
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Qualcuno lo dice con lo sguardo sofferto, qualcun altro con una smorfia saccente, ma alla fine tutti i fautori della Pax Putiniana, dal professor Orsini al cantante Povia, concordano nel farci sapere che «la situazione è più complessa».
Cioè, vorreste negare che Putin sia un despota intriso di volontà di potenza che ha in uggia le nostre libertà? «Sì, forse, in parte, ma non proprio: la situazione, infatti, è più complessa. Se la Nato non lo avesse sfidato, lui mai e poi mai avrebbe bombardato. Non ci credete? Significa che rifuggite la complessità».
Portando il ragionamento all’estremo, chi vuole cercarlo troverà sempre un qualcosa avvenuto «prima» della violenza che contribuisce a spiegarla, se non a giustificarla. Lo stupratore va condannato, ci mancherebbe, ma se la ragazza non avesse indossato la minigonna… Lo svaligiatore di case è colpevole, colpevolissimo, però si tratta di un disperato che non andava messo nelle condizioni di non avere più nulla da perdere… Anche il lupo della favola era mortificato dalla purezza fin troppo ostentata dell’agnello. Il quale, sia detto per inciso, non beveva affatto sotto di lui, ma sopra: il classico effetto ottico costruito in studio dagli americani.
Ci stanno facendo venire il complesso di non essere abbastanza complessi. Consoliamoci pensando alla più straordinaria caricatura della complessità: quel don Ferrante che riusciva a negare la peste con dovizia di argomenti, pur avendola addosso. Ma forse anche Manzoni era un sempliciotto.
Iryna Vereshchuk, vicepremier dell’Ucraina e le pretese impossibili
AVETE GIOCATO CON L’ABISSO E ORA CE L’AVETE DAVANTI
dall’antidiplomatico
Di Raoul Kirchmayr
A “Otto e mezzo” di stasera c’è stato un momento – durato una decina di minuti circa – in cui si è capito che un atterrito Massimo Giannini (La Stampa) ha capito. Ha capito che qualcosa non torna più, nel racconto – meglio: nella narrazione – della guerra in Ucraina. Da questa parte dello schermo lo abbiamo capito dallo sguardo sbarrato e dalle labbra serrate in una sorta di smorfia angosciata. Perfino Lilli Gruber è parsa vacillare, non sapendo più da dove e come riprendere il filo del discorso. Poi, con molto mestiere e bravura ha rimediato. L’unico che è parso non sorpreso è stato Caracciolo, il direttore di Limes, che evidentemente non si era fatto soverchie illusioni. E purtuttavia, aveva il volto parecchio tirato, e un po’ scavato.
Insomma, il gelo era sceso nello studio, dopo che – intervistata da Gruber – Iryna Vereshchuk, divisa verde e sguardo di ghiaccio, ha detto a nome del governo ucraino, da lei rappresentato nella veste di vicepremier, le seguenti cose: a) Il governo ucraino sa qual è la verità e ha il coraggio di dirla; b) la verità è una sola; c) il presidente è il popolo, il popolo si riconosce nel presidente; d) no-fly zone subito sulle centrali nucleari; e) intervento militare degli USA in Ucraina; f) garanzie internazionali occidentali, da parte di USA e GB, per l’Ucraina per il dopoguerra; g) Crimea e Donbass restituite all’Ucraina, dopo periodo di monitoraggio internazionale; h) né il riconoscimento delle repubbliche del Donbass né della Crimea né la neutralità dell’Ucraina possono costituire base di trattativa con la Russia.
Giannini, nonostante lo sconcerto – e, immagino, il brivido lungo la schiena – è stato lucido nel far notare a Vereshchuk che, con queste premesse non ci potrà mai essere nessuna trattativa con la Russia. La risposta è stata che l’Occidente deve prendersi ora quelle responsabilità che non si è preso in passato. Caracciolo ha fatto notare alla vicepremier che questa base negoziale forse poteva andare bene nel 2014, certo non ora, con la situazione attuale sia politica sia militare. E che una trattativa realistica non poteva che avere come punto di partenza lo status ante 23 febbraio, poiché gli USA non interverranno mai in Ucraina in un confronto militare diretto, poiché questo significherebbe lo scoppio di un conflitto mondiale. La replica è stata che la Russia va fermata ora in Ucraina perché il conflitto ci sarà ugualmente.
In precedenza, su domanda di Gruber circa le vittime odierne a Donetsk e sul rimpallo delle responsabilità del bombardamento, la risposta è stata che i russi sparano sui (loro) civili per attribuire la responsabilità agli ucraini. Gli ucraini, ha aggiunto poco dopo, sono credenti e sono per l’amore.
Vereshchuk, che ha anche un passato come militare, è laz vicepresidente dell’Ucraina
Ecco, lo sguardo angosciato di Giannini ha restituito l’istante dell’illuminazione, quando ha capito di non aver capito granché su chi fossero i difensori della libertà, su quali fossero i loro obiettivi e su quale fosse il “frame” psicologico – prima ancora che politico – su cui si organizzano le loro decisioni: la mistica del sacrificio. Di questa mistica è imbevuto, per esempio, il culto degli eroi di Maidan. E’ uno dei tanti anacronismi del post-guerra fredda: un pezzo di medioevo partorito dai nazionalismi del dopo-URSS, ideologie di risulta nel vuoto politico della (breve) fine della storia.
La storia ha ripreso da tempo il suo cammino con questi grumi arcaici sopravvissuti chissà come e riportati alla superficie dalle correnti putride dei fascismi postmoderni.
Almeno spero che a Giannini da oggi sia chiara una cosa: è sufficiente ricordare qual è la linea – a quanto pare ufficiale – del governo Zelensky. E la linea è: nessuna linea, diritti allo scontro, verso il sacrificio finale. Se l’Ucraina vincerà, vincerà la verità, se l’Ucraina verserà il suo tributo di sangue lo farà sacrificandosi per la verità. L’Apocalissi non fa paura quando è la verità che deve trionfare.
Auguri, Giannini. Avete giocato agli apprendisti stregoni con l’abisso, ora ce l’avete davanti.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-avete_giocato_con_labisso_ora_ce_lavete_avanti/45289_45600/
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Si vede @viviana che di trattative di pace, o se vuoi, di trattative in generale, ne mastichi poco. Ma cosa ti aspettavi, che le sorti della guerra si decidessero a Otto e mezzo, tra il governo ucraino e la coppia Gruber – Giannini?
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@Viviana
👍👍👍
Gianni
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Grande citazione Viviana
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Non capisco perché Grammellini non si mette l’elmetto e va a combattere se è così interventista. Andate, nuovi eroi della penna, andate a difendere la libertà! Ma vogliamo vedervi al fronte accanto al plotone Azov, di sicuro non avete paura nemmeno dei ceceni!
La ragione è dalla vostra parte, andate!
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Sempre le stesse stupidaggini… MA BASTA!
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Gramellini sempre più nauseabondo. Uno di quelli che ha sempre in tasca la verità, che sta sempre dalla parte giusta, che ci indica la retta via da percorrere. E chi non è d’accordo con lui, che venga zittito, deriso, discriminato, massacrato, lo si fa per il bene comune.
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Abbastanza preoccupante il fatto di dover condividere nuovamente le opinioni di un paraculo come Gramellini. Rimane comunque valida la “Grande Regola”, secondo la quale le vicende umane non sono Teoremi con soluzioni univoche, tra due posizioni non esiste la “Ragione Assoluta” e il “Torto Assoluto”… ma una cosa è certa preferisco essere sottoposto alla “Dominazione Americana” rispetto alla “Dominazione Russa”, e sfido chiunque a dissentire. Certo, si tratta di scegliere il “meno peggio”, che comunque è preferibile al “peggio”!!!
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Scrivi sempre le stesse stronzate, cambia registro, per tua informazione visto che in un post precedente mi hai dato dell’idiota sbarbatello. Ho i capelli bianchi e ho superato da un po i sessanta
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È PROPRIO QUELLO CHE QUELLI COME GRAMMELLINI VOGLIONO CHE TU PENSI: STARE SOTTO QUALCUNO, STARE SOTTO IL MENO PEGGIO, STARE SOTTO TUTELA, COME GLI INCAPACI (CHE NATURALMENTE SIAMO NOI, NON CHI CI GOVERNA).
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Perché non vai a dirlo a tutti i neri massacrati e impiccati perché cercavano di alfabetizzarsi.e a quei neri ammazzati dagli agenti .e perché non vai a dirlo ad Assange e ai cubani ,iracheni, cileni argentini ,nicaraguensi e via via dicendo????
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Uno dei contestatissimi discorsi del prof. Orsini che ha sollevato un’ondata di reazioini sdegnate ed è stato sollevato dalla Louiss che è la sua università (qui è a Piazza Pulita)
“Faccio delle premesse: parlo a titolo personale, sono schierato a fianco dell’Ucraina, non parteggio per Putin e già il fatto che uno debba fare tutte queste premesse è male.
Ci sono troppe informazioni che in Italia non sono passate.
La NATO ha fatto 3 gigantesche esercitazioni militari con scenari di guerra in Ucraina, una nel 2021 che si chiama ‘Brezza marina’ e che ha coinvolto 32 Paesi (quelli europei sono 30), c’è anche l’Australia che non fa parte della NATO ma è come se ne facesse parte.
La NATO ha fatto un’altra gigantesca esercitazione militare nel luglio 2021, si chiama ‘Tre spade’. Ne ha fatta un’altra nel settembre del 2021, si chiama ‘Tridente rapido’. In quel momento Putin stava sparando su delle navi della NATO e ha detto: “Fermatevi!” perché state portando questa situazione a un punto di collasso.
Io mi domando: “Quando succedeva questo, la von der Leyen dov’era?”
Nel 2017 Trump voleva attaccare la Corea del Nord. I suo generali gli hanno detto: “Avremmo un milione di morti”. Trump ha cambiato idea e nel giugno del 2018 è andato a pranzo con Kim Jong Un. Poi Trump ha pensato di invadere il Venezuela di Maduro e gli hanno detto: non lo puoi fare perché avremmo troppi morti nell’esercito americano se portiamo la guerra nel nostro emisfero. e dietro il Venzuela ci sono la Turchia, la Russia e la Cina.
Da studioso mi pongo una domanda: secondo voi, è possibile chiedersi se l’Ue sia una organizzazione politicamente fallita?
Nasce nel 1951 per mettere insieme le risorse fondamentali dell’Europa, poi crea la Comunità Economica Europea nel 1977… per non fare la guerra in Europa. Ora l’Europa regala le armi all’Ucraina. Dov’era la Commissione Europea quando era chiarissimo che Putin avrebbe sfondato il fronte? Nel 2018 era tutto chiaro.
Ora noi, se non capiamo questi passaggi fondamentali, non capiamo se sta per scoppiare un’altra guerra per la Georgia. In Georgia nel 2008 Putin ha fatto la stessa cosa che ha fatto con l’Ucraina; ha creato due repubbliche indipendenti, dove noi nel 1921, altra notizia che non è passata, abbiamo fatto un’altra gigantesca esercitazione della NATO” .
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Alessandro Orsini è direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS e del quotidiano Sicurezza Internazionale. È professore associato nel Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, dove insegna Sociologia generale e Sociology of Terrorism. I suoi libri sono stati pubblicati dalle maggiori università americane e i suoi articoli sono apparsi sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali specializzate in studi sul terrorismo. È specializzato in strategie di ingresso in gruppi violenti motivati da odio ideologico. Ha ricevuto l’idoneità scientifica nazionale di professore ordinario in sociologia generale.
È stato nominato membro della commissione del governo per lo studio dell’estremismo jihadista con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2016. È Research Affiliate al Massachusetts Institute of Technology dal 2011, dove è stato Visiting Scholar nel Department of Political Science e al Center for International Studies. È membro del comitato “scenari futuri” dello Stato Maggiore della Difesa. È membro del comitato scientifico della rivista “Studies in Conflict and Terrorism” (fascia A anvur). È membro del Radicalization Awareness Network, istituito dalla Commissione Europea per studiare e prevenire i processi di radicalizzazione verso il terrorismo (2012-). È stato direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma “Tor Vergata” dal 2013 al 2016.
È stato invitato a presentare i suoi studi in numerose università americane. Tra queste, Harvard, MIT, Johns Hopkins, Brookings Institution, Trinity College, Boston College, New York University, ma anche a Madrid, presso la Fundación para el Análisis y los Estudios Sociales (FAES); in Lituania presso l’Institute of International Relations and Political Science (IIRPS) dell’Università di Vilnius e poi in Turchia, Francia, Inghilterra e Ungheria.
Il suo Anatomia delle Brigate rosse (Rubbettino) tradotto da Cornell University, è stato definito “un libro di alto prestigio intellettuale” dalla rivista di Harvard “Journal of Cold War Studies”, ha vinto il Premio Acqui 2010 ed è stato classificato tra i libri più importanti apparsi negli Stati Uniti nel 2011 dalla rivista “Foreign Affairs”. Secondo “Perspectives on Politics” – la rivista dell’American Political Science Association – Anatomia delle Brigate rosse è “un contributo accademico enorme”. Il Presidente dell’Associazione Italiana delle Vittime del Terrorismo ha proposto di adottare Anatomia delle Brigate rosse nelle scuole italiane. Il suo ultimo libro per Cornell University, Sacrifice. My Life in a Fascist Militia, è uscito nel settembre 2017. I suoi ultimi libri in italiano sono: Isis: i terroristi più fortunati del mondo e tutto ciò che è stato fatto per favorirli (Rizzoli, 2016, vincitore del Premio Cimitile); L’Isis non è morto, ha solo cambiato pelle (Rizzoli, 2018); Viva gli immigrati. Gestire la politica migratoria per tornare protagonisti in Europa (Rizzoli, 2019); Il terrorismo in Africa, a cura di Alessandro Orsini, (Luiss University Press, 2019)
I suoi studi sono stati riportati sul sito del Governo Italiano e sul sito del MIT. La sua ultima intervista sull’ISIS è apparsa in Iran su “Iranian Diplomacy”. Raymond Boudon ha definito “importanti” i suoi studi, di cui ha chiesto la traduzione alla rivista francese “Commentaire”.
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No no meglio Gramellini. Curriculum tra i pochi amici di Roberto Saviano(e viceversa) 😂😂😂😂
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Dunque, mentre i “cattivi” della NATO fanno le loro esercitazioni, il “bravo” Putin verifica, nel mediterraneo e nel mare del Nord, l’efficienza dei suoi “MISSILI CON TESTATE NUCLEARI”.
Ricordo, a chi se lo fosse dimenticato, che l’Italia si affaccia su questo mare, nel complesso piuttosto piccolo…
La Russia annuncia esercitazioni nucleari
PUBBLICATO IL 18 FEBBRAIO 2022 ALLE 16:24 IN RUSSIA
Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha annunciato, venerdì 18 febbraio, esercitazioni militari nucleari di “deterrenza strategica”. Secondo quanto riferito, le manovre si svolgeranno “sotto la guida del comandante supremo delle Forze Armate russe, Vladimir Putin”.
A riportare la notizia, il medesimo venerdì, è stata l’agenzia di stampa russa RIA Novosti. Non è stato chiarito dove si svolgeranno, ma è stato specificato che avranno inizio il 19 febbraio. Secondo quanto riferito, si tratta di manovre che erano state programmate in precedenza per testare i missili balistici e da crociera facenti parte dell’arsenale militare russo. Inoltre, la suddetta testata, con riferimento al Ministero della Difesa, ha riferito che durante le azioni belliche sarà valutata “la preparazione degli organi di comando militari, degli equipaggi di lancio, degli equipaggi su navi da guerra e piattaforme di lancio strategiche”. Alle manovre prenderanno parte le Forze Aerospaziali, le truppe del Distretto Militare Meridionale, nonché le forze missilistiche strategiche. Anche le Flotte del Mare del Nord e del Mar Nero si uniranno alle esercitazioni. Sebbene la Russia abbia affermato che le esercitazioni erano pianificate da tempo, gli Stati Uniti ritengono che Putin abbia deciso di tenerle nel mese di febbraio come dimostrazione di forza, mentre crescono i timori di una nuova invasione dell’Ucraina. In tale cornice, è importante sottolineare che, stando al quotidiano Financial Times (FT), la Russia dispone della maggiore forza nucleare al mondo, con poco meno di 4.500 testate nucleari. Inoltre, secondo le stime dell’intelligence degli USA, Mosca avrebbe dispiegato circa 150.000 truppe al confine ucraino.
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Miglior modo per scatenare i conflitti è evitarli.
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L’unico che parla di buoni e cattivi sei tu, come i gangster citati da Roger Waters.
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Dove ho espresso le parole “buoni” e “cattivi”. Curati!
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Ti cito poi vado a curarmi: “i cattivi della Nato”, il “bravo” Putin.
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Eh, Michele, ma se rispondi a Raikom, mica a torto ti replica “curati!”
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Non è riferito a te ma a Mark Twain
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Ok
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Mio padre, quando io e mio fratello litigavamo e ovviamente ognuno portava le sue ragioni, ci diceva: quando si litiga la colpa è sempre di entrambi. Concetto banale ma quasi sempre giusto.
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Che una volta c’era Montanelli e adesso c’è Gramellini è il segno che qualcosa è andato terribilmente storto nell’evoluzione del giornalismo italiano.
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WOW! Mi stupisce ogni volta come Gramellini riesce sempre a scavare una volta toccato il fondo.
Comunque è vero, la faccia di Giannini ieri era una smorfia di dolore continua ogni volta che parlava la vice ministra dell’Ucraina.
In pratica gli ha distrutto completamente la narrazione che aveva tanto faticato a costruire nelle ultime settimane.
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Alzate la cornetta Amazon vi aspetta . Dalle magliette del Che a quelle di Azov . Per tutti i russofobi c’ e’ lo sconto 3×2
https://visionetv.it/amazon-e-il-pataccone-nazista-sulla-maglietta-vendesi-battaglione-azov-e-stepan-bandera/
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