
(Francesco Erspamer) – La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi, scrisse Carl von Clausewitz, che era un generale prussiano ma ciò nonostante un grande intellettuale e politico, come molti nella sua epoca. Oggi non ce ne sono più: trent’anni di neoliberismo selvaggio hanno reso la politica quasi irrilevante: perché la politica funziona a livello della polis, anche di una polis allargata come la nazione, dunque di ambiti sociali concreti, territoriali e culturali, e invece si dissolve nel magma indistinto e in gran parte virtuale del mondo attuale, dove la gente passa la maggior parte del tempo, in particolare quando giovane, sana e attiva, a fingere che la realtà sia a sua immagine e somiglianza piuttosto che a confrontarsi con essa e che ad adattarsi a essa. Per farla breve, la politica è un eccellente strumento di intervento sulla realtà e sulle collettività ma è del tutto inefficace nei confronti della virtualità e dei solipsismi di massa.
I quali però, solipsismi e virtualità, non sono una nuova realtà; sono una fuga e una temporanea rimozione della realtà fisica e sociale, che continua a esistere a operare, checché i sacerdoti delle nuove tecnologie e Elon Musk vogliano farvi credere. Così quando le tensioni arrivano a un punto di rottura, non potendo essere affrontate politicamente, non resta che ricorrere alla guerra, direttamente, senza passare attraverso la politica. In questo senso la guerra non è più la prosecuzione della politica: è ormai l’unica possibile forma di politica. È un ritorno della politica e un ritorno alla politica. L’importanza di von Clausewitz sta nell’aver compreso e teorizzato che la guerra è possibile solo in presenza di comunità politiche. È tragico che, due secoli dopo, si sia arrivati al punto in cui le comunità soppresse dalla globalizzazione e dalla mediocrazia possano esprimersi solo attraverso la guerra.
Il conflitto in Ucraina rappresenta un’altra occasione per tornare alla politica, dopo quella (che ormai abbiamo clamorosamente mancato) della pandemia. È un bagno di realtà che giornali, televisioni e social stanno già cercando di anestetizzare e ridurre a uno spettacolo hollywoodiano. Ammettiamo che la criminalizzazione di Putin abbia successo, che i buoni trionfino e la Russia venga umiliata e annientata, come sognano Biden e quasi tutti gli americani (che almeno hanno in mente i colossali profitti che farebbero le loro multinazionali una volta che potessero liberamente saccheggiarne le risorse) nonché Di Maio e tanti italiani, che non ci guadagneranno niente ma fare i servi gli piace proprio, come per secoli prima del Risorgimento. Davvero volete un pianeta totalmente dominato da un’unica potenza economica e tecnologica? Un pianeta, sì, pacifico ma per mancanza di autonomie, di differenze, di politica, per assenza di polis, di Stati, di culture, omogeneizzato da Amazon e dalla Apple (non necessariamente da Washington) e governato esclusivamente, come da sempre auspicato dai profeti del capitalismo e dell’individualismo, dalla mano invisibile del Mercato?
A proposito di spettacolo hollywoodiano (genere catastrofico), per la serie “Nucleare sicuro” che tanto piace ai bimbi buoni:
Kiev: “Perso il controllo della centrale nucleare di Chernobyl”
L’Ucraina ha perso il controllo della centrale nucleare di Chernobyl, dove si è combattuto oggi intensamente. Lo ha reso noto il Consigliere del Presidente Zelensky Mykhailo Podolyak precisando che in questo momento Kiev non ha informazioni sulle condizioni in cui si trovano i reattori spenti, la zona di confinamento e il magazzino delle scorie nucleari. L’agenzia Unian denuncia che i dipendenti del sito sono di fatto in stato di sequestro.
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Secondo voi, che cosa voglio dire con questo link:
https://www-nytimes-com.translate.goog/1998/05/02/opinion/foreign-affairs-now-a-word-from-x.html?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=en&_x_tr_pto=wapp
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Che “qualcuno” che vedeva lontano, in entrambi i sensi (passato e futuro), più di 20 anni fa, aveva capito dove sarebbe andata a parare l’espansione della Nato.
Purtroppo, la guerra che ne sta derivando non è affatto fredda…
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E quindi io sono…?
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Ennio,
… e quindi tu sei stato molto gentile a fornirci questo articolo😆😜
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No, a fronte del contenuto dell’articolo sono la mia stessa geometrica impotenza di fronte alla Storia.
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Oppure: un morto che rutta l’impotenza dei propri pensieri stravaccato dinanzi uno schermo.
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L’analisi migliore di quanto avviene in Ucraina mi sembra quella di Sergio Romano.
https://www.ilriformista.it/intervista-a-sergio-romano-lucraina-sia-neutrale-come-la-svizzera-281674/.
Non fa sconti a nessuno.
Gianni
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Kayakmare,
👍🏻👍🏻… e molto interessanti anche gli articoli successivi.
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Ma che ti sei fumato, Erspamer?
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