E’ colpa della Nato se Putin bombarda.

La dottrina “Sinatra”.

Kiev, 26 febbraio 1989.

Michail Gorbačëv, presidente dell’Urss, così si rivolgeva agli ucraini affinché tutti gli altri popoli del Patto di Varsavia potessero comprendere: “Oggi molti Paesi socialisti stanno cercando le forme del passaggio a una qualità nuova della loro vita e al consolidamento della società sulla base dello sviluppo del potenziale della democrazia socialista…. i principi che devono reggere questo nuovo sistema di relazioni inter-comunista: L’indipendenza, l’uguaglianza completa, la non-interferenza assoluta, la correzione di deformazioni e sbagli legati al passato della storia del socialismo”.

Tradotto: ogni stato farà da sé per trovare la strada migliore per il suo futuro. Nessuna ingerenza sarà presa dall’Urss.

Gerasimov coniò con il termine “Dottrina Sinatra” la politica estera di Gorbačëv dalla splendida canzone di Sinatra, My Way.

Il ministro degli Esteri russo, Eduard Shevardnadze, sostenne che i sovietici riconoscevano il diritto di ogni popolo di scegliere da che parte stare.

A maggio 1989, l’Ungheria aprì i confini con l’Austria e si riversarono migliaia di tedeschi dell’Est verso l’Austria e da lì nella Germania Ovest.

A settembre 1989, in Polonia si insediò il primo governo non comunista che regnava dal 1948.

Ad ottobre di quell’anno il Patto di Varsavia vacillava in modo incredibile: nella riunione storica a Varsavia si decise di ripudiare l’uso della forza in campo internazionale e la Guerra Fredda.

Ecco, mi chiedo, cosa c’entra  Gorbačëv e le chiacchiere di James Baker sui confini Est-Ovest, quando nel 2022 un ex ufficiale del Kgb decide di annientare un popolo e uno stato sovrano?

Stefano Rossi