(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – L’Elevato è tornato di corsa sulla terra perché questa volta si rischia grosso, si rischia tutto. “Possiamo dire di sì o di no a un governo Draghi, ma l’importante è restare uniti” scandisce di mattina il Garante e fondatore del M5S Beppe Grillo. Davanti a sé, per il vertice prima delle consultazioni con Draghi, nella sala Tatarella della Camera c’è tutta la cosmogonia a 5Stelle: ministri uscenti, i direttivi delle Camere, la vicepresidente del Senato Paola Taverna. Soprattutto, c’è l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte: leader molto possibile del Movimento, che Grillo vorrebbe ministro dell’esecutivo Draghi. Anche se lui, che ha già detto “no, grazie” all’ex Bce, precisa: “Un mio eventuale ruolo nel governo non deve condizionare la vostra decisione sul votarlo o meno”.

Parla per ultimo, l’avvocato, parla da capo. E parla molto, collegato da fuori, anche il presidente della Camera Roberto Fico. Sono Grillo, Conte e Fico la triade che sonda il M5S, lacerato. Luigi Di Maio, l’ex capo politico, tace. E se ne sta in silenzio anche Davide Casaleggio, il patron della piattaforma web Rousseau, voluto nella riunione da Grillo per il malumore più o meno generale. Ma i nodi ora sono altri, le decine di senatori contrari al governo Draghi, iscritti e attivisti che ribollono. Una scissione la mettono tutti in conto, anche Grillo, che per dirlo nel pomeriggio citerà Platone tramite post: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”. Allegata, la foto dell’incontro con Draghi. Alcune ore prima, il fondatore arringa i suoi. Alza i toni per caricarli, tanto che le urla si sentono dalla finestra aperta. Cita Radio Londra, la voce della Resistenza anti-nazista. Non può imporre di accettare Draghi, “non può permetterselo neppure lui ora”, spiegheranno poi. Ma è lì che vuole arrivare: “È un momento troppo importante, il lavoro fatto non va buttato, e i nostri temi vanno difesi”. Quindi, “bisogna mettere al centro l’ambiente”. Cita il reddito di cittadinanza, ripropone la Banca pubblica d’investimenti. Perché “l’importante è il cosa, non con chi”. I confini del prossimo esecutivo non sono il punto. Piuttosto “dobbiamo capitalizzare i voti che abbiamo preso”. Poi si gira verso Conte, e azzarda: “Giuseppe sarebbe un ottimo ministro al Recovery, per lui sarebbe come un premierato di risulta”. E poi così Di Maio potrebbe restare alla Farnesina, fondamentale per gli equilibri del M5S che chiede tra i tre e i quattro ministeri. “Ma Conte per ora resta sul no”, sussurrano. Nell’attesa interviene Fico: “Dobbiamo gestire le risorse del Recovery Plan, fare in modo che vengano spese bene”. E se ci riusciamo, teorizza, poi la gente ne darà atto al M5S. Ma c’è un punto politico: “Dobbiamo difendere la coalizione giallorosa”. Ed è il cuore del discorso di Conte. “Il perimetro della maggioranza non è un dettaglio” afferma l’avvocato. Deciso: “Il Movimento deve essere protagonista, dobbiamo essere decisivi con i nostri temi”. Pare un’apertura a Draghi.

Però insiste sulla maggioranza: “L’esperienza della coalizione giallorosa va portata avanti, va difesa”. Parla da federatore del centrosinistra. E una fonte di governo traduce: “La sensazione è che lui non voglia dentro la Lega”. Il vero nodo per Conte è Matteo Salvini. Mentre il Movimento potrebbe anche deglutire Forza Italia pur di riproporre la coalizione giallorosa” a patto che Iv non metta ministri” spiegano. Ma prima c’è da decidere se abbracciare o meno Draghi. Stasera i parlamentari si vedranno in assemblea. La decisione finale, salvo piroette, passerà per il voto su Rousseau. Si parla di un quesito articolato sui temi: “Volete realizzare questi punti?”. Fuori, Alessandro Di Battista, ancora contro. “Non mi inchino al 13° apostolo Draghi” scrive su Facebook. Al Fatto aggiunge: “Questo non sarà un governo politico o tecnico, sarà un governo di Draghi che dopo un anno se ne andrà al Colle. Il problema non è neanche lui, su cui pure ho opinioni non positive, ma questo assembramento parlamentare”.