
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Quel fatale sabato mattina, Giorgia Meloni era nella sua stanza al sesto piano di Montecitorio e si apprestava a incoronare Presidente una donna in rima, Elisabetta Belloni, quando sul cellulare le apparve un messaggio del sodale Salvini: «Sei in ufficio da te?». E la sventurata – in senso manzoniano, s’intende – rispose. «Allora salgo», scrisse quel noto improvvisatore, che negli sms sa essere molto più conciso che davanti alle telecamere. Meloni aspettò al sesto piano. Aspettò un minuto, dieci minuti, mezz’ora, ma di Salvini neanche l’ombra di una felpa. Appena un lancio di agenzia le annunciò che il suo socio aveva indossato quella di Mattarella, Meloni reagì con un tweet ormai passato alla Storia: «Non voglio crederci».
Creda a me, allora. Noi uomini, prima di essere di destra o di sinistra, siamo uomini e come tali costituzionalmente inaffidabili. Diciamo una cosa e ne facciamo un’altra. Non è detto che sia sempre un male. Ogni tanto è sintomo di elasticità: Mattarella si era negato al bis, poi per fortuna ha cambiato idea. Quanto al prode Salvini, messo alle strette, confermava di essere entrato in ascensore con l’intenzione di salire al sesto piano, ma di essere sceso al quinto, dove casualmente c’erano i giornalisti. Lì, in un momento di sconforto, ha consumato il tradimento. E dopo non se l’è più sentita di andare a confessarlo all’interessata. Con una tecnica maschile perfezionata nei secoli, ha ritenuto più prudente darsela a gambe per le scale.
“Noi uomini, prima di essere di destra o di sinistra, siamo uomini e come tali costituzionalmente inaffidabili.”
Sbagliato: non uomini, ma maschi. Se fossimo uomini (e quando davvero lo siamo) non abbiamo nulla a che spartire con il Salvini di turno.
Ma lo stesso vale per le femmine. Lo aggiungo perché l’impressione è che ormai basta che abbia il proverbiale buco che va sempre bene (il buco sul quale, in tempi migliori per tanti aspetti, si poteva ancora scherzare senza passare necessariamente per misogini). Invece di oche ce se sono tante: almeno tante quanti sono gli “ochi”.
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“Ogni tanto è sintomo di elasticità: Mattarella si era negato al bis, poi per fortuna ha cambiato idea.”
SBAGLIATO: Mattarella si era negato al bis, ma non ha cambiato idea: ci aveva soltanto raccontato una frottola! Lecito e normale, in politica.
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“…ci aveva soltanto raccontato una frottola! Lecito e normale, in politica.”: un par de palle! Lei boccuccia confonde “lecito” con “disdicevole” e “normale” con “comune”.
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Comprendo il suo punto di vista e in parte concordo. Concordo sul fatto che raccontare frottole sia disdicevole, su questo ritorno dopo, e sull’aver usato normale nel senso di comune. Deformazione professionale, quando ci si occupa di statistica…
Il mio pensiero è che non dovrebbe essere affatto né normale, né comune. A quanto pare invece è nella natura dei viventi, animali o vegetali, “mentire” in qualche modo per ottenere qualcosa: lo fanno gli animali mimetizzandosi, lo fanno i vegetali attirando con fiori, colori e odori, lo fanno i venditori, lo fanno i predicatori dal pulpito… mentire è la norma e dire la verità è l’eccezione. Disdicevole? Certo, soprattutto quando lo fa un politico.
Lecito. Purtroppo è anche lecito, infatti non ci sono leggi che vietano di mentire, men che meno quando sei un politico in campagna elettorale.
Io sono disgustato e mi sento tradito perché avevo veramente creduto a Mattarella e non ho pensato che fosse una sceneggiata. Ripensandoci invece… pure la tipa che si dice stupita che il presidente risponde alla sua inserzione. Che ingenuo sono stato.
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LECITO: Consentito dalla norma o dalla convenienza sociale, morale, religiosa.
ERGO (cit.), non è affato lecito!
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e.c.: affatto
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“lo fanno gli animali mimetizzandosi”: ma per piacere!
MENZOGNA: affermazione contraria a ciò che si sa o si crede vero, o anche contraria a ciò che si pensa; alterazione (oppure negazione, o anche occultamento) consapevole e intenzionale della verità.
Come può mentire uno che non ha scelta, eh? Me lo dica…
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“Deformazione professionale, quando ci si occupa di statistica…”
R… e’ assegnato.
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Il matteuzzo come quell’altro tradisce i suoi principi ogni tre x due, e allora waffa waffa e waffa
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E’ del tutto evidente a cosa si siano ridotti i “giornalisti”: a inventarsi di sana pianta avvenimenti e dialoghi ai quali non sono stati presenti con tanto di virgolettato ed orologi virtuali alla mano persino per cronometrare fantomatiche attese. Ottimi sceneggiatori.
E noi commentiamo pure… Direi che siamo proprio alla frutta.
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