La mossa dell’ex funzionario del Kgb è una follia. L’Occidente però ha sbagliato a inondare di soldi Kiev per staccarla da Mosca, facendo sentire la Russia sotto minaccia. Ignorata la lezione di Henry Kissinger: «Far entrare gli ucraini nella Nato porterà solo conflitti».

(Maurizio Belpietro – laverita.info) – Vladimir Putin è un criminale. Anzi, è un pazzo che ha perso la ragione e vive isolato nella sua dacia trasformata in bunker. Di più: è un pericoloso dittatore che non ascolta nessuno e sta portando l’Europa sull’orlo dell’abisso. Non basta? Se non lo fermiamo ci trascinerà verso una nuova guerra mondiale, perché è un Mussolini redivivo, che però dispone di un arsenale nucleare. Le frasi che ho riportato, non sono farina del mio sacco, ma le ho sentite o lette in questi giorni. Ovviamente sono in gran parte condivisibili, perché l’invasione dell’Ucraina, che il capo del Cremlino avrebbe deciso in solitudine e contro il parere dei suoi più stretti collaboratori e delle gerarchie militari, è una follia che rischia di incendiare l’Europa, ma soprattutto di fare migliaia di vittime.
Di fronte a ciò che sta succedendo in queste ore, non possiamo dunque chiamarci fuori, né far finta di niente. Ma con ciò non voglio dire che dobbiamo imbracciare il fucile e arruolarci in qualche forza di rapido intervento, come ho sentito dire da qualche commentatore che al risuonare delle prime esplosioni ha indossato l’elmetto, incitando il governo a mobilitare le truppe. Se dico che come europei, più che come italiani, non possiamo chiamarci fuori è perché, in quel che sta succedendo, Bruxelles ha una responsabilità precisa, che condivide con gli Stati Uniti. Infatti, se siamo arrivati a questo punto, ai blindati dell’Armata rossa che muovono contro Kiev e ai caccia russi che sganciano granate sulle città ucraine, la colpa è di Putin, ma noi occidentali un po’ ce la siamo cercata.
Non voglio sminuire le responsabilità di Mosca e del suo capo. Né voglio prendere le distanze da quelli che sono stati e sono i nostri tradizionali alleati, ovvero l’America, la Nato, i Paesi europei: per quanti affari l’Italia faccia con la Russia e per quanti soldi rischi di perdere con questa guerra, noi dobbiamo stare da una parte sola, cioè da quella dei Paesi democratici. Tuttavia, questo non significa non riconoscere gli errori. E con l’Ucraina se ne sono fatti tanti: per l’esattezza, più di 20 miliardi. A tanto ammontano i soldi che la Ue e gli Stati Uniti hanno regalato al governo di Kiev con la scusa di sostenerne l’economia, la lotta alla corruzione, i progetti di innovazione, le riforme del sistema giudiziario e dello Stato di diritto. Dal 2014 a oggi, l’America ha staccato un assegno da 3,7 miliardi di dollari, l’Europa da 17, a cui ha aggiunto 1,2 miliardi di recente. In realtà, quei soldi avevano un solo obiettivo, staccare l’Ucraina dall’area d’influenza russa. Mentre già tra i due Paesi i rapporti erano al minimo, noi occidentali abbiamo provato a inserirci per guadagnare un po’ di spazio ma, soprattutto, per isolare Mosca. Anzi, per accerchiarla, trasformando quella che un tempo era la cortina di ferro comunista in una specie di cortina di ferro europea. Dopo aver fatto confluire nell’orbita occidentale Polonia, Romania, Bulgaria e altri ex Paesi satellite dell’Unione sovietica, Usa e Ue hanno provato con l’Ucraina, lasciando intravedere un ingresso del Paese nella Nato e in Europa. Alle prime avvisaglie di questo progetto che avrebbe consentito l’installazione di basi militari al confine con la Russia, la reazione di Putin non fu accomodante. Prima l’annessione della Crimea, poi l’insurrezione della popolazione russa nel Donbass, ovviamente sostenuta dalla casa madre. Una guerra a bassa intensità, ma con migliaia di morti, che però invece di indurre a maggior prudenza ha irrigidito le posizioni. A nessuno fa piacere avere i missili nel cortile di casa e forse la mossa disperata e folle di Putin si poteva mettere in conto. Forse si poteva immaginare che, continuando a cercare di attirare l’Ucraina nell’orbita della Nato, qualche cosa di poco raccomandabile poteva accadere. Forse era anche possibile evitare di illudere Kiev sull’ingresso nell’Alleanza atlantica e in Europa. E magari si poteva anche rinunciare ad annunciare al mondo che l’Occidente era pronto a rifornire di armi e di mezzi l’Ucraina nel caso fosse stata attaccata. A seconda dei punti di vista, ciò poteva essere un deterrente nei confronti di una guerra oppure l’innesco di una bomba pronta a deflagrare. A mio parere, la seconda che ho scritto. Ho letto nei giorni scorsi le cronache degli inviati al fronte e i racconti della popolazione che tirava fuori dalla soffitta i vecchi archibugi e ho trovato questi articoli un insensato invito al conflitto. Davvero si può pensare che una milizia volontaria, fatta di anziani e di mamme che da anni non sparano un colpo, si possa opporre ai blindati russi? Credete sul serio che un esercito di partigiani possa combattere e vincere la guerra per conto nostro?
Purtroppo, in Afghanistan l’Occidente ha combattuto e ha perso la faccia. In Ucraina, a quanto pare, le forze democratiche non sono invece disposte a combattere, ma solo a perdere la faccia e l’ultimo brandello di credibilità, nascondendosi dietro a un codice Swift, magica formula che serve per le transazioni finanziarie. Sì, la Russia perderà i suoi soldi e noi i nostri, pagando il triplo le forniture di gas e di materie prime, ma alla fine per l’Occidente il bilancio non sarà né in utile né in pareggio. Ma sarà un esempio di quanto sia inaffidabile.
Vi sembro troppo pessimista o, peggio, un fan di Putin? Beh, allora leggete qui: «Nell’attuale congiuntura, sono comunque gli ucraini a restare l’elemento decisivo. Essi appartengono a una terra dalla storia complessa, teatro di barriere di conflitti dovuti all’esistenza di barriere linguistiche e religiose. Qualsiasi tentativo dell’Ucraina cattolica e di lingua ucraina di dominare l’altra Ucraina ortodossa e russofona condurrà necessariamente alla guerra civile e alla fine dell’unità nazionale. Considerare l’Ucraina come parte del confronto Est-Ovest, spingerla a far parte della Nato, equivarrebbe ad affossare per decenni ogni prospettiva di integrare la Russia e l’Occidente – e in particolare la Russia e l’Europa – in un sistema di cooperazione internazionale. Una saggia politica statunitense verso l’Ucraina avrebbe dovuto cercare il modo di favorire l’intesa tra le due parti del Paese. L’America avrebbe dovuto favorire la riconciliazione e non, come ha fatto, il dominio e la sopraffazione di una fazione sull’altra». Chi lo ha scritto? Il capo del Cremlino o il suo ghostwriter? No. Henry Kissinger, sul Washington Post nel 2014, quando ancora si poteva lavorare per la pace.
giornalisti e giornalai
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-john_pilger_la_guerra_in_europa_e_lascesa_della_cruda_propaganda/8_45211/
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ma sarà pure stato membro dell’organizzazione dei pionieri di tutta l’Unione “Vladimir Il’ič Lenin”,
prima che nel KGB, mai che lo si menzioni
come se tutte le volte che si cita Belpietro
si ricordasse che è stato vittima di un attentato/forse non proprio attentato nella premessa
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Faccio molta fatica a credere a una guerra in Ucraina macerto i media non fanno altro che fomentarla e i politici italiani fanno a garaa chi si fa più servo degli USA, facendoci tutti una pessima figura, quando inquesto momento il dovere di ognuno sarebbe di usare le vie diplomatiche perfacilitare una pacificazione e non certo quello, alla Di Maio, di mostrarepartigianerie e faziosità o di convincere in modo ossessivo alla guerra comegià fu fatto, ignominiosamente, per il Medio Oriente.Penso, come Sergio Romano che di cose russe se ne intende,che l’Ucraina, per la sua posizione e le sue risorse, dovrebbe essere neutralecome la Svizzera e allibisco quando sentire dire in tv che la NATO deveintervenire in guerra contro la Russia perché il suo primo principio è “didifendere i Paesi che ne fanno parte”, visto che hanno tentato di tutto perannettere l’Ucraina alla Nato ma non mi pare che questo sia ancora avvenuto.Oltretutto per quale motivo l’Ucraina che è sempre stata nell’orbita russadovrebbe aderire a un patto nato non certo per mantenere la pace (vedasi Irak oAfghanistan) ma in chiave antirussa.Capisco che gli americani hanno bisogno di un nemico,perché l’odio comune contro un nemico esterno ha sempre loro permesso didistrarsi da eventuali critiche alla scarsa democrazia interna, più simile auna plutocrazia, e ora che hanno perso i talebani, i russi vengono a proposito.E’ anche abbastanza evidente la bassa popolarità di Putin e di Biden, chesembrano appartenere a epoche dimenticate e obsolete e tremo all’idea che lesorti dell’Europa e del mondo siano nelle mani di simili pagliacci, unsettantenne e un ottantenne che sembrano tratti da vecchi libri di storia.Mi suona strano anche che questa guerra venga sbandierataproprio ora che è terminato il gasdotto americano che porta in Turchia il gasrubato all’Afghanistan, ma non sento nessuno che ne parla. E trovo allucinanteche i prezzi di tutte le materie energetiche siano balzati alle stelle ‘in viapreventiva’, quando nulla è cambiato negli approvvigionamenti e nelle scortecome nei contratti del gas di provenienza russa. E vedo che grazie anche soloalla minaccia di questa guerra gli introiti di Eni e Enel sono già diventatistratosferici, sulla linea di Draghi che tutto va bene purché crescano i ricavidei colossi, e chi se ne frega dei popoli? Del resto quando siano ridicole ledichiarazioni sull’energia pulita lo ha ben dimostrato la Von der Leyen quandoha messo il nucleare nell’elenco delle energie verdi.Al di là delle balle sparate ormai 24 ore su 24 dai nostrimedia, parrebbe ovvio che una Russia esiste ma un’Europa no, che questa Europaè disseminata da basi militari americane, che agli USA sarebbe piaciuto moltoallargarle fino ai confini russi, che non era proprio pacifico insistere chel’Ucraina entrasse nella Nato, il che avrebbe portato gli americani a metterebasi proprio sul confine russo nonché ad appropriarsi anche delle riccherisorse ucraine, prendendo il monopolio del gas.Meglio sarebbe stato per tutti che l’Ucraina fosse rimastaneutrale. Invece si sta ripetendo la sceneggiata degli americani esportatori dipace ma di questo tipo di pace il mondo e specialmente l’Europa non ha nessunbisogno. Per questo ci sarebbe bisogno di leader europei e di Ministri degliEsteri che operano per la pace e non che mangiano tartine al buffet mentre recitanocome marionette la loro schiavitù a un’America guerrafondaia e in mala fede. Mala politica è morta e l’Europa non è mai nata, quindi, a questo punto tutto èpossibile. Ci tocca di sentire una serie di stronzate sul cattivo Putin, suBiden difensore atlantico, sui leader europei uno più vile che mai, sul balledel tipo che in 70 anni l’Europa non ha mai conosciuto guerre (e il Kossovo? El’intervento unanime per 10 anni nelle guerre di invasione americane?). Eintanto che tutti parlano solo di guerra, è passato in cavalleria il Covid e leleggi nefaste di quelli che lo usano in modo malefico per costringere icittadini all’ubbidienza totale fregandosene di chi perde il lavoro o viene sospeso.L’Ue è nata con 6 Paesi. Che ci combinava portarci dentroPaesi estranei agli elementi comuni agli europei come la Polonia, la RepubblicaCeka, la Slovacchia o l’Ungheria? C’è stato un momento con Berlusconi che gliUSA insistevano per infilare in Europa persino la Turchia (!) e Israele (!)perché faceva loro comodo. E Berlusconi li appoggiava così come oggi liappoggia Salvini, come un momento prima di erano dichiarati americanisti,banderuole senza onorabilità, buoni solo a ingraziarsi i potenti secondo ilmomento.L’Unione europea è buona solo a imporre sanzioni e leggiiperliberiste ai suoi Stati membri. Quando però deve fare una politica esteradiventa di pappa, è l’inesistente cane da riporto degli USA, forte coi deboli,debole coi prepotenti, il che, prima o poi, dovrebbe finire.
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Putin un criminale …Quanto l’ex cav amico di Belpietro lo elogia e si vanta di essere suo grande amico lui non ha niente da dire a riguardo.
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Perché la Russia ha attaccato: la traduzione del discorso di Putin – 24 febbraio 2022 – 14:29 •••
«Cari cittadini russi. Cari amici.
Oggi ancora una volta ritengo necessario tornare sui tragici eventi tragici che stanno accadendo in Donbass e sulle questioni chiave per garantire la sicurezza russa. Inizierò con ciò che ho detto nel mio discorso del 21 febbraio, partendo da quello che ci fa quindi sprofondare in uno stato di preoccupazione e ansia: le minacce nei nostri confronti che di anno in anno, passo dopo passo, sgarbatamente e senza tante cerimonie, sono state avanzate da politici irresponsabili in occidente. Intendo l’estensione del blocco NATO a est, cosa che permette all’Alleanza di avvicinare le sue forze ai nostri confini.
Negli ultimi trent’anni siamo stati pazienti e abbiamo cercato di negoziare con i leader dei paesi della NATO sui principi di uguaglianza e sicurezza in Europa. In risposta alle nostre proposte, abbiamo ricevuto soltanto inganni e menzogne, a cui si aggiungono i tentativi di pressioni e ricatti. L’alleanza nordatlantica, nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, ha continuato la propria espansione, facendo avanzare la loro macchina da guerra verso i nostri confini. Perché sta succedendo tutto questo? Da dove viene questo modo sfacciato di parlare di posizioni di esclusività, infallibilità e permissività, trattando i nostri interessi e richieste legittime con un atteggiamento incurante e sprezzante. […]
Le forze nel mondo si sono rivelate divise e questo ha portato a una conclusione: i precedenti trattati, gli accordi, la persuasione non funzionano più. Chiedere non risolve nulla. Tutto ciò che non si addice all’egemone, al potere, viene dichiarato arcaico, obsoleto, non necessario. E viceversa: tutto ciò che sembra loro vantaggioso è presentato come la verità ultima, spinta a tutti i costi, rozzamente, con tutti i mezzi. I dissidenti vengono ridotti in ginocchio. Dopo il crollo dell’URSS gli Stati Uniti si proclamarono, insieme agli alleati, come i vincitori della Guerra Fredda e avvenne la redistribuzione dei territori nel mondo. Questa però avrebbe dovuto tener conto degli interessi di tutti i Paesi coinvolti, e invece no. Uno spirito di euforia e di assoluta supremazia prevalse e le cose si svilupparono in modo diverso. Senza alcuna sanzione da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, hanno condotto una sanguinosa operazione militare contro Belgrado, dove per diverse settimane continui bombardamenti devastarono la città. Devo ricordare questi eventi ad alcuni colleghi occidentali a cui non piace farlo. Poi è stata la volta dell’Iraq, Libia, Siria: tutte accomunate dal fatto di essere state invase con forze militari non legittime. Nel caso della Libia, le decisioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU hanno portato alla distruzione dello Stato, alla nascita di un enorme focolaio di terrorismo internazionale e di una catastrofe umanitaria. Una tragedia che ha condannato centinaia di migliaia di persone, non solo in Libia ma in tutta la regione, dando origine a massicci esodi verso l’Europa.
[…] Un posto speciale in questa serie di eventi è riservato all’Iraq e alla sua invasione senza alcune base giuridica, inscenata su quella che si rivelò poi una menzogna: la presenza di armi di distruzione di massa nel Paese. Un enorme bluff da parte degli Stati Uniti. I risultati dei loro interventi non solo hanno portato a numerose vittime, ma anche a una pesante ondata di terrorismo. L’impressione generale nei Paesi in cui vengono a imporre il loro ordine è quasi ovunque la medesima: sangue, ferite non cicatrizzate, terrorismo ed estremismo è tutto ciò che portano con sé.
[…] Tornando alla Russia, ripeto che con le loro parole siamo stati ingannati. Il loro comportamento non è solo contrario ai principi delle relazioni internazionali ma anche, e soprattutto, agli standard generalmente accettati di moralità, giustizia e verità. Il tutto si è rivelato soltanto un mucchio di bugie e ipocrisia. A proposito, diversi politici, scienziati e giornalisti americani scrivono e parlano di cosa si nasconda realmente negli Stati Uniti: un impero delle bugie. Come non essere d’accordo? Loro restano tuttavia il grande Paese rappresentante la spina dorsale degli Stati satellite, che docilmente e in modo sottomesso li supportano in qualsiasi momento e occasione, anche copiando i loro comportamenti e accettando le regole imposte. Sono sicuro che si possa dire che tutto il cosiddetto blocco occidentale si sia plasmato sul modello degli Stati Uniti, assumendo sembianze imperiali. Dopo il crollo dell’URSS anche noi ci siamo aperti nei loro confronti, lavorando onestamente sia con gli Stati Uniti sia con i partner occidentali, anche a condizione di un disarmo unilaterale con cui di fatto hanno cercato di finirci e distruggerci completamente, finanziando perfino i mercenari separatisti nel sud della Russia. Noi abbiamo resistito e abbiamo spezzato la spina dorsale del terrorismo internazionale nel Caucaso. Ma loro (occidentali) continuano a minacciare i nostri valori per imporci i propri, tentando di corrompere la nostra gente. Questo non accadrà mai. Nonostante tutto, nel dicembre 2021, abbiamo comunque tentato ancora una volta di trovare un accordo con gli Stati Uniti e i suoi alleati sul principio di sicurezza in Europa e sulla non espansione della NATO. Tutto è stato vano, la posizione degli Stati Uniti non è cambiata. Non ritengono necessario negoziare con la Russia e perseguono i propri obiettivi, trascurando i nostri.
Naturalmente ci siamo chiesti: “Cosa fare?”, “Cosa aspettarsi?”. Dalla storia è arrivata una lezione. Era il 1941 e l’URSS cercava di prevenire o almeno ritardare l’inizio della guerra, non provocando il potenziale aggressore. Non servì a nulla e il 22 giugno la Germania nazista, senza dichiarare guerra, ci invase. Allora riuscimmo a fermare l’avanzata del nemico, schiacciandolo, a un costo umano però elevatissimo. Dunque il tentativo di placare gli aggressori alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale si è rivelato un errore che è costato caro alle nostre persone. Non faremo lo stesso errore una seconda volta. Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente e impunemente, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico. Oggi hanno grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Ne siamo consapevoli e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, nonché la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente. Ripeto, li valutiamo senza illusioni, in modo estremamente realistico. Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna anche dopo il crollo dell’URSS resta una potenza mondiale, con un proprio arsenale nucleare e altro ancora (nuovi tipi di armi). Nessuno dovrebbe dubitare del fatto che un attacco diretto al nostro Paese si tradurrebbe in distruzione dell’aggressore. Ci sarebbero terribili conseguenze per chiunque.
Allo stesso tempo lo sviluppo militare adiacente ai nostri confini rappresenta una minaccia per la Russia in costante crescita: se lo permettessimo, la situazione rimarrebbe tale per i decenni a venire o forse per sempre. Mentre la NATO si espande a est la situazione per il nostro Paese peggiora sempre di più, diventando pericolosa. Non possiamo più permettercelo: un’ulteriore espansione delle infrastrutture dell’Alleanza, compreso lo sviluppo militare nel territorio dell’Ucraina, è inaccettabile per noi. Questa presenza a est sta nutrendo nei territori storicamente affini alla Russia un sentimento di ostilità verso la nostra Patria. Si tratta di territori posti sotto il pieno controllo esterno fortemente plasmato dalle forze della NATO. Questa situazione porta la Russia di fronte un bivio: vita o morte? Da questa decisione dipende il nostro futuro, come Stato e come persone. Questa non è un’esagerazione ma la realtà: c’è una vera minaccia alla nostra porta, e rappresenta un pericolo per i nostri interessi e per l’esistenza stessa del nostro Paese. C’è in gioco la sovranità della Russia. La linea rossa, citata diverse volta, è stata superata. Loro l’hanno superata.
Anche i tentativi, durati 8 anni, di risolvere la questione in Donbass sono stati vani. È stato dunque necessario fermare immediatamente l’incubo di questo genocidio contro i milioni di abitanti che fanno affidamento esclusivamente sulla Russia. Soltanto su di noi. Il loro dolore è stata dunque la nostra motivazione principale per riconoscere le Repubbliche popolari del Donbass.
[…] Le Repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di assistenza. A questo proposito, ai sensi dell’articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione russa e in applicazione dei trattati di amicizia e assistenza reciproca ratificati dall’Assemblea federale il 22 febbraio di quest’anno con la Repubblica popolare di Donetsk e Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale. L’obiettivo è proteggere le persone che per otto anni hanno subito abusi e genocidi da parte del regime di Kiev. Per questo ci adopereremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa. Voglio ribadire che i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza.
[…] Gli eventi di oggi non sono collegati al desiderio di violare gli interessi dell’Ucraina e del popolo ucraino, ma sono connessi alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio lo Stato e stanno cercando di usarlo contro il nostro Paese e il suo popolo. Ripeto, le nostre azioni sono semplice autodifesa contro le minacce che si stanno creando nei nostri confronti. Per quanto difficile possa essere, vi chiedo di capirlo e di collaborare per voltare al più presto questa tragica pagina e andare avanti insieme, per non permettere a nessuno di interferire nei nostri affari, nelle nostre relazioni, ma per costruirli da soli, in modo tale da creare le condizioni necessarie per superare tutti i problemi e, nonostante la presenza di confini statali, di rafforzarci nel nostro insieme. Credo che questo sia il nostro futuro.
Vorrei anche rivolgermi al personale militare delle forze armate ucraine… Cari compagni.
I vostri padri, nonni, bisnonni hanno combattuto i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, ma oggi i neonazisti hanno preso il potere in Ucraina. Voi avete giurato fedeltà al vostro popolo e non alla giunta antipopolare che saccheggia il Paese e deride queste stesse persone. Non seguite i suoi ordini criminali. Vi esorto a deporre immediatamente le armi e ad andare a casa. Mi spiego meglio: tutti i militari dell’esercito ucraino che lo faranno, potranno lasciare liberamente la zona di combattimento e tornare dalle loro famiglie. Ancora una volta, sottolineo con forza: ogni responsabilità per un possibile spargimento di sangue sarà interamente sulla coscienza del regime che regna sul territorio dell’Ucraina.
Adesso voglio dire alcune parole importanti, rivolgendomi a coloro che potrebbero essere tentati di intervenire negli eventi in corso. Chiunque tenti di ostacolarci, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, deve sapere che la risposta della Russia arriverà immediatamente e porterà a conseguenze che non avete mai visto nella storia. Siamo pronti per qualsiasi scenario. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese, spero di essere ascoltato.»
(Putin)
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Grazie, Viviana, per aver riportato l’intero discorso di Putin, di cui ci sono state trasmesse solo le minacce conclusive e non le motivazioni.
Non sia mai che potessimo avere un quadro più ampio della situazione e addossare qualche responsabilità agli USA, la grande democrazia dei miei stivali…che tutti noi lucidiamo con la saliva, interminabilmente.
Qualcuno scrisse, sulla stampa e su questo blog, che Biden ci avrebbe portato in guerra.
Non ci avevo creduto.
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“Gli Usa non hanno né amici permanenti né nemici permanenti: hanno solo interessi”
(Henry Kissinger)
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Viviana , la crisi europea va di pari passo con la crisi delle classi dirigenti di tutta Europa purtroppo Mancano i De Gaulle , gli Helmut Schmidt , gli Aldo Moro e non menziono qualche inglese da sempre doppio giochisti con il piede in due scarpe . In realta’ americani travestiti .
Non so se lo sai De Gaulle mando’ a quel paese la Nato , tirando fuori la Francia , poi arrivo’ credo Chirac che rientro’
Schmidt grande ex leader tedesco fu l’ unico che critico’ duramente anche la Germania su quello che si stava perpetrando con la Grecia Ma non lo cagarano neanche di striscio
Craxi ( si Craxi ) e Aldo Moro ebbero il coraggio di dire e fare quello che tutti sappiamo e fecero la fine che fecero .
Ora , guardati intorno , fatti un riassunto e puoi vedere coi tuoi occhi cio’ che abbiamo , esserini , come dice il grande Alceste .
Non osa nessuno dire una parola , che dico una parola , neanche un respiro di troppo verso i nostri ” alleati ” e le loro pretese egemoniche . Se vuoi leggere o ascoltare qualche parola di critica alla politica attuale iamericana devi andare sui siti americani stessi , sempre se i signori di big tech non ii abbiano oscurati.
Com’e’ che con Trump invece queste classi dirigenti europei facevano tutti la voce grossa ? Te lo sei domandato ?
Con questa amministrazione tutti tacciono come mai ?
Io una risposta ce l’ ho , ma per ora la tengo per me .
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MI tocca dare ragione a Belpietro pensa te….
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Le democrazie hanno bisogno di pace.
Le dittature hanno bisogno di emergenze.
Finita l’emergenza sanitaria, comincia subito quella bellica.
In entrambe i più ricchi godono e i più poveri soffrono.
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SERGIO ROMANO:”Dopo la Guerra fredda,l’Occidente doveva smobilitare la Nato,struttura nata al tempo della contrapposizione col Patto di Varsavia.Collassato quest’ultimo non aveva senso tenere in piedi un assetto militare che sarebbe stato visto come struttura di pura aggressione”
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appunto , Sergio Romano e’ stato un grande giornalista , oggi puoi dire la stessa cosa ?
Conoscitore anche della realta’ russa come il compianto G. Chiesa
Oggi dove sono giornalisti italiani di tale caratura .
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Esatto. Si è sempre denominato un borghese “conservatore”, nel senso di “conservare” ciò che di buono c’era in giro, anche l’ inesausta voglia di capire e studiare, autonomamente e lontano dalle mode..
Purtroppo non ha avuto la medesima visibilità degli ex fascisti Scalfari, Bocca… Tutti “progressisti”.
Tutti passati dall’ altra parte. Al momento giusto, mica prima… Addirittura anche convertiti: sta arrivando la pallida mors, non si sa mai…
Romano sempre ateo, da sempre.
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