I Paesi occidentali tolgono pian piano tutte le restrizioni che si sono rivelate inutili. L’Italia incredibilmente lo fa solo a parole: tutti celebrano il ritorno alla normalità, ma tra quattro giorni gli over 50 senza super green pass non potranno più lavorare. I ricatti non funzionano: malgrado l’obbligo 1,5 milioni di persone non si sono «piegate».

(Maurizio Belpietro – laverita.info) – «L’Europa dice addio alle restrizioni», titolava ieri con un poco di entusiasmo il Corriere della Sera. Peccato che mentre la maggior parte dei Paesi del Vecchio continente abbia deciso di revocare le misure anti Covid, l’Italia non solo le mantenga, ma addirittura le inasprisca, perché da lunedì nei luoghi di lavoro per chi ha più di 50 anni sarà necessario esibire il green pass rafforzato. E non è finita: dall’inizio di febbraio è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per i soli cinquantenni, i quali se non adempieranno al diktat del ministero della Salute si vedranno recapitare a casa una multa dall’Agenzia delle entrate. Forse vi parrà strano, ma entrambi i provvedimenti, cioè quello che riguarda l’obbligo nei luoghi di lavoro e l’iniezione imposta per decreto a chiunque abbia superato una certa età, sono una peculiarità italiana, che oltre a non avere basi scientifiche (il green pass rafforzato è un certificato che non attesta lo stato di salute, ma che il titolare del passaporto verde ha ricevuto un certo numero di dosi di vaccino) non ha eguali in Europa.
La Gran Bretagna, che l’altro ieri ha annunciato il ritorno alla normalità, mai si era sognata di introdurre obblighi vaccinali e nemmeno si era permessa di applicare delle misure che discriminassero i cittadini in base al numero di punture fatte. Nei luoghi di lavoro non era richiesto alcun green pass, ma neppure nei ristoranti e l’unica disposizione prevista erano i test di ritorno dai viaggi all’estero, oltre che periodi di isolamento per le persone non vaccinate che fossero state in Paesi ritenuti a rischio. Ora però Londra ha deciso di abolire la quarantena anche per i positivi, decidendo di affrontare il Covid alla stregua di un’influenza. Certo, Boris Johnson è ritenuto un pazzo furioso, un giocatore d’azzardo che rischia la vita dei sudditi di sua maestà. O per lo meno così lo dipingono i giornali di casa nostra. Lo zazzeruto premier britannico sarà anche un tipo originale, che ama organizzare festicciole a Downing street anche quando i connazionali sono in lockdown. Tuttavia, finora ha avuto ragione lui, perché, grazie al fatto che le chiusure sono state più contenute delle nostre e i divieti si sono ridotti al minimo, oggi l’economia inglese, nonostante la Brexit e le catastrofi annunciate dalle varie Cassandre che si vedono in tv, gira meglio della nostra. Le scelte bizzarre dell’ex giornalista dello Spectator, a differenza di ciò che vi vogliono far credere, non sono state pagate in termini di vite umane, in quanto i decessi in rapporto alla popolazione sono leggermente più bassi dei nostri: 159.000 su quasi 68 milioni di abitanti contro 150.000 su 60 milioni. Dunque, chiudere tutto, inventarsi complicazioni inutili come il green pass, aumentare gli obblighi, compresi quelli dei tamponi, e impedire ai pensionati di ritirare la pensione se non sono in possesso del famoso certificato verde non ha né salvato vite umane né ha ridotto i contagi, che infatti sono continuati a crescere, anche tra i vaccinati in possesso di passaporto rafforzato e di tripla iniezione.
Ma se l’Inghilterra fa caso a sé, anche perché è la patria dei diritti e della Magna Carta, non sono da meno gli altri Paesi. In Danimarca il governo ha deciso il ritorno a una vita normale, eliminando il pass ma anche le mascherine. In Svezia sono state cancellate le restrizioni agli orari dei ristoranti e dei club e l’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici, mentre nella Repubblica Ceca è già decaduto il certificato per entrare nei locali pubblici al chiuso. Francia e Polonia non si sono ancora adeguate, ma hanno annunciato che lo faranno nelle prossime settimane, mentre in Spagna i divieti sono già stati accantonati.
Dunque, è vero che l’Europa dice addio alle restrizioni (ma anche in America e in altri Paesi gli obblighi stanno svanendo), come ha scritto il Corriere della Sera, ma a fronte di chi riapre e toglie i divieti l’Italia ne introduce di nuovi e si guarda bene dal togliere quelli passati. A meno di non considerare un «ritorno alla normalità» l’abolizione della mascherina all’aperto, altra disposizione che, insieme al green pass, non ha alcuna motivazione scientifica o sanitaria. Si può capire l’uso di un dispositivo di protezione nei luoghi affollati o al chiuso, ma che senso ha costringere le persone a indossare la mascherina mentre camminano all’aperto in una via semideserta? Non c’è medico, a meno che non si tratti di un virologo costretto a recitare la parte in tv, che non riconosca come il dispositivo mentre si passeggia sia una stupidaggine bella e buona, che può piacere solo a Roberto Speranza, il quale, come è noto, di salute ne sa quanto un assessore all’urbanistica di Potenza.
Sì, l’Europa torna alla normalità, come dice il Corriere. Ma a leggere i dpcm del nostro governo viene il dubbio che l’Italia non faccia parte dell’Europa. Anzi, viene il sospetto che sia una Repubblica non fondata sul lavoro, come recita la Costituzione, ma sull’emergenza sanitaria. Per la gioia di chi con l’emergenza guadagna fama e conserva la carriera politica.
Non avrei mai pensato, fino a pochi mesi fa, di trovarmi perfettamente d’accordo con Belpietro! Oggi è scaduto il divieto della mascherina all’aperto ma la maggioranza delle persone ancora la porta: siamo senza speranza ma abbiamo Speranza…
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E facevi male….
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Nonostante tutto, in materia sanitaria mi fido di più del parere dei medici che di quello dei politici, degli industriali, di chi guadagna in borsa, dei giornalisti. Meno che meno di quello degli spacciatori di droga che la vendono fuori dalle discoteche.
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Quindi sono bravi solo i medici italiani?
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Belpietro scrivi cose che hanno senso, però smettila di avercela con Speranza, le restrizioni e quant’altro non le decide solo lui o pensi che il ministro della salute possa adottare dei provvedimenti senza che siano approvati da Draghi? E infatti scrivi di dpcm che certamente sai che significa decreto del presidente del consiglio dei ministri. E chi è il PDC? Non è forse il “rettile”?
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Esatto. Belpietro nasconde meticolosamente in ogni articolo ogni riferimento a Draghi. Questo continuo nascondere qualsiasi collegamento tra la vera responsabilità decisionale e il Presidente del Consiglio è così evidente che risulta patetico.
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Premetto che ad una prima impressione il ministro Speranza sembra persona perbene.
Forse è capitato nel posto (ministero) sbagliato nel momento sbagliato.
Tuttavia un po’ di sincera autocritica non farebbe male anche a lui.
E soprattutto potrebbe evitare le autocelebrazioni pubbliche “abbiamo piegato la curva dei contagi” altrimenti dovrebbe assumersi anche la responsabilità di dire “abbiamo fatto impennare la curva dei contagi” ad ogni inizio inverno.
Che poi Belpietro eviti scientemente di criticare direttamente il primo ministro, siamo d’accordo.
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Appena ho letto il titolo in homepage, ho subito pensato: questo è sicuramente quel gran paraculo di Belpietro. E come ti sbagli?
Come ho già evidenziato più volte (l’ultima ieri), non vale la pena di buttare tre minuti per leggerlo, bastano tre secondi: il tempo che serve per aprire l’articolo, premere CTRL+F, digitare “draghi” nella finestra di ricerca che compare e verificare che non ci siano corrispondenze (la prima è in questi due commenti), dopodiché si può tranquillamente passare ad altro.
P.S: Bellattentato è solito attribuire i provvedimenti recanti la firma del Draghi Mario ad un generico “Speranza e compagni”, stavolta si sarà scordato le (cattive) compagnie.
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Speranza e’ semplicemente la marionetta che e’, come Bel pietro era (ed e’ ancora, se serve) il burattino della mummia di Arcore, il tutto e’ falso, il falso e’ tutto, la politica vera ai nostri giorni e’ solo illusione ottica. …https://www.youtube.com/watch?v=W1w0vM9dubI
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Se l’amore di un cane può essere talmente vero
Che ci segue dovunque e si fida ciecamente di noi
Ci protegge e non ci lascia mai soli,
Come un ombra dai contorni vaporosi e stupendi.
Se l’amore di un uomo può essere tanto falso,
Come parole inanellate ma gettate nel fango,
Parole sporcata dall’assenza dei gesti che Mimino il canto che nasce da dentro
Se un uomo è un cane, se un cane è un uomo
Se un uomo è un cane, se un cane è un uomo
Ma io
Non accetto patenti da nessuno!
Sono un cuore ribelle che abbraccia il mondo intero
Ma nel mondo mi perdo e trovo tanto dolore
Che le lacrime di un dio non affogheranno mai;
le mie mani, il mio saluto, i miei addii
In faccia alla gente che non dice e non da mai niente per niente
Se l’amore di un cane può essere meraviglioso
Se l’amore di un uomo può essere così perverso,
Ci ammaliamo d’amore senza sapere il perché, con un cuore gonfio che cerca solo il mare
Un mare dover poter naufragare
E piangere di ciò che sentiamo perduto per sempre come una parte di noi
Se un uomo è un cane se un cane è un uomo
Se un uomo è un cane se un cane è un uomo
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CHE FALSARIO.
I soliti trolletti che corrono ad adorarlo come un messia, l’importante è che sparli dei kompagni.
E pensare che all’inizio si lamentava per la mancanza delle mascherine, in LOMBARDIA, laddove la giunta fascio-legaiola si era ostinata ad ordinarle tramite la centrale d’acquisto regionale ARIA ad aziende inesistenti, per mancato aggiornamento dei database fornitori.
E a battere sui danè, per il NORD ovviamente e per i bottegai evasori fiscali.
Prima pagina di lunedi 15 marzo 2020
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La prima pagina del 17 marzo 2020 è un florilegio dele cazzate su cui specula da sempre.
Il covid rallenta (se seee…), pochi soldi (Erano 25 MILIARDI, con successivi aumenti dello scostamento fino ad arrivare ai fondi del PNRR)
La De Mari accusava il governo per il numero record di decessi, in Lombardia. Ma la sanità non era materia di competenza delle regioni?
Il solito sciacallo capezzone accusa la troppa visibilità e centralità di Conte nell’avere una voce e regia unica per affrontare la pandemia.
E due giorni prima pretendevano la nomina di Bertolaso a commissario unico. coerenza!!
Borgonovo riproponeva un evergreen fascio-legaiolo, ” La BOMBA migranti!”. E pazienza se il contagio fosse arrivato da est e Nord, invece che da Sud.
Infine l’idea che avremmo richiesto IL MES, visto come un cappio al collo, cedendo alle pressioni dei renziani.
MAI RICHIESTO.
L’importante non è la verità fattuale, ma la propaganda inquinata che richiede una ripetizione di falsità fino alla loro completa consapevolizzazione da parte dell’opinione pubblica che si lascia soggiogare dai loro strepitii.
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