(Claudio Bozza – corriere.it) – Due ministri dello stesso governo a tavola (seppur di partiti avversi) non sarebbero una notizia politicamente rilevante. Ma nello scatto romano che ritrae Giancarlo Giorgetti a mangiare con Luigi Di Maio, a fare la differenza è il momento in cui è stata scattata. Cioè al termine di una giornata di scontro molto intenso all’interno della Lega , con il ministro dello Sviluppo economico, solitamente parco di parole, che ha sparato due siluri mica da poco verso il suo segretario.

Prima, mentre Salvini sta trattando con Berlusconi e Meloni la strategia per il Quirinale, Giorgetti ha lanciato la proposta di Draghi al Colle «per un semipresidenzialismo de facto». E poi, sempre rivolgendosi al leader del Carroccio: «Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori».

Una strategia d’accerchiamento, potrebbe essere definita quella di Giorgetti, che di certo ha un obiettivo dichiarato: deviare la Lega verso il porto europeo del Ppe, piuttosto che quello della destra spinta .

È in questo contesto che la pizza «antisovranista» Da Michele, sulla Flaminia, con il ministro degli Esteri assume un sapore particolare. Anche il numero uno della Farnesina, seppure senza farlo pubblicamente, sta infatti giocando una sua partita interna, con analoga spinta europeista. Ed entrambi i ministri sono molto più «draghiani» dei rispettivi leader. Tant’è che appena 24 ore prima, Di Maio aveva difeso con forza i risultati che il governo sta ottenendo e dicendo un «no» secco al voto anticipato.