(Roberta Labonia) – Nausea, provo tanta nausea. Scriverti in queste ore, signor Luigi Di Maio (d’ora in avanti ti chiamerò così), mi costa fatica. Mi sono presa un paio di giorni per smaltire la delusione, approfondire le dinamiche di quanto accaduto e farmi un idea quanto più possibile vicina alla realtà di quale sia stato il tuo ruolo in questa partita del Quirinale.

Ho ricostruito i passaggi salienti relativi alle giornate convulse e decisive di venerdì e sabato scorso a ridosso dell’ottava chiama, quella che ci avrebbe consegnato il Mattarella bis, la tua seconda opzione dopo Draghi o sbaglio? (e non avresti disdegnato Casini! ). Mattarella, una figura delle Istituzioni che tutto avrebbe voluto fuorché farsi carico di un altro settennato al Colle o, come è più probabile, di fare da segnaposto a Draghi giusto il tempo che si andrà alle elezioni. Ma quando Draghi comanda… Ebbene, il quadro che ne ho tratto è chiaro: se è vero come è vero che Letta, nel pomeriggio di venerdì, dopo aver blindato con Conte e Salvini l’operazione Elisabetta Belloni, (la stessa che nelle stesse ore definivi “mia sorella”, ricordi?), la sera è stato stoppato last minute da pezzi del suo stesso partito, è altrettanto vero che tu hai giocato un ruolo importante nel silurare questo accordo. Com’erano le battute che ti sei scambiato alla Camera con la piddina dell’ultima ora Lorenzin, riferendoti a Conte e Salvini? “Giocavano sul fatto che io non ne sapessi niente” e ancora: “due furboni, abbiamo capito che aria tirava e con Guerini (ndr il ministro della difesa capo della corrente renziana del Pd), abbiamo bloccato tutto”. E così è andata, salvo poi definire “indecorosa” sotto il profilo mediatico quella operazione che tu stesso hai contribuito a silurare.

Le finalità del tuo operato credo di averle ben comprese: l’operazione Belloni andava stoppata perché avrebbe fatto ombra a sua draghita’ di cui oggi sei il più fedele dei servitori: sua draghita’ si sarebbe vista scavalcata da un alta funzionaria da lui appena promossa ai servizi segreti (peraltro con mere funzioni di coordinamento, dov’era il conflitto? ). L’operazione Belloni andava stoppata perché Giuseppe Conte, che l’aveva messa sul tavolo per primo, ne sarebbe uscito come il vero vincitore. E anche questo non potevi permetterlo. Avrebbe fatto ombra a te che, diversamente da Alessandro Di Battista che il Movimento ha tentato con scarso successo di scalarlo dall’esterno, stai dando prova, ormai platealmente, di volerlo scalare dall’interno. Obiettivo: trasformarlo, insieme ai centristi, nella Democrazia Cristiana 2.0., una “balena bianca” del terzo millennio dove ti saresti ritagliato una poltrona in prima fila. Tu, signor Luigi Di Maio, nell’arco degli ultimi due anni sei diventato il Renzi, il guastatore dei 5 Stelle ( oggi ti ci vedo a liquidare Giuseppe Conte con un renziano “stai sereno”…). Provo disgusto per il cinismo e la scorrettezza con cui sabato sera, convocata la stampa, hai sparato ad alzo zero sul tuo capo politico senza prima confrontarti con lui.

Tanto è bastato, l’ultima “prova d’amore”, perché l’incestuoso consesso masso-politico-mediatico ti riconoscesse parte del suo DNA: il più giovane dei ministri della nostra Repubblica, un ragazzo anti Sistema entrato nelle Istituzioni con spirito rivoluzionario, oggi coptato nella peggiore delle partitocrazie che la nostra Repubblica ricordi. Non è un caso se proprio stamattina l’italovivo Luciano Nobili, con il suo sgradevole tono in falsetto, davanti le telecamere si è espresso nei tuoi confronti in termini entusiastici. E non solo lui, ieri il totiano Emilio Carelli, uno dei tanti transfughi 5 Stelle, ha offerto a te e la tua “corrente grillina” (operazione espressamente vietata dal nostro nuovo Statuto che anche tu hai contribuito a definire), di fare asse comune in vista delle elezioni amministrative di primavera. Del resto a portarlo nel MoVimento, Carelli, eri stato tu e ti ricambia la cortesia… Le principali testate nazionali che fino a ieri ti davano beffardamente del “bibitaro” sottolineando tutti i tuoi problemi con i congiuntivi, oggi ti incensano come un novello statista, pronto per un prossimo premierato.

Tutto bello, appagante e, te lo dico spassionatamente, meritato. Hai lavorato sodo per guadagnarti questo pezzo di cielo. Peccato solo che, per ottenerlo, hai dovuto venderti l’anima, tradire i tuoi compagni, la base degli iscritti e, ciò che è peggio, tutti i tuoi elettori, quelle quasi 12 milioni di anime che il 4 marzo del 2018 ti hanno portato al governo del Paese per rifondare le nostre Istituzioni. Chiediti perché (ma già lo sai bene), Giuseppe Conte, nonostante sia stato per ben due volte a capo di un governo conquistandosi il rispetto e l’affetto di una grande parte degli italiani, della UE e di tutta la comunità internazionale, nel nostro Parlamento ancora oggi è visto come una minaccia, un corpo estraneo da espellere. Te lo dico io: perché è un uomo, un politico integerrimo che, pur non ricorrendo al linguaggio dei vaffa, è portatore di contenuti politici rivoluzionari perché tarati nell’esclusivo interesse della collettività. Lui non si è fatto ammaliare dalle sirene del potere e mantiene integra la sua coscienza e la sua autorevolezza. Oggi ti possiamo annoverare a pieno titolo fra i suoi tanti accoltellatori. Non so come andrà a finire questa vicenda, se te e Giuseppe Conte riuscirete a ricucire lo strappo (sempre che tu lo voglia ma, soprattutto, che lo voglia la nostra base). Io so solo che la delusione mia e come me quella di tanti iscritti che in questi anni hanno avuto fiducia in te, è tangibile. Se per te ancora rappresenta un valore definirti un “pentastellato” dovrai cospargerti il capo di cenere. Ma tanta.