(Emilio Barucci – huffingtonpost.it) – In questi giorni di lockdown natalizio, tutti noi al mattino ci siamo posti due domande:

  1. Zona rossa-zona arancione, cosa posso fare?
  2. Preso atto che i divieti non sono sempre chiari, devo interpretarli e quindi quale è la probabilità di venire sanzionato se sgarro?

Questa seconda domanda chiama in causa la volontà delle autorità nel far rispettare le misure adottate per contenere la pandemia Covid.

Su questo blog ho messo in evidenza come nei mesi estivi il Governo avesse di fatto abbassato la guardia sul fronte dei controlli con particolare riferimento a quelli sugli esercizi commerciali e sulle attività economiche. Negli ultimi due mesi le cose sono cambiate con un irrigidimento dei controlli e un aumento delle sanzioni (dati rilasciati dal Ministero degli Interni).

Il Governo ha chiaramente inasprito i controlli. Se valutiamo il numero di controlli sulle persone e sugli esercizi commerciali nel mese di novembre e dicembre scopriamo che sono una frazione di quelli effettuati nel mese di maggio (rispettivamente la metà e un quarto) ma sono in numero più elevato rispetto a quelli effettuati nel mese di settembre. L’aumento non riguarda tanto i controlli sulle persone, che sono cresciuti in misura limitata, quanto quelli sugli esercizi commerciali che sono più che raddoppiati ponendo riparo alla rilassatezza dei mesi precedenti.

Anche le sanzioni (alle persone o agli esercizi commerciali) sono aumentate. Il dato che emerge è che l’incremento è stato ben maggiore rispetto all’aumento dei controlli: le sanzioni alle persone nei mesi di novembre e dicembre sono state dieci volte tanto quelle comminate nel mese di settembre, le sanzioni agli esercizi commerciali sono triplicate. Un trend simile emerge anche riguardo alle denunce di persone per non rispetto della quarantena e agli esercizi commerciali chiusi che sono triplicate.

Questi dati ci dicono che o il Governo è diventato più rigido nell’applicazione della norma o che gli italiani sono diventati più indisciplinati. Probabilmente c’è del vero in ambedue le interpretazioni. La seconda mostra una certa stanchezza degli italiani nei confronti delle misure anti Covid. Sembra quasi che gli italiani stiano cercando di convivere con il Covid senza interpretare alla lettera le norme lockdown e così facendo siano diventati più indisciplinati.

Insomma, visto che posso uscire per andare in farmacia posso anche allungare la strada per fare due passi senza autocertificazione, visto che in auto possiamo essere in due con un figlio minore provo a portare con me anche un figlio maggiorenne sperando nella comprensione dell’autorità.

I dati mostrano dunque insofferenza/indisciplina nei confronti delle norme anti Covid. Il Governo sembra aver tenuto conto in qualche misura di questo aspetto: i controlli sono minori – in misura significativa – rispetto al primo lockdown, inoltre il picco nella stretta dei controlli è avvenuto a fine novembre con un rilassamento nel mese di dicembre. Sembra quasi che durante le vacanze natalizie il lockdown sia stato alleggerito per dare sollievo alla popolazione.

L’aumento dell’indisciplina degli italiani dovrebbe comunque guidare il Governo nel proporre nuove misure. E’ auspicabile che oltre ad essere ben calibrate, le restrizioni siano anche chiare e comunicate in modo adeguato, il rischio altrimenti è che i cittadini non le rispettino. Questo perché se prima nel dubbio l’italiano restava a casa, oggi esce e questa tendenza è sicuramente accentuata dal fatto che occorre aspettare la notte per capire cosa si può fare il mattino successivo e che la norma non è scritta in modo chiaro.

La pandemia porta con sé una incertezza cronica su cosa possiamo fare e questo sta minando la capacità di sopportazione della popolazione. Il Governo ha sicuramente un compito arduo nel definire le misure anti Covid (e occorre ricordare che gli altri paesi non sembrano brillare) ma una maggiore linearità, programmazione e capacità di comunicazione sicuramente aiuterebbero.