(Claudia Guarino – Il Tirreno) – Evaristo Giglio è il direttore della zona distretto di Arezzo. Non si fa intervistare. Affida a una nota dell’Asl di Arezzo l’assoluzione di Andrea Scanzi, il giornalista che è riuscito a farsi vaccinare come “familiare” e badante di genitori fragilissimi, anche se non lo è.

La storia è nota: alcuni giorni fa Scanzi pubblica sul proprio profilo social la notizia di essere stato contattato dall’Asl Toscana Sud Est per essere vaccinato. Risultava inserito in una lista di “riservisti”, persone che avevano dato la disponibilità a essere chiamati anche all’ultimo momento per farsi vaccinare con le dosi avanzate di giornata. Quelle destinate a chi non si presenta all’appuntamento. Nella lista – racconta Scanzi – è stato inserito dal suo medico di famiglia perché, appunto, lui bada ai genitori anziani e malati.

In questa ricostruzione ci sono, però, almeno tre elementi che non tornano: 1) Scanzi non è un badante (e neppure si è mai preso cura dei suoi genitori con quali non convive); 2) la lista dei riservisti nei quali sarebbe stato inserito è stata istituita venti giorno dopo di quando lui dichiara di essersi iscritto; 3) il giorno in cui dice di essere stato chiamato all’ultimo minuto non si trovava nell’Aretino ma (sembra) in un hotel a centinaia di chilometri.

Malgrado questo, l’Asl Toscana Sud Est sostiene che la vaccinazione di Scanzi sia regolare. «Scanzi è stato segnalato dal suo medico di medicina generale al direttore della zona distretto aretina in qualità di “caregiver” di uno dei genitori in base alla legge 104 (sulla disabilità, ndr)». Ma Scanzi non risulta essere un caregiver. È un familiare. Ed è stato segnalato dal suo medico di famiglia. Perché ? In base a quale esigenza specifica? La disponibilità a non far sprecare una dose di vaccino? Se anche così fosse, probabilmente ci sarebbero stati altri assistiti più vicini di un giornalista alloggiato in un hotel in alta Italia.

«Non escludo che una procedura del genere sia possibile e se l’Asl dice che è tutto regolare sicuramente lo è – commenta il dottor Lorenzo Droandi, presidente dell’ordine dei medici di Arezzo – sta di fatto che all’ordine dei medici non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale dall’Asl (di segalare pazienti). E posso dire lo stesso anche come medico di medicina generale.

Ancora ieri non avevo ricevuto niente per iscritto in cui mi si comunicava che avrei potuto fare una segnalazione del genere al direttore della zona distretto o a chi per lui». Allora come ha fatto Scanzi a vaccinarsi?

L’Asl scrive: «In attesa di disposizioni più precise da Stato e Regione è stato utilizzato il meccanismo di chiamare, in caso di dosi (di AstraZeneca) avanzate, soggetti aventi diritto e immediatamente disponibili.

Per i familiari e i caregiver delle persone estremamente fragili, che rientrano nel piano vaccini, sono state accolte le segnalazioni di centri e istituti che ospitano soggetti fragili e, in alcune circostanze, anche di medici di base». Droandi non nega che la segnalazione diretta da parte del medico di famiglia sia lecita.

Ma si chiede: «Che cosa succederebbe se ci mettiamo a telefonare per tutti i caregivers? Ai miei pazienti dico che se ne hanno diritto e vogliono figurare, per così dire, nella “panchina” dei riservisti devono iscriversi alle liste e poi, qualora ci fosse un posto libero, saranno contattati».