(Grazia Longo – la Stampa) – Mentre in Francia si adottano misure sempre più rigide per il Green Pass, rendendolo obbligatorio anche nei bar e nei ristoranti all’aperto, in Italia cresce la polemica di chi lo boicotta. Soprattutto sui luoghi di lavoro.

Nel Torinese, a Campiglione Fenile, per domani sono proclamate due ore di sciopero, con uscita anticipata su tutti i turni, alla Hanon System. Lo ha deciso la Rsu Fim-Cisl per protestare contro l’annuncio dell’azienda, specializzata in componenti elettronici, di consentire l’accesso alla mensa solo ai dipendenti in possesso di Green Pass.

Davide Provenzano, leader della Fim-Cisl Torino, incalza: «Si discriminano i lavoratori e si viola la loro privacy, mettendoli alla gogna davanti ai colleghi senza considerare i motivi per cui qualcuno non ha ancora fatto il vaccino».

Venti di protesta anche nel mondo della scuola. In una nota unitaria i sindacati dichiarano: «Basta diktat, la scuola non si riapre per decreto. Serve il confronto». E spiegano: «La decisione di adottare il Green Pass per il personale scolastico, con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal governo in modo unilaterale, nonostante amministrazione scolastica e sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali».

L’altissima percentuale del personale della scuola che responsabilmente si è sottoposto alla vaccinazione, «pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino», affermano le sigle sindacali.

E non va bene neppure sul fronte degli steward incaricati di eseguire i controlli negli stadi e negli eventi legati allo spettacolo. Secondo la circolare del Viminale dovranno controllare i Green Pass all’ingresso e richiedere l’esibizione di un documento di identità in caso di evidenti incongruenze o anomalie, ad esempio una donna che mostra il certificato verde a nome di un uomo.

Ma Ferruccio Taroni, presidente dell’Associazione delegati alla sicurezza, stigmatizza: «La circolare del Viminale genera errate interpretazioni. Stiamo suggerendo e continueremo a suggerire ai delegati della gestione degli eventi, durante i Comitati per l’ordine pubblico, di usare persone diverse, quindi non steward, per il controllo del Green Pass. Noi interverremo solo nei casi in cui sarà necessario esibire il documento di identità. Gli steward sono già pochi per controllare i biglietti. Le società dovranno avvalersi di volontari, come uomini delle forze dell’ordine in pensione».