(Bartolomeo Prinzivalli) – Era ben chiaro a chiunque avesse il cervello appena più grande di una nocciolina, la candidatura del Silvio nazionale è sfumata come da copione. Forse l’unico a crederci dall’inizio è stato proprio lui, con gli ultimi due neuroni rimasti ottenebrati dalla prospettiva di dare un colpo di spugna definitivo a tutte le magagne giuridiche e smontare il teatrino dei ricoveri al San Raffaele stranamente in coincidenza con le mille udienze. È ironico come il più eclatante delinquente politico sia diventato in vecchiaia una vittima dell’intero arco costituzionale, il perfetto capro espiatorio dei presunti alleati nel centrodestra che avendogli concesso il contentino adesso avranno le mani libere per il nome vero già pronto da tempo, la perfetta vittima sacrificale di Pd e M5S che già si attestano il merito dello scampato pericolo grazie alla propria resistenza granitica fra gli applausi della tifoseria.

E dicevano fosse divisivo, invece ha compattato tutti. Fra petardi, coriandoli e stelle filanti anche i giornalisti, uniti ai vari esponenti politici, continuano indisturbati col mantra del non poterci, in Italia, permettere il lusso perdere contemporaneamente Draghi e Mattarella, veri indispensabili di cui ricordo siano stracolmi i cimiteri, attestando altresì l’inutilità dell’intera classe politica attuale, incapace di fare a meno di cotanti salvatori della patria (evidentemente nessuno dei leader partitici avrà il coraggio di presentarsi alle prossime elezioni se è convinto di non poter gestire un paese in tale situazione). Dal canto proprio, Mattarella ha già deciso di averne più che abbastanza, mentre Draghi, il nonno al servizio delle istituzioni, se non dovesse realizzarsi ciò a cui ambisce è pronto a mandare a fanculo le stesse istituzioni, e forse pure i nipoti. Che spettacolo!

Ma torniamo al caro Silvietto, che con l’ultimo colpo di coda ha sparato il veto proprio sul divino rettile alato, inchiodandolo a Palazzo Chigi per togliergli quel ghigno a mezza bocca. Basterà? Di certo c’è il fatto che i 345 tra senatori e deputati in meno siano un deterrente più che sufficiente a scongiurare elezioni anticipate, vero flagello, altro che pandemia, per cui un nome uscirà fuori e sarà votato al più presto per eliminare lo spauracchio, conservare scranno, emolumenti e privilegi.

Intanto invece di dire grazie a noi, grazie alla nostra determinazione o grazie a mio cuggino che gli ha telefonato e l’ha dissuaso, ringraziate lui, perché ancora una volta inconsapevolmente ed involontariamente ha sistemato una situazione ingarbugliata solo mettendoci la faccia tirata e incerata per poi perderla, immolandosi senza nemmeno rendersene conto.

Una statua equestre sarebbe il minimo…