(Francesco Erspamer) – Sono anni che i poteri forti lavorano per frantumare il M5S: ci stanno riuscendo. Forse ci sono già riusciti, non riesco a capirlo: le vicende del Movimento sono diventate opache al mio sguardo, o è solo che non riescono più ad appassionarmi. Quale che sia la situazione, la colpa non è certo dei suddetti poteri forti: qualunque partito che si proponga di cambiare la società deve aspettarsi delle reazioni spietate e sleali da parte di coloro che intende spodestare e di conseguenza organizzarsi e addestrarsi in anticipo, mentalmente e territorialmente. I pentastellati non solo non lo hanno fatto ma si sono rifiutati di farlo.

Cosa significa “territorialmente”? Significa che bisogna essere consapevoli dell’ambiente reale in cui si opera, resistendo alla tentazione di adagiarsi in comode illusioni sui livelli di coscienza del popolo che si vuole emancipare. Come l’improvvido e arrogante Carlo Pisacane, che un secolo e mezzo fa andò a farsi massacrare dai contadini campani che voleva liberare e dei quali non sapeva e apprezzava nulla. Gli italiani di oggi sono stati berlusconizzati e cristianoronaldizzati e la stampa è la più servile del mondo. Il paese ha ancora tante virtù e non tutto l’immenso patrimonio culturale ereditato (immeritatamente) dalle precedenti generazioni è stato dissipato. Si può insomma provare a costruire un’Italia migliore: a patto di abbandonare ogni massimalismo, ogni avventurismo, ogni pisacanismo; e anche ogni cinismo, che è la forma di amara rassegnazione in cui tipicamente gli ingenui si adagiano quando si scontrano con difficoltà che non avevano saputo (e più spesso voluto) prevedere.

Cosa significa “mentalmente”? Significa educarsi alla logica, al rigore, significa informarsi, prepararsi, studiare i movimenti rivoluzionari del passato, gli avversari di oggi e la massa di inetti, codardi e indifferenti che si vuole provare a risvegliare; e soprattutto significa individuare e definire il fine che giustifichi e vincoli i mezzi che bisognerà usare e che se non si ha il coraggio di usare si è già perso. Il governo degli onesti è una cazzata quanto il governo dei capaci e prendere di volta in volta le decisioni “giuste” è un proposito vuoto, un delirio di onnipotenza infantilmente ignaro che onestà, capacità e giustizia sono concetti contingenti e relativi, che acquistano un senso solo se contestualizzati e inseriti in un sistema ideale di riferimento.

Il M5S non è stato indebolito dai suoi avversari; le ferite che lo stanno dissanguando se le è inflitte da solo e continua a infliggersene. Inevitabile quando si mettono insieme liberisti e antiliberisti, comunisti delusi e conservatori traditi, idealisti e arrivisti, con come unico collante ufficiale una giovanilistica infatuazione per le nuove tecnologie e le nuove mode. Certo, per contrastare il neocapitalismo all’americana, o anche solo per provarci, è indispensabile andare oltre le vecchie contrapposizioni e aggregare un blocco storico che includa almeno la sinistra (ex) marxista e la destra (ex) cattolica e tradizionalista, i veri socialisti e i veri nazionalisti; ma può essere fatto solo in nome di una nuova ideologia ben articolata e con chiari valori e obiettivi.

Non vorrei essere frainteso: l’autoriduzione dello stipendio dei parlamentari, il limite di mandato, la rinuncia a fare propaganda e a servirsi della televisione di Stato, il francescanesimo privatista in nome del quale si rifiutano i finanziamenti pubblici e così i controlli pubblici (come piace alle multinazionali), l’ossessione per la trasparenza (un valore prettamente liberista, emerso negli anni ottanta), l’intransigenza sui dettagli, non sono valori: al massimo sono tattiche, secondo me controproducenti ma in ogni caso meri mezzi. Per raggiungere cosa? Quale è il fine?

Temo che sia già troppo tardi per il M5S: Grillo è sempre stato un Pisacane e ormai è in stato confusionale, Conte è uno statista infinitamente migliore di Draghi però non è un ideologo e dunque non risolverà il problema, Di Maio è un abile politico ma solo in senso pratico, applicato; la teoria non lo interessa e temo non ne sospetti neppure l’esistenza. Ci sarebbe ancora il tempo per salvare il Movimento, per farne un partito: ma ci sono le forze, le intenzioni, le capacità, le idee? Se non ora, quando?