(bubinoblog.altervista.org) – La notizia della chiusura anticipata di Live – Non è la d’Urso ha dominato la giornata tv e social di ieri. Non cancellazione ma chiusura stagionale anticipata, così hanno sottolineato molti organi di informazione. Oggi, a sorpresa, scende in campo per Barbara d’Urso il Partito Democratico per voce del suo segretario Nicola Zingaretti.

@carmelitadurso in un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno! #noneladurso

Così Zingaretti su Twitter. Una presa di posizione inusuale, non per il programma e la conduttrice ma è raro che un politico pubblicamente lodi un programma tv. Non è invece nuova la stima e l’amicizia che intercorre tra il leader del PD e la stakanovista di Cologno. Domenica a Live era stato Casalino a tesserne le lodi e la potenza di spostare voti.

(Dal profilo Facebook di Selvaggia Lucarelli) – Chiudono un programma (che va male) alla D’Urso. Chiunque abbia a cuore il bene del paese dovrebbe rallegrarsi del fatto che qualcosa di così profondamente diseducativo sparisca dal palinsesto.

Chi accorre in aiuto di Barbarella?

Il segretario del pd. Ribadisco, il segretario del pd.

Della serie: la famiglia Berlusconi mi ridimensiona? Il pd mi sostiene! E passo pure per epurata. E quel furbone di Zingaretti non capisce in che gioco si è infilato.

E poi Imma Battaglia, storica attivista lgbt, su cui stenderei un velo pietosissimo per la strumentalizzazione del tema sessismo. Cioè, ad una che ha 172772 programmi da anni chiudono un programma che va MALE ed è questione di sessismo?

Poi non vi stupite se a destra vi asfaltano eh.

(Renato Franco – corriere.it) – Il segretario Nicola Zingaretti ha scelto — a sorpresa — di scendere in campo nella battaglia a favore di Barbara D’Urso il cui programma (Live – Non è la D’Urso) dovrebbe essere chiuso in anticipo (causa ascolti bassi). «In un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno!», twitta Zingaretti pro domo Barbara. E i commenti, caustici e sconfortati, sotto il profilo del segretario non si contano. C’è l’italianista: «Questo tweet è peggio dei congiuntivi di Di Maio». C’è l’esorcista: «Salvini esci da questo corpo!». C’è l’informatico: «Ma ti hanno hackerato il profilo?». C’è il nostalgico: «Nicola ascoltami, ascolta uno iscritto al Pci dal 1976 e fino a due anni fa. Immagina per un attimo se Berlinguer avesse detto la tua stessa frase nei confronti di un personaggetto di quegli anni, che so un Alvaro Vitali qualsiasi. Immagini la reazione degli iscritti? Pensaci». C’è Luca Bizzarri che ne stende due in un colpo solo: «Alle volte, nell’uso dei social, rivaluto Carlo Calenda».

Tutto nasce dall’anticipazione di DagospiaLive-Non è la D’Urso verso la chiusura anticipata. «Il discusso talk show alle prese con i bassi ascolti, tra il 10-12% fino a notte fonda, dovrebbe salutare il pubblico di Canale 5 addirittura tra fine marzo e inizio aprile — scrive il sito di Roberto D’Agostino —: dalle parti di Cologno Monzese il vento sembra essere molto cambiato da qualche tempo… La notizia della chiusura è stata comunicata dal Comitato Esecutivo di Mediaset (in cui ci sono Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri) a Mauro Crippa che, da sponsor di “Barbarie”, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco». La scelta, insomma, sarebbe meramente numerica: da troppo tempo il talk di Barbara D’Urso è sempre sotto la media di rete (che è intorno al 15% in prima serata) e in molti addetti ai lavori si chiedono piuttosto come mai continui ad andare in onda nonostante il basso riscontro Auditel.

Uscita la notizia della probabile chiusura, la stessa conduttrice ha voluto smentire in diretta a Pomeriggio 5 le ricostruzioni rimbalzate sui social: «I siti dicono e scrivono cose che non sono vere, delle stupidaggini, ma non raccontano la vera verità giusto per scrivere un po’ di cattiveria». I numeri però sono quelli e il tweet di Zingaretti sembra essere la conferma che il programma chiuderà in anticipo. A difendere la conduttrice scende in campo anche Imma Battaglia con argomenti però fuori strada: «Il sessismo imperante di questo momento storico fa un’altra vittima illustre; stavolta tocca a Barbara d’Urso, la conduttrice del programma capace di influenzare e contaminare la politica usando il linguaggio del popolo!». Certo fa alzare gli occhi al cielo sentir parlare di sessismo per una conduttrice in onda sei giorni su sette con tre programmi ormai da anni, quinta nella classifica 2019-2020 tra le conduttrici che passano più tempo in tv.