
(Toni Capuozzo) – Potrei fare a memoria l’elenco degli ospedali bombardati che ho visto da vicino, e spesso bombardati da paesi e uniformi per bene. Conosco abbastanza le miserie delle guerre per riconoscere la stupidità delle armi intelligenti, la vergogna delle trappole – sparare per essere sparati – la macchina delle propagande, le fotografie simbolo, il cinismo dei danni collaterali: gli artiglieri non piangono sui loro sbagli, se sono sbagli. C’è un solo modo di opporvisi: far tacere le armi.
La cosa più importante, quando si negozia, è frenare l’acquisto all’ultimo minuto. Cioè le azioni militari che contribuiscono a sbilanciare a favore di una delle parti le trattative, e vengono pagate da chi muore sul campo. Allora è importante che oggi i due ministri degli esteri si parlino, ma appare evidente che manca una terza parte, in grado di mediare anche sul terreno, ad esempio organizzando e vigilando sui convogli di evacuazione, favorendo e controllando sospensioni del fuoco. Chi poteva essere la terza parte ? Le Nazioni Unite sono bloccate da veti e lentezza. Avrebbe potuto esserlo l’Europa, se non si fosse fatta parte attiva del conflitto, con l’invio di armi e le sanzioni. Non si tratta di equidistanza, nessuna confusione di ruoli tra aggressore e aggredito, nonostante il dibattito su come si sia arrivati all’invasione resti prezioso, come lezione. Si tratta di ricavarsi il ruolo che spetta a una comunità, quella europea, che dovrebbe fondare le sue politiche sul ripudio dei conflitti e sulle negoziazioni. Invece siamo scesi in trincea, e per di più solo simbolica. Li abbiamo adottati, gli ucraini che vogliono essere liberi, ma a distanza. L’unico paese che ci sta guadagnando sono gli Stati Uniti, paese per me caro, ma disastroso nelle sue politiche internazionali. Stavolta gli sta andando bene: è riuscito a mettere nell’angolo l’orso russo, e a logorarlo con la resistenza ucraina. Sì, lo ha spinto tra le braccia della Cina, ma non paga prezzo con le sanzioni, né con il fabbisogno energetico. Ha ravvivato una Nato stordita dall’Afghanistan, e ridotto a muta abbaiante l’Europa, incapace di una sua politica autonoma, lieta di essere unita come non mai, ma unita nell’impotenza. Ripeto, non si tratta di fare i Ponzio Pilato, di non indignarsi davanti alla morte di civili inermi. Si tratta di accompagnare l’Ucraina non a vendere cara la pelle – o, peggio a fare sì che sia l’Ucraina ad accompagnare noi in guerra- ma a una salvezza, con i suoi costi inevitabili (Crimea, Donbass, rinuncia alla Nato), e con i suoi meriti (il risparmio di vite umane, la sopravvivenza delle sue istituzioni, il ritorno dei profughi, la ricostruzione). E di lasciare a Putin l’eredità della sua prepotenza, tra sanzioni, costi umani del conflitto, dissenso interno: le vittorie mutilate e il silenzio delle armi per gli autocrati sono sempre più imbarazzanti del fragore della battaglia.
PS Sì, la foto non sembra una foto di guerra, e neanche una foto simbolo. E’ dall’album di quella ragazza che con altri due stava portando cibo a un canile, ed è morta sotto qualche bomba. Si chiamava Anastassia, credo, ma è una storia di qualche giorno fa, già ingoiata dal diario di guerra.
ottimo Capuozzo.
possibile che i VERI giornalisti rimasti abbiano passato i 70?
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Il più lucido del gruppo ! Mica un tifoso come le bestie che discertano pu..ate in tv e su molti giornali !bravo Capuozzo
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La guerra è terribile perché non è più simile a nessuna delle guerre che potremmo aver conosciuto dentro ai nostri piccoli recinti di sicurezze quotidiane. Dalle scaramucce ai primi litigi alle prime Innocenti bugie per non apparire un colpevole magari di aver fumato una sigaretta di nascosto.
La guerra vera cade sui popoli mentre i signori della guerra, che guadagnano palanche di potere sullo smercio di armamenti a varia potenza distruttiva, si fanno belli alle TV e saggi esportatori di pace, giustizia e di democrazia, (cappero non sapevo che D’Alema o Renzi o calenda o chi per loro, avessero avuto l’intenzione di scrivere la costituzione di paesi di cui non sono i rappresentanti); questo è, purtroppo, la guerra vera che annienta civili e militari in assetto da combattimento , non solo vite umane ma anche il diritto di un popolo ad autodeterminarsi una forma di governo che vive come naturale per la conservazione di se stesso e delle sue tradizioni.
Le ingerenze delle super potenze mirano attraverso guerre incrociate a sovrapporsi come struttura economica e militare di controllo su territori di altre sovranità storiche.
La filosofia della globalizzazione non ha solo aperto le frontiere alle altre economie ed a maxi accorpamenti transgenici, ma ha anche annullato le sottili differenze che si potevano percepire fra noi e un bulgaro o un turco, per esempio, portando tutto sul dualismo del ricco e del povero come del buono e del cattivo.
Coloro che subiscono tali guerre e l’area medio-orientale è ormai un deserto di bombe, dalla Siria all’Afghanistan sono popoli distrutti sul piano civile, umano e economico per decenni avvenire.
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Ci sarà forse pure chi guadagnerà sulla ricostruzione! ? E a pagare il prezzo ? I soliti idioti!
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Non fa una piega.
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Nelle altre guerre non c’erano bambini coinvolti gli ameri-cani usavano bombe intelligenti erano anti bambini e vecchi e anti ospedali.In tutti i reportage dalle guerre in Iraq non è mai stato inquadrato un bambino.Scusate mi dicono che mi sbaglio era pieno di bambii uccisi colpiti dalle bombe al fosforo solo che nessuna televisione ne parlava
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