(Giuseppe Di Maio) – Annalisa Cuzzocrea e Concita De Gregorio gli stavano davanti come due comari a cui si raccontava l’ultima indiscrezione. Nel déjeuner sur l’herbe organizzato da Repubblica, Letta ha sfoderato i temi più caratteristici delle vuote battaglie del Piddì. Per il maggior partito conservatore italiano la democrazia non è il viaggio di un mandato, ma la quota di una rappresentanza. Tanti ricchi, tanti poveri, tanti onesti e tanti ladri, tanti settentrionali e meridionali, e dunque: tanti uomini e tante donne. La dottrina della sinistra uscita dal paniere del neosegretario viene distribuita alle signore consenzienti con una coscienza orgogliosa che segna il limite dell’area politica di appartenenza. La destra non potrà mai vantare le bandiere del Piddì: femmine e femminielli sono tutti suoi.

Non è che la destra non li abbia in considerazione; la destra li candida e li elegge segretari, ma senza strombazzi, senza fanfare. Essa lascia volentieri questi temi identitari alla sinistra che, nell’economia delle scelte elettorali, si è accaparrata i contenuti secondari.

Il sistema democratico si fonda su un meccanismo geniale e perverso. Quando una questione sociale, economica, e persino civile, diventa emergente, nel corpo elettorale si forma una maggioranza adeguata per risolverla. Insomma, attraverso la democrazia il fermento popolare diventa un provvedimento reale. Questo è ciò che si chiama formazione della volontà generale o mandato elettorale.

La sinistra conservatrice ha fatto di meglio. Invece di raccogliere il mandato dalla gente, le propone una rappresentanza in cui essa si possa riconoscere. La fotografia della composizione sociale è ciò che il Piddì prospetta per riempire i suoi banchi in Parlamento. Quale motivo migliore per far fuori la fronda renziana nel partito? Sostituire con due donne di chiara fama i capi della deputazione alla Camera e al Senato. E, lusingando il 51,5 % dell’elettorato italiano, Del Rio e Marcucci, addìo.

Anche Forza Italia, partito conservatore di destra, è abbastanza attento alla composizione della sua deputazione parlamentare, ma non ne ha fatto una bandiera. I temi revanchisti del riscatto sociale attraverso la liberazione delle energie eversive, la fanno ancora da padrone tra quei banchi. Invece con la proposta del Piddì la scena politica italiana è destinata ad essere immobilizzata tra l’aderenza alla fotocopia sociale della sinistra e l’insurrezione sorda della destra. Ecco perché l’Italia è un paese di destra. Perché la sinistra ha rinunciato all’egemonia della speranza, e ha lasciato i temi utopici all’avversario reazionario, che fomenta il popolo ignorante con i condoni, gli abusi e le licenze.