
(Alberto Negri – tpi.it) – Il «doppio standard» è sempre in agguato, ci avvisa lo storico israeliano Ilan Pappé in un articolo sul Palestine Chronicle. Personalmente mi auguro che ai sofferenti ucraini non capiti quello che è successo ai curdi siriani, utilizzati dagli americani come fanteria nella lotta contro il Califfato – dove ebbero 15mila morti – e poi abbandonati dagli stessi americani al massacro della Turchia di Erdogan. Accadde nell’autunno del 2019. Gli Usa di Trump si ritirarono dal Rojava nel nord della Siria ed Erdogan mandò i suoi soldati e i jihadisti a farli fuori. Quella volta per non lasciarli del tutto alle mercé di Ankara intervenne la Russia di Putin (non tanto per motivi umanitari quanto per sostenere il regime di Assad). L’Europa si sollevò indignata promettendo sanzioni alla Turchia, Paese membro della Nato e governato da un autocrate che con Putin ha molti punti di contatto. Ma per quei crimini nessuno punì la Turchia, che resta anche l’unico Stato dell’Alleanza Atlantica a non aver imposto sanzioni a Mosca. Non un dettaglio.
Nel caso dell’Ucraina a evocare il Medio Oriente, in realtà, è stato lo stesso ministro degli Esteri ucraino, che si era lamentato con l’ambasciatore israeliano: «Ci state trattando come Gaza», aveva detto, furioso, sostenendo che Israele non aveva ancora condannato l’invasione russa ed era interessato solo a far uscire dal Paese i cittadini israeliani o gli ucraini di origine ebraica. Il ministro faceva riferimento all’evacuazione forzata dalla Striscia delle donne ucraine sposate con dei palestinesi nel maggio 2021 [durante gli undici giorni di conflitto israelo-palestinese, ndr], ma intendeva anche ricordare a Israele il pieno sostegno del presidente ucraino in occasione dell’aggressione israeliana ai danni di Gaza.
C’è guerra e guerra
Quando si analizza la crisi ucraina in un contesto più ampio, a emergere non è solo l’ipocrisia occidentale sulla Palestina, ma l’intero sistema di «double standard» in uso in Occidente. Tutto questo senza restare indifferenti, neanche per un istante, alle notizie e alle immagini che ci arrivano dal conflitto in Ucraina: bambini uccisi o traumatizzati, lunghe file di profughi, edifici danneggiati dai bombardamenti e la minaccia concreta che questo sia solo l’inizio di una catastrofe umanitaria ancora più ampia nel cuore dell’Europa. Allo stesso tempo chi ha vissuto le tragedie del Medio Oriente – dalla Palestina alla Siria, dall’Iraq alla Libia, dall’Afghanistan allo Yemen – non può fare a meno di notare l’ipocrisia dell’Occidente, pur mantenendo salde la solidarietà umana e l’empatia con le vittime di ogni guerra.
Ilan Pappé, docente a Haifa ed Exter, ha individuato quattro falsi postulati alla base del coinvolgimento dell’establishment occidentale nella crisi ucraina e ne ha dedotto quattro lezioni. Lezione numero 1: i profughi bianchi sono i benvenuti, gli altri molto meno. La decisione dell’Unione europea di aprire le porte ai profughi ucraini è senza precedenti se si considera la chiusura dei confini della maggior parte dei Paesi europei nei confronti dei rifugiati provenienti dal mondo arabo o dall’Africa. Una selezione razziale che alcuni leader europei non si vergognano a esternare come nel caso del premier bulgaro Kiril Petkov: «I profughi ucraini non sono quelli cui siamo abituati, loro sono europei. Queste persone sono intelligenti e istruite. Non sono i profughi a cui siamo abituati, persone di cui non conosciamo l’identità, con un passato poco chiaro, che potrebbero anche essere terroristi». Petkov non è il solo a pensarla così. I media parlano continuamente di «rifugiati simili a noi», e questo razzismo è del tutto evidente ai confini tra l’Ucraina e i Paesi confinanti.
Lezione numero 2: si può invadere l’Iraq, ma non l’Ucraina. Saddam peraltro fu attaccato dagli Usa sulla base della più grande fake news del XXI secolo, ovvero che Baghdad possedesse armi di distruzione di massa. È difficile trovare un’analisi che sottolinei il fatto che Usa e Regno Unito hanno violato il diritto internazionale e la sovranità di uno Stato quando con una coalizione di Paesi occidentali e Nato hanno invaso Afghanistan e Iraq. L’occupazione di un Paese non è un concetto inventato da Putin: è stato giustificato come strumento politico anche dall’Occidente.
Punti di vista
Lezione numero 3: in alcuni casi i neonazisti possono essere tollerati. Qui non si tratta come ha fatto Putin di giustificare un’invasione per «denazificare» il Paese: questa è solo propaganda portata all’estremo. Ma di constatare che prima dell’attuale conflitto media occidentali come The Nation, The Guardian e Washington Post ci mettevano in guardia contro il crescente potere dei gruppi neonazisti in Ucraina. Il 15 giugno del 2017 il Washington Post sosteneva, con grande perspicacia, che un eventuale scontro tra Ucraina e Russia non avrebbe dovuto farci dimenticare il potere dei gruppi neonazisti ucraini. «Mentre continua lo scontro in Ucraina con i gruppi separatisti filo-russi, Kiev deve fronteggiare un’altra minaccia: i potenti gruppi ultranazionalisti di estrema destra. Questi gruppi non si fanno scrupoli a usare la violenza e questo si scontra con quell’immagine di democrazia europea e tollerante cui aspira Kiev». Ma oggi il Washington Post adotta un atteggiamento del tutto diverso e definisce l’etichetta di neonazismo una «falsa accusa»: «In Ucraina operano diversi gruppi paramilitari come il battaglione Azov e il Pravyi Sector (Settore Destro) che sposano l’ideologia neonazista. Ma nonostante la continua esposizione non sembrano avere un sostegno popolare». Insomma, dobbiamo stare tranquilli: se finiranno a loro, le armi occidentali sono in buone mani.
Lezione numero 4: abbattere un grattacielo è un crimine di guerra solo se accade in Europa. Il governo ucraino è anche incredibilmente filo-israeliano. Uno dei primi atti di Zelensky è stato ritirarsi dal comitato Onu sui diritti dei palestinesi. Zelenski non ha mostrato alcuna empatia nei loro confronti. Nelle interviste rilasciate durante i bombardamenti israeliani su Gaza, nel maggio del 2021, ha affermato che l’unica tragedia nella Striscia era quella vissuta dagli israeliani. Sarebbe come dire che i russi sono gli unici a soffrire in Ucraina. Zelensky non è il solo a pensarla così. I leader che oggi si dicono giustamente sdegnati per i raid distruttivi in Ucraina sono rimasti in silenzio mentre Israele radeva al suolo Jenin nel 2000, Beirut e il Libano nel 2006 e Gaza nel corso degli ultimi quindici anni. Ma nessuno ha mai sanzionato Israele e solo a discuterne vieni tacciato di antisemitismo. Per non parlare delle vittime dei raid americani e Nato in Iraq e Afghanistan. La Brown University ha calcolato che in vent’anni di «guerra al terrore» Usa i morti sono stati 800mila tra Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen e Pakistan. I conflitti iniziati o partecipati dagli Stati Uniti in otto Paesi (Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Somalia e Filippine) hanno provocato almeno 37 milioni tra rifugiati e sfollati interni. Questo non assolve certo Putin dai crimini in Ucraina, ma ci deve far riflettere perché qualche miliardo di persone nel globo ci guarda con una certa indifferenza e diffidenza.
E la stampa nostrana, ferocemente progressista, dove la mettiamo?
https://www.lastampa.it/blogs/2014/11/30/news/i-neo-nazi-imperversano-in-ucraina-ma-il-nazismo-non-e-piu-il-male-assoluto-per-l-occidente-br-1.37251621
Questo articolo ☝️ è stato rimosso, non è più disponibile al pubblico di in paese dove vige una democrazia liberale.
Quando uscì, il giornale era diretto dal signor mario calabresi e la testata faceva parte del “gruppo fiat”; oggi “la stampa” è diretta dal signor massimo giannini e fa parte del gruppo “gedi”, come repubblica, a sua volta diretta dal signor maurizio molinari.
Probabili motivazioni della censura:
1) articolo rimosso perché è una preziosa testimonianza, cioè è vero
2) articolo rimosso perché si sono accorti che è fuorviante o impreciso, cioè crea allarmismo esagerato e/o immotivato
3) articolo rimosso perché è vero ma le condizioni sono cambiate: i gruppi nazi non imperversano più; oppure l’occidente oggi tollera la esistenza dei nazi, specialmente se presenti in un paese amico, cioè sostenuto dagli usa
Non ho altri elementi da aggiungere. Solo il signor massimo giannini, attuale responsabile del giornale “la stampa”, potrebbe chiarire questa storia a dir poco spiacevole.
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👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
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Si’, ma ‘ste cose sono note, le nazioni sono la prosecuzione delle cosche con altri mezzi, e il piu’ pulito c’ha la rogna, noi
itagliani compresi.
Se ognuno degli 8 miliardi di popolazione attuale consumasse come un itagliano medio, il pianeta sarebbe gia’ schioppato, noi possiamo mantenere il cosiddetto standard di vita ‘occidentale’ solo al prezzo della miseria del resto della popolazione mondiale, facciamo schifo tutti, nessuno e’ innocente.
Solo che mentre stiamo a discutere amabilmente il gangster mafioso Vladimiro Vladimirovich (patronimico: figlio di) Putin ha invaso l’Ucraina e se gli va bene questa non e’ che si ferma li’, la scusa dei nazisti e’ patetica, primo perche’ i nazisti legaioli affogaclandestini e i fasci ce li abbiamo qui in Itaglia e alle prossime elezioni il poppolo itagliano probabilmente li mandera’ al governo, secondo perche’ il Putin i fasci, i nazisti e i legaioli europei (ed extra europei) li finanzia, come sa bene Salvoini.
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Praticamente fa le stesse cose che fa qualsiasi altro governo quindi il gangster mafioso ec. ec. Putin e uguale uguale a quelli che gli si oppongono.
Chi vincerà dovrà per forza essere un 1/2 in più.
Sempre che il proverbio sia valido.
Però con il ganster mafioso il gas era a buon mercato così pure tutto quello che ci vendeva
Quindi era gangsterino mafiosetto.
🇷🇺🇷🇺🇷🇺🇷🇺🇷🇺🤔🤔🤔
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“Eravamo stati educati all’idea che per evitare il peggio, per risolvere i problemi non servono discorsi moraleggianti: bisogna cogliere e rimuovere le cause dei conflitti.
Questo significava usare la ragione.
Negli ultimi trent’anni le cose sono cambiate. Si è sviluppata una cultura che consiste semplicemente nel dire chi ha torto e chi ha ragione. Nel 1870 si sarebbe stati a chiedersi chi era l’aggressore e chi era l’aggredito. E porre così il problema significa impedirsi di comprendere la storia, significa non essere adatti ad agire in essa.
Gli intellettuali di matrice “progressista” somigliano sempre più a quegli scolaretti che vogliono fare i primi della classe, quelli che scrivono alla lavagna chi sono i buoni e chi i cattivi.
C’è una santa alleanza a questo riguardo: ci sono quelli che leggono la storia con categorie morali, ci sono quelli che hanno un accesso speciale all’inconscio (come ogni sacerdote, autorizzato alla rivelazione e unici che possono poi comunicarla agli altri), ci sono anche quelli che “bisogna combattere contro gli ortodossi, e gli ortodossi sono scimatici (anche questo c’è).
Al discorso critico, all’analisi delle forze storiche, al tentativo di decifrare i veri moventi della storia si è sostituito il catechismo moralista.
Moralista, ma immorale. Perché morale è la ragione che porta alla luce le cause e mira a rimuoverle.
Il moralismo non mira a questo, mira solo a esacerbare i conflitti, a produrre fanatismo: c’è un aggressore, morte all’aggressore.
Non ci si chiede: come è potuto succedere? Quali cause lo hanno generato? Quali cause bisogna rimuovere per avere la pace, e una pace vera?
Questa cultura ci porterà alla devastazione. E’ una cultura incapace di assumere il punto di vista dell’altro, di cogliere come funzionano le culture, e dunque una cultura totalitaria, che rende impossibile il dialogo.
Entriamo in un mondo multipolare, e per entrarci dobbiamo lasciarci alle spalle questa cultura infantile, arretrata, priva di cultura storica, autocentrata.”
Vincenzo Costa professore ordinario di Filosofia Università San Raffaele
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Ottimo, ottimo articolo. I dimenticati delle guerre evidentemente non arricchiscono abbastanza l’occidente e gli Usa pronto solo ad entrare in gioco quando ci sono interessi ben remunerativi o per piazzare missili nei punti strategici
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Ovviamente, i leader russi non sono stati gli unici ad aver avvertito che l’assorbimento dell’Ucraina da parte della NATO sarebbe stato inaccettabile per la Russia. Alcuni luminari del “mondo libero”, più lucidi della media, avevano lanciato un avvertimento:
– Jack F. Matlock Jr., ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica dal 1987 al 1991, ha affermato nel 1997 che l’espansione della NATO è stata “un profondo errore strategico, che incoraggia una catena di eventi che potrebbe produrre la minaccia più grave per la sicurezza dal crollo l’Unione Sovietica”.
– Il famoso stratega della Guerra Fredda George Kennan ha dichiarato nel 1998 che l’espansione della NATO è stato un “tragico errore” che avrebbe provocato una “cattiva reazione da parte della Russia”.
– Bill Burns, ex direttore della CIA, ha dichiarato nel 2008 che “l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è la più luminosa di tutte le linee rosse” e che non ha ancora “trovato nessuno che consideri l’Ucraina nella NATO qualcosa di diverso da una sfida diretta agli interessi russi” .
– Henry Kissinger, ex segretario di Stato di Richard Nixon, nel 2014 disse: “l’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO”.
– Stephen Cohen, ricercatore americano in studi russi, nel 2014: “se spostiamo le forze della NATO verso i confini della Russia, ovviamente militarizzeremo la situazione [e] la Russia non si tirerà indietro, perché è esistenziale”.
– Malcolm Fraser, l’ex primo ministro australiano, 2014: “il movimento verso est della NATO è provocatorio, sconsiderato e invia un segnale molto chiaro alla Russia”.
– Il famoso studioso John Mearsheimer ha scritto nel 2015 che “L’Occidente sta guidando l’Ucraina sulla strada della guerra e il risultato finale è che l’Ucraina affonderà. Quello che stiamo facendo è in realtà incoraggiare questo risultato”.
– Robert Gates, ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha ricordato nelle sue memorie del 2015 che “andare così rapidamente per espandere la NATO è un errore. Cercare di portare Georgia e Ucraina nella NATO è davvero eccessivo e costituisce una provocazione particolarmente monumentale”.
– William Perry, Segretario alla Difesa di Bill Clinton, nelle sue Memorie spiega che l’allargamento della NATO è la causa della “rottura delle relazioni con la Russia” e che nel 1996 vi era così contrario che, in forza della sua convinzione, “riteneva di dimettersi”.
– Noam Chomsky, grande intellettuale americano, nel 2015 avvertiva: “l’idea che l’Ucraina possa aderire a un’alleanza militare occidentale sarebbe del tutto inaccettabile per qualsiasi leader russo” e che il desiderio dell’Ucraina di entrare nella NATO “non proteggerebbe l’Ucraina, ma minaccerebbe Ucraina con una grande guerra”.
– Vladimir Pozner, giornalista russo-americano, ha affermato nel 2018 che l’espansione della NATO in Ucraina è inaccettabile per i russi e che deve esserci un compromesso in cui “l’Ucraina non diventerebbe membro della NATO”.
– Jeffrey Sachs, economista liberale, scrive nel 2022 sul Financial Times che “l’allargamento della Nato è completamente fuorviante e rischioso. I veri amici dell’Ucraina e della pace mondiale dovrebbero chiedere un compromesso tra Stati Uniti, Nato e Russia”.
– Sir Roderic Lyne, ex ambasciatore britannico in Russia, nel 2021 avvertiva “spingere l’Ucraina nella NATO è stupido a tutti i livelli”. Aggiungendo: “Se vuoi iniziare una guerra con la Russia, questo è il modo migliore per farlo”.
Oggi è stata fatta.
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Tratto dall’Antidiplomatico
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