È costata battaglie legali, faide interne e interminabili mediazioni. Ma la prima legittimazione della base per Giuseppe Conte dovrebbe arrivare in queste ore. Gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno infatti votato fino alle 22 di ieri il nuovo Statuto, premessa necessaria per affidare, con una nuova consultazione già nel fine settimana, il ruolo di capo politico all’ex premier.

(pressreader.com) – di Luca De Carolis e Lorenzo Giarelli – Il Fatto Quotidiano – È costata battaglie legali, faide interne e interminabili mediazioni. Ma la prima legittimazione della base per Giuseppe Conte dovrebbe arrivare in queste ore. Gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno infatti votato fino alle 22 di ieri il nuovo Statuto, premessa necessaria per affidare, con una nuova consultazione già nel fine settimana, il ruolo di capo politico all’ex premier.

Per convalidare la votazione serviva il quorum del 50 per cento +1 degli aventi diritto, ovvero almeno 56.947 dei 113.894 iscritti da almeno 6 mesi al Movimento. Un dato che già intorno alle 19 di ieri, dunque tre ore prima della chiusura delle urne, fonti del Movimento riferivano come “molto vicino”, per un “cauto ottimismo”. Con una novità rispetto al passato, perché per la prima volta la base si è espressa utilizzando la piattaforma SkyVote, con cui il Movimento ha sottoscritto un contratto di utilizzo dopo il divorzio da Rousseau. E le scorie sono ancora evidenti, visto che anche ieri l’avvocato Lorenzo Borrè, da anni punto di riferimento di espulsi e dissidenti, ha fatto sapere all’Ansa di essere pronto a fare ricorso per conto di diversi iscritti M5S che lamentano di non aver potuto accedere alla consultazione nonostante – a loro dire – ne avessero diritto.

Si vedrà. Al momento resta l’attesa per quell’ufficialità che sancirebbe una svolta politica per il M5S. Conte, da mesi leader in pectore in attesa di formalizzare l’investitura, aveva detto di non accontentarsi di una “risicata maggioranza”, convinto che per farsi carico di una rivoluzione interna così incisiva fosse necessario un consenso senza equivoci. Per questo il raggiungimento del quorum al primo tentativo era l’obiettivo dell’ex premier, che altrimenti dovrebbe attendere una seconda consultazione, questa volta senza limiti minimi di partecipazione. Ma se tutto sarà andato come sembrava praticamente certo ieri sera, già nel fine settima i 5 Stelle potrebbero sottoporre agli iscritti la leadership dell’avvocato. Quel Conte che, sussurrano dai piani alti, potrebbe prendersi qualche settimana per decidere sulle nomine per l’ampia struttura: da quella dei vicepresidenti (ma per Statuto potrebbe essercene anche solo uno) a quelle per i vari Comitati. Potrebbe attendere addirittura le Comunali, l’avvocato. Un modo per calmare le acque dopo mesi vissuti in apnea, tra lo scontro con Davide Casaleggio, la spaccatura con Beppe Grillo e poi la grana della riforma della Giustizia.

L’ok al nuovo Statuto consentirebbe adesso all’ex premier di respirare. Anche perché il testo sottoposto agli attivisti delinea un Movimento dove ruoli e funzioni sono quelli immaginati dall’avvocato, al netto di qualche aggiustamento voluto dal Comitato dei Sette che ha mediato tra Conte e Grillo. E soprattutto mette nero su bianco la distinzione tra il capo politico (“il presidente”) e il garante, definito il “custode” dei “valori fondamentali dell’azione politica” del M5S. La rotta, però, la deciderebbe il leader, “l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico”, colui che “dirige e coordina i rapporti con altre forze politiche” e ha la responsabilità “dell’utilizzo del simbolo del Movimento 5 Stelle”. Insomma, Conte avrà i poteri che pretendeva. E ora dovrà adoperarli. Il tesoriere alla Camera Francesco Silvestri pensa positivo: “I cambiamenti interni apriranno una fase espansiva che farà di nuovo percepirà il Movimento come forte e organizzato”. Il primo obiettivo di Conte, che il Movimento dovrà innanzitutto salvarlo: anche da se stesso.