(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Come si fa a non voler bene a Pier Luigi Bersani quando (intervista a Repubblica) propone a Enrico Letta di fare una “Cosa nuova”, una “Costituente”, un’“Agorà”, un “percorso di partecipazione”? Con lo stesso generoso slancio che ci ricorda il facciamo una partitella di quando eravamo ragazzini, e poi al momento di fare le squadre c’era sempre chi voleva fare il capitano, quello che non voleva stare in porta, finché qualcuno (Matteo Renzi) non si portava via il pallone. Infatti, Bersani non dimentica i torti subiti e dice che nei dem “non torna”, e fa bene per non rischiare altri affronti, come l’imboscata dei 101 contro Romano Prodi al tempo in cui era il segretario. “Quando ti dicono ‘sono d’accordo’ e poi, per darti uno schiaffo mettono a rischio la presidenza della Repubblica”.

Resta il mistero del perché il ragazzo rosso di Bettola immagini questa Cosa nuova e dica “apriamoci” con lo sguardo un po’ rapito (possiamo testimoniare). Al che verrebbe voglia di chiedergli: aprirsi a chi, a quelle carogne che ti hanno costretto a lasciare il Nazareno per Articolo Uno, gli stessi da cui Nicola Zingaretti è scappato via gridando vergogna, molti dei quali avevano già stalkerato Veltroni e il manipolo di successori, tutti rosolati a fuoco lento e poi regolarmente cannibalizzati e digeriti?

A questo punto l’uomo che possiede il conio geniale delle mucche nel corridoio, dei giaguari smacchiati, dei tacchini sul tetto, ci illustra quali sarebbero le energie della nuova Cosa: “Mondo del lavoro, mondo della cultura, associazioni giovanili…”. Suggestioni che tuttavia già vedemmo sfilare in tutte le altre Cose precedenti (copyright, Massimo D’Alema) per poi svanire nel nulla. Vero che adesso Enrico Letta vuole imprimere un forte ricambio, anche generazionale, nella segreteria del Pd, ma restiamo in attesa di capire quale reale potere potranno esercitare i Provenzano, Del Corno, Berruto, Gribaudo e soprattutto quanto spazio gli lascerà la vecchia guardia dei Franceschini, Guerini, Marcucci e compagnia cantante.

Nel frattempo, e per il rispetto che Bersani merita, ci asterremo dal giudicare la “Costituente” una cagata pazzesca.

Come la corazzata del film di Fantozzi, purtroppo l’ultima Cosa di sinistra che ricordiamo.