
(Domenico Quirico – la Stampa) – È difficile fissare il momento del fallimento della guerra. Non tutti gli uomini che la combattono, anche quelli dell’esercito che forse vincerà, quello russo, si sono alzati insieme nel mezzo della guerra. Alcuni non l’hanno scavalcata, o spinta fino in fondo. Non tutti hanno sopportato, con la loro ferraglia più o meno scientifica e tutta perversa, di diventare inumani. L’hanno mancata, la guerra. Per fortuna. E da questa guerra sono stati vinti. Questa guerra d’Ucraina è cattiva perché vince gli uomini. Questa guerra moderna, di ferro e di bugie. Questa guerra scientifica, implacabile in cui non c’è più nulla, nemmeno l’illusione o la forma, di quello che un tempo si bestemmiava come «arte».
I vinti dalla guerra sono i soldati russi che telefonano alle madri, per piangere insieme. Entrati nella guerra non urlando ma a capo chino, spesso ingannati. Non dimentichiamo la loro mirabile nudità, non confondiamoli. Attenzione a non farsi illusioni. la Russia vincerà, forse sta già vincendo. Giorno dopo giorno la resistenza ucraina sotto il semplice peso del nemico si flette, lentamente. Poi di colpo si spezzerà. I russi dominano il cielo e la terra, hanno invaso il cielo come hanno invaso la terra con fragore di aerei e missili.
Hanno artiglieria e corazzati spropositati, schiaccianti. Ma l’esercito russo non è un blocco unico, è attraversato da faglie e da strati, come se fosse formato da classi sociali diverse. Perché anche negli eserciti come nella società che li produce si distinguono classi lontane tra loro, ben riconoscibili nell’abbigliamento, nel mondo di comportarsi, nel rapporto con i superiori. La guerra li costringe a ricominciare da capo, a imparare il mondo, li avvicina alle cose, chiarisce i pensieri. E li separa brutalmente.
Ci sono i soldati “d’élite”, l’ultima generazione di guerrieri creata da Putin sul modello occidentale, ben armati, addestrati, ben pagati, «gli specialisti» che non hanno bisogno nemmeno di una ideologia. Combattere è la loro ideologia, cercano nel vincere la motivazione sufficiente. Professionisti. Lavorano nella costanza definitiva del loro furore, trionfano. Con loro Putin può mescolare tutti i veleni e attizzare tutti i fuochi del suo inferno. Difficile che lo abbandonino. E poi ci sono gli altri.
Quelli che pensavano di andare alle esercitazioni al confine e poi hanno scoperto che venivano catapultati in una “operazione militare”. I richiamati, la leva, i “poilu” con cui si sono sfamate di carne tutte le guerre grosse: che forse a una guerra così, pur vestendo un’uniforme, non avevano mai pensato. Che nel giorno in cui si sono ritrovati in Ucraina sotto le bombe e le pallottole sembravano metallo che usciva dalla terra e ti esplodeva in faccia, hanno vissuto in un attimo una vita intera.
Perché ci sono avvenimenti che di colpo, in una sola prova, esauriscono tutte le possibilità dell’essere. Siete invincibili, avevano gridato gli ufficiali durante l’addestramento, nessuno ha mai sconfitto l’esercito russo. E poi hanno scoperto che la guerra si faceva grottescamente sdraiati per terra, appiattiti al suolo perché gli altri uccidevano.
E con il passare delle notti e dei giorni l’avanzata era lenta in quel il paesaggio che si scioglie nella foschia dell’orizzonte come un immenso mare che si è pietrificato. I poveri caseggiati di campagna, i campi marci e deserti, la facce della gente, ah le facce dei contadini! Era come se fossero a casa. Le stesse città e paesi: modesti e quasi domestici, più che vecchi, invecchiati.
Era come se facessero la guerra alle campagne e alle città dove sono nati e vivono le loro famiglie. Non erano afgani o jihadisti con le tuniche e i turbanti, i dialetti aspri e incomprensibili: erano come loro. Erano loro. Allora questi poveri soldati hanno scoperto di aver fame e freddo e di soffrire. Certo sono molto diversi dai compagni che non parlano che di avanzare, che odiano il nemico che la «loro» vittoria rallenta come un fastidioso ostacolo che abbruttisce un lavoro ben fatto, e chiacchierano solo di città distrutte, di chilometri lasciati alle spalle, del confine che si avvicina. Sì.
La Russia si svuota e in numeri sempre maggiori si ammassa qui nel sud, nel nord, nell’Est dell’Ucraina dove i nonni di questi soldati già avevano combattuto. Ma allora tutto era più chiaro, più semplice: gli invasori erano gli altri parlavano un’altra lingua e soprattutto quella terra era Russia.
Adesso gli invasori sono loro e tutto si confonde. Comincia il momento delle domande. È perchè ora la morte li prende di petto, li prende in tutta la sua larghezza come prima li prendeva la vita. La guerra fa arrugginire gli uomini come i fucili, più lentamente forse ma più in profondità. È successo agli americani in Vietnam, ai sovietici in Afghanistan.
Spesso è stato proprio il dolore delle madri a scombinare i piani dei pedanti della barbarie bellica. In guerra si è sempre in attesa: attesa del cibo, delle munizioni, della benzina per i camion e i carri. E loro rivelano alle madri che le razioni sono scadute, dimenticate da tempo nei magazzini o rubate dai corrotti; che munizioni e benzina non arrivano e sono riservate prima alle truppe d’assalto. Le belle divise nuove sono già piene di fango in queste pianure ancora intirizzite dall’inverno, sono accartocciati e pieni di sporcizia, emanano una tanfo da gamella mal pulita.-
Ormai lo sentiamo dire da tutti i geopolitologi, nessun occidentale morirà per Kiev. La dovranno fare loro, gli ucraini da soli, questa guerra, “il salvatore della patria” li ha portati in questo inferno, lui che poteva dimettersi per salvare il suo popolo e aprire il tavolo delle trattative davanti a tutta l’Europa, ma non lo ha potuto fare, perchè si è sempre limitato ad interpretare quel ruolo e basta; peraltro profumatamente pagato, sembra che abbia comprato una villa a Miami da 34 milioni di dollari e ne abbia tanti, ma tanti altri depositati in banche estere.
E pensare che l’Ucraina è uno dei paesi più poveri dell’Europa.
Putin non può che andare avanti, e non si fermerà fin che non avrà smilitarizzato l’Ucraina, deve mantenere la promessa fatta al suo popolo per le ristrettezze nelle quali si troverà a dover vivere nei mesi futuri, mesi, perchè anche all’Europa cominceranno a pesare le sanzioni che come un boomerang torneranno indietro moltiplicate. Ci siamo in pratica autosanzionati.
Il rublo perde il 30% del valore, ma non è una moneta internazionale, fino ad ora lo era il dollaro o l’euro, sento dire che Putin richiederà i pagamenti delle esportazioni russe in oro o al limite in rubli maggiorate del 30%.
La schizzofrenia russofobica che si manifesta in occidente, per noi Europei non sarebbe nemmeno motivata, perchè avevamo buoni rapporti con la Russia dalla quale dipendiamo per molte materie prime, non solo per quelle che già conosciamo, ma anche per altre per la lavorazione del ferro e acciaio con il rischio di dover spegnere gli altiforni.
I nostri governanti ciechi e sordi ci hanno incaprettato in questa realtà che si manifesterà in tutta la sua drammaticità dopo l’estate.
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Signora Veronica, vorrei sapere da lei come giudica le promesse di un individuo come Vladimir Putin… Le piacerebbe averlo all’Ufficio Personale?
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Tu preferisci D’Alema, confessa!
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Non giudico Putin un pazzo ne’ uno sprovveduto. Da quando ha preso in mano la Russia, dopo la caduta dell’URSS, ha ridato dignità al popolo russo, ha potuto farlo perchè la Russia è autonoma, ricopre da sola 1/8 delle terrre emerse globali, se non fosse stato così non ce l’avrebbe mai fatta! E’ ricca di giacimenti anche di platino e palladio e questo le basta, non avrà mai carenza di acqua come si profila nel futuro per la maggior parte delle terre del mondo.
Detto questo io sono una professionista, non ho uffici del personale, ma non mi sento di denigrare Putin come stanno facendo, alimentando un sentimento russofobico e ridicolo. Per la maggior parte degli italiani che hanno cultura e sanno pensare con il proprio cervello, capiamo che egli non aveva altra scelta, visti violati gli accordi di Minsk. La Russia fa parte dell’Europa geograficamente, se poi non la vogliono politicamente i governanti occidentali, questo è un altro discorso. Purtroppo abbiamo fatto molti errori politici in Europa in passato e continuiamo a farli….
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“[…] Da quando ha preso in mano la Russia, dopo la caduta dell’URSS, ha ridato dignità al popolo russo”
Non chiedo piu’.
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Ma ci vuole cosi’ tanto a capire che il nemico dell’ Europa non e’ ne’ l’ Ucraina ne’ la Russia ? Occorre proprio un disegnino piccino piccino di un pargoletto dell’ asilo ? Lo volete capire che siamo sotto schiaffo di quei signori del rock and roll ?
Spiegatemi perche’ dopo la caduta dell’ Urss si e’ sciolto il Patto di Varsavia , e’ caduto il muro di Berlino , la guerra fredda e’ finita , ma la Nato si e’ sempre piu’ allargata , fino ad andare a rompere i c. ollioni perfino in Albania , quando tutti dicevano che non aveva piu’ motivo di tenerla in piedi , le atomiche le abbiamo noi in primis ancora sotto al c.ulo , Allora ? la colpa pero’ e’ sempre dei Russi . E che ci hanno mai fatto di male a noi questi russi ? Perche’ la piovra americana ci impedisce di cooperare , di collaborare con la Russia diteci perche’ cari nemici di Putin ? E’ una semplice e piccola domanda non credete ? Perche’ lo zio Sam da quando e’ partito il progetto Nort Stream , ha fatto fuoco e fiamme per farci rinunciare al nostro legittimo sviluppo economico e a quello della Russia ? Spiegatecelo voi cari amici buontemponi .. Ora con le loro sobillazioni , le loro zizzanie e le loro corruzioni provocate in tutte le maniere ci hanno fatto l’ ultimo regalo , hanno fomentato lo scontro fraticida tra russi ed ucraini , servendosi di marionette saltimbanchi e frange naziste da sempre attive in Ucraina che ricattano i loro piccoli politicant. L’ ha detto chiaro la Nuland , si f.otta l’ Europa . E noi invece di far blocco comune contro questi signori ci scontriamo fra noi come tifosi allo stadio dividendoci tra pro russi e pro ucraini .
Diteci , diteci , perche’ non possiamo vivere in pace con la Russia ? E i signori di Bruxelles , perche’ non ce lo dicono ? Lo dico io perche’ . perche’ non sono al servizio del popolo europeo ma al servizio di banche e finanza e prendono ordini direttamente dai signori d’ oltreoceano e dai loro cugini di Londra . Ci lamentiamo degli oligarchi russi e ucraini , quando l’ oligarchia ce l’ abbiamo in casa nostra .E noi popolo bue a fare punching ball .
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Ecco cosa vengono a fare in Europa ( in Ucraina ) i nostri eroi dì oltremare
https://www.nogeoingegneria.com/effetti/politicaeconomia/nel-cuore-dellucraina-i-13-bio-laboratori-militari-super-segreti-degli-stati-uniti/
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Arrenditi adesso, e vieni fuori col pacchetto di Marlboro bene in vista!
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Leggo sempre con interesse gli articoli di Quirico, grande inviato di guerra, uomo che ha provato sulla propria pelle la cattiveria umana.
Mi ha colpito questa frase:”
guerra fa arrugginire gli uomini come i fucili, più lentamente forse ma più in profondità. È successo agli americani in Vietnam, ai sovietici in Afghanistan.”
Ecco il Vietnam, l’avevamo rimosso, ma li ci stava un popolo che lottava per la libertà, mentre i nostri amici americani li bombardavano con i B52, li scaldavano col napalm, li eliminavano come a My Lai.
Nessuna corte dell’Aia allora.
Gianni
PS
Per chi vuole approfondire la figura di Domenico Quirico
https://www.lastampa.it/esteri/2016/06/19/news/domenico-quirico-di-fronte-ai-cadaveri-dei-miei-aguzzini-il-rancore-non-ha-spazio-1.34990256/
https://www.rollingstone.it/politica/domenico-quirico-sulla-guerra-in-ucraina-gli-stati-uniti-non-sanno-piu-distribuire-le-carte-nel-mondo/619732/#Part10
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PADRE ALEX ZANOTELLI.
“Mandare armi a un Paese in guerra è contro lo spirito della Costituzione e contro una legge dello Stato, la numero 185 del 1990. Il governo e il Parlamento dovrebbero custodire la legalità, non violarla. È una decisione che mi sconcerta, una follia totale”.
Padre Alex Zanotelli è una voce storica del pacifismo italiano.
Dire che non si nasconda, sulla questione ucraina, è un pallido eufemismo.
“Il ministro della Guerra, Lorenzo Guerini, si è vantato di aver aggiunto altri 3 miliardi alla spesa militare. Così arriviamo a 30 miliardi l’anno. Davvero pensano di rendere il mondo più sicuro così? La mia bussola sono le parole di Papa Francesco: ‘Oggi, con la proliferazione di armi nucleari e batteriologiche,
non può esistere una guerra giusta’”.
Le cito invece il premier Draghi: “Non ci si può girare dall’altra parte”.
E l’Italia “non può limitarsi a incoraggiare l’Ucraina”. Non crede?
La trovo una posizione assurda. Capisco la rabbia del popolo ucraino, ovviamente ha il diritto e il dovere di difendersi. Ma noi dobbiamo domandarci – e chiediamocelo sinceramente – cosa abbiamo fatto come Italia, Ue, Nato, per evitare questa guerra?
L’Occidente ha responsabilità enormi. Ovviamente l’aggressione russa va condannata, non ci sono dubbi, ma se andiamo avanti sulla strada dell’escalation militare, non ci rimarrà che aspettare un inverno nucleare. Invece bisogna forzare i Paesi coinvolti a sedersi intorno a un tavolo e a trovare una soluzione.
La voce del pacifismo è debole, anche a sinistra.
Forse dovremmo smetterla di dire che la pace è tra i valori della sinistra italiana. Mi pare, al contrario, che la sinistra sia Guerrafondaia. Sono stanco di sentire che questa è la prima guerra in Europa: si dimentica la Jugoslavia. E fu D’Alema a portare l’Italia in quel conflitto. La sinistra dovrebbe alimentare, per sua natura, la critica del sistema. Invece assiste complice a una deriva che porta a spendere 2.000 miliardi di dollari in armi all’anno in tutto il mondo.
È una pazzia collettiva.
Domani il movimento arcobaleno torna in piazza ma il volantino della manifestazione è stato cambiato: nella prima versione c’era una posizione chiara sulle armi, poi quei riferimenti sono stati tolti. Anche nel movimento pacifista ci sono un bel po’ di problemi e divisioni, non siamo coerenti con noi stessi. Domani avrò un cartellone tutto mio, per dire no alla guerra di Putin, ma pure alla Nato. La Nato ha combinato un disastro dietro l’altro, ci ha portato in guerre assurde, costruite sulle bugie, come in Iraq. Lo dico con molta chiarezza anche sulla Russia: quella di Putin è una terribile aggressione verso un popolo che ha già sofferto tantissimo.
Un attacco incredibile, assurdo.
Ma è da condannare anche chi ha giocato col fuoco. Dopo la caduta del Muro di Berlino, alla Russia era stato promesso che la Nato non si sarebbe allargata. Invece è arrivata a 30 Paesi, ha inglobato persino Montenegro e Macedonia. Che senso ha?
Conosco la narrativa mainstream. Da giovane ho studiato negli Stati Uniti, ma ricordo come fosse ieri il discorso di congedo dell’ex presidente Eisenhower. Fu profetico: ‘Caro popolo americano – disse – penso che la nostra democrazia sia abbastanza sana, non vedo pericoli dall’esterno. Il pericolo che vedo viene dall’interno: dal complesso militare e industriale di questo Paese’. “
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