Vedendo un nugolo di giornalisti chiedere ad un vigile urbano, in mezzo a Corso Rinascimento mentre passavano auto e bus, che cosa pensava di queste votazioni, mi è tornato in mente il film geniale di Peter Sellers.

Tratto da un romanzo del 1970, Sellers era stanco di essere identificato con il ruolo dell’ispettore Clouseau pertanto volle fortemente un ruolo diverso che segnasse la sua carriera. E ci riuscì alla grande.

Narra di un poveretto orfano, inetto, sfigato, incapace di tutto, mentre camminava, senza accorgersene, rischiava spesso di morire dentro una buca o di essere investito. L’unica soddisfazione era il giardinaggio.

Divenne inconsapevolmente ricercato da tutti. Anche dalla politica.

Per sua fortuna venne investito dalla moglie del presidente degli Stati Uniti. Venne portato nella sua casa e alle domande di politici e del presidente stesso rispondeva con banali e illogiche frasi.

Nessuno riusciva a capire fino in fondo le sue metafore, le allusioni, per lui del giardinaggio, per gli altri allocconi, di politica internazionale, di finanza mondiale, di consigli filosofici applicati alla vita moderna.

E così, dopo la morte del presidente degli Stati Uniti, all’epoca del film l’uomo più potente della terra, tutti si sentirono persi, orfani di una guida.

E pensarono che lui fosse l’uomo giusto: il più sciocco e stupido della terra.

Nel passato ci sono state infinite votazioni per eleggere il presidente della Repubblica ma nessun politico, dico, nessun politico mai aveva fatto trapelare il nulla, il vuoto, la vacuità dell’inconsistenza non solo dell’uomo, del politico, ma della politica tutta nel suo insieme.

Chi ha avuto la fortuna o la sfortuna di passeggiare per il centro di Roma in questi giorni avrà avuto modo di vedere il nulla nelle folle di giornalisti di ogni genere accalcate fuori dei bar alle 8 e 30 del mattino; le auto blindate accatastate sui marciapiedi, le forze dell’ordine in grande forma e pochi sparuti politici alla ricerca del nulla.

È strano ma è in questi casi che si apprezza di più il Barocco romano.

E la vacuità del bergamasco.

Baldo degli Ubaldi