(Alessandro Di Battista) – «Quindi stai dalla parte dei terroristi?». Nel 2001, chi si opponeva alla guerra in Afghanistan si sentiva dire queste parole. Poi, dopo 20 anni di guerra, decine di migliaia di civili morti, bambini fatti a pezzi dai missili intelligenti, dopo 7,5 miliardi di euro spesi dall’Italia (e Dio solo sa quanto abbiano speso gli USA), dopo milioni di profughi fuggiti (per lo più in Iran), l’occidente è sceso a patti con i talebani lasciandogli un arsenale formidabile.

Nel 2003 gran parte della pubblica opinione italiana era contrarissima ad entrare in guerra in Iraq. In pochi si bevevano le balle di Colin Powell che mostrava una provetta per tentare di dimostrare la presenza di armi chimiche in Iraq. Le armi chimiche non esistevano, o meglio, non c’erano più. Saddam – quando veniva considerato un amico dell’occidente – le aveva usate per sterminare la popolazione curda di Halabja. La guerra in Iraq è stato un fallimento. Un numero di morti impressionate, un Paese ancora oggi instabile e nuove organizzazioni terroristiche nate, in primis lo Stato islamico. Noi abbiamo perso soldati e denaro. Anche allora, quando osavamo opporci al governo Berlusconi che ci trascinava in quella dannata guerra ci sentivamo dire: «Ma allora state dalla parte di Saddam?».

Oggi è lo stesso. Chi si oppone all’invio di armi in Ucraina o chi considera controproducenti le sanzioni alla Russia (sembrano sanzioni più all’Europa) viene ritenuto un difensore dell’invasione russa. E chi sostiene che i leader europei debbano parlare di “Ucraina neutrale” per favorire il negoziato viene considerato un putiniano. Chiaramente questa caccia alle streghe avviene sui giornali o nelle TV. Nel mondo reale la stragrande maggioranza dei cittadini non vuole inviare armi a Kiev o considera una vergogna l’aumento della spesa militare che, a quanto pare, vogliono tutti i principali partiti italiani, dalla Lega al PD passando per FdI, M5S e Forza Italia.

Il 55% degli italiani non vuole inviare armi ma la classe politica che fa? Se ne frega e tira dritto. Armi inviate e aumento delle spese militari. Questo nonostante una guerra l’abbiamo già in casa e si chiama disoccupazione, costo della vita alle stelle, carenze nel sistema sanitario, investimenti insufficienti in ricerca ed università, mafia.

I politici si mettono sull’attenti davanti alle richieste di Washington, obbediscono pancia in dentro petto in fuori e portafogli gonfio. Inviano armi, alzano i toni, parlano di inasprimento delle sanzioni con l’Italia al collasso. Ossequiano la Nato nonostante le guerre della Nato abbiano impoverito l’Europa ed in particolar modo (basti pensare alla guerra in Libia) l’Italia.

I politici, insomma, si tagliano le palle per fare un dispetto a Putin ed un favore a Biden. Lo fanno contro il volere della maggior parte dei cittadini mentre a parole difendono la democrazia, ovvero quel sistema che dovrebbe garantire al Popolo la possibilità di decidere.