(Giuseppe Di Maio) – Quella che passò sotto il nome di “strategia della tensione” fu il periodo più nero della nostra storia recente. La strategia si proponeva di diffondere un clima di inquietudine tra la popolazione per costringerla a dare consenso alle forze politiche che parlavano di ordine e sicurezza. Insomma fu il periodo in cui i padroni volevano il potere assoluto a forza di bombe. Essi cercarono di nascondere accuratamente il legame tra gli attentati e i loro responsabili, e poi tra gli autori delle stragi e i mandanti. Come succede purtroppo alle macchinazioni italiane, il progetto è stato svelato con estremo ritardo e confuso con miriadi di dubbi e fandonie.

Oggi le destre ridiscendono in piazza (tutt’altra roba da quando in piazza c’erano i lavoratori, e le destre per mettere loro paura li facevano saltare per aria), e questa loro discesa sembrerebbe in apparenza parte della stessa strategia. Giuliano Castellino e Roberto Fiore di FN assaltano la Cgil; Meloni condanna l’aggressione ma non sa chi siano gli assalitori; Salvini vuole la destituzione dell’incapace Ministro dell’Interno; nel momento in cui i responsabili vengono identificati Meloni non prende le distanze dai fascisti; Tajani, Salvini e Meloni, tutti insieme, non vogliono lo scioglimento di Forza Nuova. Cioè, dice Meloni nella sua interrogazione parlamentare a Lamorgese: sapevate che i nostri si stavano organizzando e voi non avete fatto niente per calcolo politico. Adesso volete che si sciolga un partito che ha la sola colpa di non essere stato represso in tempo. La strategia sembrerebbe uguale, eppure non è la stessa: perché non è la stessa destra, e perché gli italiani sono ormai diversi. Sessant’anni fa l’Italia era conservatrice, oggi è reazionaria; allora le destre erano tragiche, oggi sono cialtrone. Il metodo è lo stesso, ma le classi sociali a cui questi attuali figuri si sono alleati sono diverse.

Ad esempio il governo dei migliori (migliori perché garantiscono gli interessi dei padroni) è prontamente diventato il governo degli ignavi. Ma gli ignavi sono costretti comunque a governare, mentre le destre fanno esclusivamente campagna elettorale. Esse, come diceva il generale prussiano von Moltke, marciano separate e colpiscono unite, cosa che poi spiega la loro idea di fedeltà a questo governo che fu creato solo per estromettere dalle decisioni importanti i 5 stelle e la sinistra. Cioè proprio quelli che oggi si danno da fare per mettere fuori legge il neo PNF, che promuovono agli occhi dell’elettorato questa loro politica fatta di parole, di bocciature di una destra sleale e facinorosa. Quelli che, come la sinistra, sono incapaci di offrire una vera proposta politica. Peccato che anche gli ottimi Conte e Perilli davanti alle telecamere assomigliavano a deputati eletti nelle file del PD. Essi, nel portamento, nel lessico, e nel contenuto, sono ormai indistinguibili da Letta e &, e votare per gli uni invece che gli altri diventa una scelta veramente difficile.