(di Tommaso Rodano – Il Fatto Quotidiano) – Diciamolo sottovoce, non vorremmo disturbare Maria Elisabetta Alberti Casellati, nostra elegantissima presidente del Senato che tra poco prenderà l’aereo di Stato anche per andare a fare la spesa. Non bisogna per forza comportarsi così: rappresentare le istituzioni non implica necessariamente sfruttare qualsiasi privilegio possibile, a prescindere dal costo, dal decoro e dall’opportunità. Si possono fare scelte diverse e ci sono persino esempi che lo dimostrano. Anche piuttosto recenti.

Quando il presidente austriaco Alexander van der Bellen nel novembre 2019 è venuto in Italia, a Merano, per celebrare il centesimo anniversario della firma del trattato di Saint Germain e il cinquantesimo della firma del trattato per il Sud Tirolo-Alto Adige, la sua visita istituzionale è stata scandita da un’immagine. Il presidente alla stazione centrale di Vienna con il trolley, come un cittadino comune, in attesa del treno che l’avrebbe portato in Alto Adige, biglietto pagato verosimilmente di tasca sua e senza tanti clamori mediatici. Van der Bellen doveva incontrare il Presidente della Repubblica, era una visita ufficiale e non un viaggio di piacere. Casellati, seconda carica dello Stato italiano, nell’ultimo anno ha viaggiato a bordo del “volo blu” Falcon 900 dell’Aeronautica a disposizione del presidente del Senato ben 128 volte. Novantasette di questi spostamenti erano sulla rotta Roma-Venezia, andata e ritorno: Casellati ha usato un aereo pubblico per andare e tornare da casa, visto che la famiglia risiede a Padova. Magari non è nemmeno uno scandalo: è solo un’ennesima, plastica dimostrazione di un diffuso distacco dalla realtà, da parte di chi, per mestiere, dovrebbe conoscerla meglio di tutti gli altri. Dopo che è uscita questa notizia, come ha reagito Casellati? Ha preso il “volo blu” anche lo scorso fine settimana, ancora una volta per tornare a Padova. Eppure l’Austria sarebbe tanto vicina.