(Stefano Rossi) – Mi ricordo Paolo Villaggio quando disse una cosa memorabile: “Quando morirò spero non ci siano altri fatti importanti. Così tutti parleranno della mia morte. Se muore uno famoso ma scoppia una guerra nessuno parlerà del suo funerale”. In questi giorni è successo che un partitino di poco conto ha ricattato il governo facendo dimettere i suoi ministri avviando così la pratica per una crisi di governo che, giuridicamente, ancora non c’è. Da un altro versante ci sono due notizie importantissime che sono purtroppo passate inosservate ai più.

La prima. A Lamezia Terme (CZ) il 13 scorso è iniziato il maxiprocesso alle ‘ndrine che impestano questo Paese con 479 imputati. Dopo la chiusura delle indagini sono stati arrestate 334 persone. Per la prima volta si possono registrare dei pentiti mafiosi decisi a collaborare con i giudici. Il procuratore Gratteri, d’accordo con il ministro Bonafede, ha voluto fortemente che il processo si svolgesse in Calabria per dare un segnale a tutti. Tra gli imputati troviamo ex parlamentari, ex consiglieri regionali, sindaci, carabinieri e professionisti al servizio dei clan, compreso l’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli. Ricordiamo che l’allora procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, venne trasferito a Torino, con un ruolo decisamente ridimensionato per aver criticato Gratteri definendo le indagini “evanescenti”. Fino ad allora, compreso il caso Falcone, erano quelli più in basso ad essere trasferiti.

La seconda. La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha confermato la sentenza di condanna del clan Spadaè mafia!
Questi soggetti impestavano la zona Est della Capitale e Ostia ma il dato importante è quello di definire “stampo mafioso” tutta una serie di attività criminose che, da qualche tempo, dobbiamo constatare sono sempre più diffuse in molte città.

Ai più potrebbe sfuggire la novità. In molte sentenze, tra le ultime quella di “mafia Capitale”, i giudici scrivono di associazioni di stampo mafioso “tradizionali” per intendere cosa nostra, camorre, ‘ndrangheta, sacra corono unita, e altre zozzerie varie (per carità, non scrivetele mai con le maiuscole), e a quelle sole si è cercato di attribuire la patente di “mafiosità”.

Ora, negli ultimi anni, circa 15, si registrano una serie di organizzazioni che non si riesce a collocare in una di quelle associazioni che tradizionalmente abbiamo conosciuto come mafiose ma che, di fatto, agiscono con le stesse modalità.
Questa sentenza ha permesso ai giuristi di poter accettare più facilmente che vi sono e vi saranno sempre più organizzazioni mafiose “non tradizionali” ma che per le modalità adottate devono soggiacere alle norme più stringenti del codice penale per i reati di stampo mafioso.

Grande vittoria per la società civile! Peccato non poter dire la stessa cosa per il processo “mafia Capitale”; in quel processo forse di politica ce n’era fin troppa.

A questo punto ci si potrebbe chiedere, ma che c’entra tutto questo con la premessa dell’inizio di una crisi di governo?
Io ho notato che tra le tante critiche mosse al Prof. Conte ce n’è una tutta particolare. Con una tempistica unica un partitino di poco conto ha chiesto a gran voce di non nominare alcuna commissione tecnica o task force per la gestione della montagna di miliardi che dovrebbe arrivare dall’Europa. Di motivi per far cadere questo governo ce ne hanno detti tanti ma questo merita un’attenzione tutta particolare.

Dunque, se il governo avesse nominato una task force, come ce lo impone l’Europa, gli stessi partecipanti alla coalizione non avrebbe avuto voce in capitolo sulle spese di quella montagna di miliardi ma avrebbero dovuto bussare ad una porta. Certo, i due partiti di maggioranza avrebbero avuto una corsia preferenziale. Questa montagna di miliardi è un fatto storico, unico, irripetibile, che farà crescere il Pil nazionale del 3% forse più. Se invece, questo partitino rosicchierà più spazio dentro il governo, avrà più forza e più rispetto nella compagine governativa, anche nel pretendere più soldi che giungeranno dall’Europa. Difatti, non può essere un caso, il capo di questo partitino ha già detto che, mentre ritirava i suoi ministri,  non preclude ad un governo con lo stesso Conte.

Quindi, sia pure con una vena di schizofrenia, togli la fiducia a Conte ma apri ad un possibile Conte-ter. E tra le tante cose che questo Paese ha bisogno lui ne ha tirata fuori una che grida vendetta: il ponte sullo Stretto. Effettivamente, mentre tutti noi ci dobbiamo vaccinare e combattere un’epidemia che ci ricorda quelle medievali, che mietevano milioni di morti, per alcuni esseri quel ponte diventa un caso di estrema e vitale necessità. Anche lì si dovranno spendere una montagna di miliardi.

E sappiamo come poi andrà a finire.