“Sottosegretaria mai”. Chiara, la sfida finale: “Deputata, ancella no”

(di Antonello Caporale – Il Fatto Quotidiano) – Sarà annoverata tra i casi di studio per via dell’eccentricità della sua posizione. Chiara Gribaudo, giovane deputata piemontese del Pd, diffida per iscritto Zingaretti a promuoverla di rango, caso mai avesse intenzione.

“Non lo faranno mai. Ma se lo facessero, contro la mia volontà, li manderei all’altro capo del mondo”.
Tignosa, testarda, secchiona, ma soprattutto libera. Chiara, trentanove anni di cui venti passati a fare politica militante con quel che comporta il porta a porta (“ti fa ascoltare di più la gente, ti fa incazzare di più), ha chiesto di non essere proprio considerata nel ruolo di sottosegretaria.
Essendo di fascia b, come si dice, livello due, tipo aspirante a…, e considerando che sono donna, è iniziato a circolare anche il mio nome nell’infornata riparatrice di donne come sottosegretarie.
Sotto-segretarie o anche vice-segretarie. Segnalo “sotto” e “vice”.
Dieci donne come vice per riequilibrare il peso dei tre maschi fatti ministri come capi? Ma hanno capito bene di cosa parliamo?
Hanno capito che anche voi donne, anche per colpa di voi donne, si può risolvere la faccenda in questo modo.
Io sono fatta in un altro modo. Aggiungo: c’è un motivo perché il Pd non funziona più.
Perché il Pd non funziona più?
Perché vive su una nuvola. Accucciato tra i soffici cuscini del potere affluente, dell’establishment perpetuo. Non libera le energie che ha, le soffoca. Non fa seguire i fatti alle sue parole. Semplicemente ignora. E così facendo tributa al voltafaccia un inchino rispettoso.
Il voltafaccia sarebbe la questione femminile mandata in soffitta?
Una come me che promuove la campagna del giusto mezzo (metà risorse del Recovery indirizzate a garantire la questione di genere), che in commissione lavoro fa battaglie per dare dignità alle non garantite, può accettare per sé una ricompensa di questo tipo? Mai e poi mai.
Oggi il Consiglio dei ministri potrebbe completare gli assetti di governo.
Non so. So solo che la nostra direzione è convocata per giovedì. Molto bene.
Molto male.
Io voglio discutere sul perché Andrea Orlando sia ministro e vicesegretario. Voglio capire perché tre capi corrente hanno goduto di questa promozione a ministri. Devo sapere se sono contendibili i ruoli di capigruppo.
Le quote rosa sono inguardabili però.
Ma quali quote rosa? Puoi essere donna imbecille e di potere. Liberare il campo dallo stereotipo: nessuno deve aprirmi la porta ma nessuno deve permettersi di chiuderla a chiave pur di non farmi entrare.
Gribaudo è una deputata atletica, piuttosto effervescente. Non la si vede in tv, peccato.
La tv è un grande effetto ottico. Noi dobbiamo imparare a vivere tra la gente, a capirla. E se il Pd vivesse di più dove c’è vita saprebbe che un mondo, anche quello delle donne, è pronto a darsi da fare. Invece la sinistra è più indietro di tutti. E poi, se mi è consentito, questa vera effrazione dell’intelligenza per cui a noi si affidano compiti da nutrici, ministre che stanno in cambusa: pari opportunità, politiche sociali, famiglia. Ma va là! Io voglio il Lavoro, la Giustizia, l’Interno. E lo chiedo in virtù dei miei meriti, se mostro di averli, del mio talento, se lo impiego bene e se esiste. Ma non deve essere “il maschio” a valutarlo. Deve farlo chi ha dato prova di leadership, maschio o femmina che sia. Dobbiamo vedere solo ministre “tecniche” nei ruoli fondamentali? La società viaggia a un numero di giri enormemente superiore a quello della politica.
Lei Gribaudo è veramente sorprendente. Ma ha capito in che partito milita?
Bisogna ritrovare un nuovo alfabeto, un lessico disvelatore, parole anche cruente nella loro franchezza, usare la sciabola.
Lei è alla seconda legislatura, quindi già un po’ attempata.
Mi bastava la prima. Poi grazie a Renzi sono qui. Dico grazie nel senso che la sua scelta, una sua fedelissima al mio posto, provocò un qualche mal di pancia e i miei compagni mi chiesero di ritornare. Rifeci le primarie e rivinsi. E rieccomi.
La sinistra maschilista.
Inaccettabile vizio del circuito selettivo. Bisogna ora rendersi indisponibili ai giochi di riparazione.
Brava!
Brava un corno!