capitalista, l’ordine era unipolare e gli Usa l’egemone unico. La hybris occidentale, la sua smoderatezza, è qui.
Il quinto punto concerne l’obbligo di rispetto dei confini internazionali, fondamentale nel secondo dopoguerra. Ma Putin non è stato il primo a violarlo.
L’intervento Nato in favore degli albanesi del Kosovo lo violò per primo nel ’99 (chi scrive approvò con poca lungimiranza l’intervento).
Il ritiro dall’Afghanistan ha messo fine alla hybris e la nemesi era presagibile. Eravamo noi a dover neutralizzare l’Ucraina, e ancora potremmo farlo. Noi a dover mettere in guardia contro la presenza di neonazisti nella rivoluzione arancione del 2014 (l’Ucraina è l’unico Paese europeo a includere una formazione neonazista nel proprio esercito regolare). Noi a dover vietare alla Lettonia –Paese membro dell’Ue– il maltrattamento delle minoranze russe.
Non abbiamo difeso e non difendiamo i diritti, come pretendiamo?
Nel 2014, facilitando un putsch anti-russo e pro-Usa a Kiev, abbiamo fantasticato una rivoluzione solo per metà democratica.
Riarmando il fronte Est dell’Ue foraggiamo le industrie degli armamenti ed evitiamo alla Nato la morte celebrale che alcuni hanno giustamente diagnosticato.
Ammettere i nostri errori sarebbe un contributo non irrilevante alla pace che diciamo di volere.
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Grazie Viviana
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Andiamo a 38 miliardi annui.
Fa 1205 euro al SECONDO.
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