“E colpa della Nato che si è allargata troppo ad Est”.

E tutto ad un tratto si materializza questo pensiero.

Alla fine, Putin è stato “costretto”, secondo questa tesi, ad invadere, bombardare, distruggere un paese del tutto indipendente come l’Ucraina, perché la Nato si sarebbe avvicinata “troppo” ai confini della Russia.

Questo assunto non tiene conto, o non vuol tener conto come tutti quelli che sono stati e sono ancora comunisti, che non è stata la Nato ad allargarsi bensì tutti i Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia, i quali, una volta crollato il comunismo, hanno implorato, pregato vivamente di entrare nella Nato.

Proprio non ne volevano più sapere di Urss, Russia, comunismo, povertà, arretratezza culturale che, sotto il vigore del comunismo, imperavano e germogliavano.

Ingenuamente taluni sostengono che a Gorbačëv sia stato promesso, a parole, che la Nato non si sarebbe allargata ad Est.

E ci possiamo pure credere. Ma la politica internazionale non si fa con le chiacchiere ma con i trattati internazionali e protocolli firmati dai governi sovrani.

Poi c’è un particolare fondamentale che sfugge a questi signori.

Vediamo cosa successe in questo “Est”.

Ammettiamo pure che sia stato promesso all’allora presidente dell’Urss, Michail Gorbačëv, che la Nato non si sarebbe allargata ad Est. Difatti, nelle sue memorie, Gorbačëv, scrisse che quella fu la chiave per accettare l’unificazione delle due Germanie (il muro cadde nel 1989).

Ma stiamo parlando della preistoria. Quando l’impero comunista doveva ancora implodere (1991) e uno come Gorbačëv, per quanto animato da idee riformatrici, non poteva neppure immaginare che in Germania e negli altri stati facenti parte del Patto di Varsavia, di lì a poco, si sarebbero svolte elezioni democratiche, libere, senza alcun controllo e intervento degli apparati comunisti; i popoli avrebbero votato a favore della DEMOCRAZIA, LIBERTA’, INDIPENDENZA!!!!!!

Fantascienza per un comunista sia pure come Gorbačëv!

Le eventuali rassicurazioni date a Gorbačëv sono nullità di fronte a quello che successe poco dopo.

Le tre regioni baltiche, Lituania, Estonia, Lettonia si dichiararono subito indipendenti, e gli andò bene.

Il Kgb, allarmato da alcuni ministri, montò un colpo di stato che isolò e depose Gorbačëv.

Si formò un comitato (GKČP SSSR) di emergenza che per tre giorni mandò in tutte le tv dell’Urss niente di meno che “Il lago dei cigni”, un balletto musicale! E niente più.

Il Kgb stilò una lista interminabile di persone da arrestare tra cui Boris El’cin che poi prese il posto di Gorbačëv.

Quello che seguì potrebbe essere un film tragicomico con la valigetta, con la quale si controllava l’arsenale nucleare, che non si sapeva bene a chi dovesse andare e dove fosse finita e  Gorbačëv si rifiutava di ammettere che ne aveva perso il controllo.

Chi stava armando il colpo di stato aveva mandato carri armati e truppe armate a Mosca e in altre città con l’ordine di sparare e ripristinare l’ordine. Ordini che non furono eseguiti.

El’cin saltò su un carro armato e iniziò a parlare. Secondo alcuni suoi amici improvvisò e gli andò benissimo.

Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia parteciparono alla Guerra del Golfo a fianco e sotto le direttive degli Usa quando ancora facevano parte del Patto di Varsavia. Cosa inimmaginabile se non fosse che, l’impero Urss, stava collassando.

Sempre nel 1991, quel che rimaneva dell’Urss decise, manu militari, di riprendersi la Lituania. Ci fu l’invasione come in Ucraina.

A seguito di questo tentativo, poi fallito, Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia dichiararono l’uscita dal Patto di Varsavia. Seguì la Bulgaria. E poco dopo crollò l’Urss.

Crollato tutto il castello comunista cominciò la fuga vero l’Occidente di tanti stati che, fino a poco tempo prima, facevano parte di un mondo oscuro, povero, misero, arretrato chiamato Urss.

Ecco, dopo questi avvenimenti, purtroppo riassunti qui, c’è gente che crede che una promessa (forse) data a Gorbačëv, allora, ancora presidente di un mondo per fortuna schiantato e cancellato dalla Storia, debba vincolare e rendere schiavi popoli come gli ucraini, svedesi, finlandesi e non so se Putin ne voglia includere altri, debbano ritenersi schiavi di un disegno ordito in epoche e in situazioni che sono sotterrati dalle polveri della Storia.

Non è l’ignoranza che mi sorprende ma il cinismo spietato di taluni verso popoli che hanno il diritto di autodeterminarsi come tutti noi.

Chi giustifica Putin del massacro di un popolo sovrano in casa sua mi ricorda la raccomandazione di alcuni naturalisti che accompagnano i turisti nella foresta del Congo: “Se incontreremo i gorilla mai guardarli negli occhi. Vuol dire che li stiamo sfidando e potrebbero attaccare”.

Nella foto: a Mosca un cittadino convince un soldato a rinunciare al colpo di stato dei comunisti (1991).

In questa foto, non è l’Ovest che va verso Est. È il contrario.

Stefano Rossi