Il reato non c’era – “Chiedermi di lasciare se condannata era fanatismo. Ringrazio Grillo e Di Battista. M5S aiuti Conte a dare soldi e poteri a Roma”. “La regola per gli amministratori è sbagliata: inconcepibile quello che è capitato a Chiara”


(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – Dopo una giornata infinita, all’ora di cena, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, torna a casa. Appena iniziato il colloquio con il Fatto, le comunicano la morte di Nedo Fiano, padre del deputato Pd Emanuele, e uno degli ultimi sopravvissuti all’orrore di Auschwitz. “Porgo le mie condoglianze, anche il figlio Emanuele ha dovuto sopportare vicende amare”, dice. Ma poi torna subito sulla sua storia, ossia sulla sentenza che l’ha assolta e su tutto ciò che le gira attorno: “Ora provo sollievo, ho sempre avuto la coscienza a posto. Sapevo di essermi comportata onestamente. Però sono stati anni di solitudine politica durante i quali avrei gradito maggiore sostegno dal M5S. Solo la mia squadra di collaboratori non mi ha mai abbandonata”.

*** Perché è stata lasciata sola? Anche lei si è isolata, come accusano alcuni 5Stelle?
Io non mi sono mai isolata, e non ho mai provato diffidenza verso il M5S. Ho un’interlocuzione costante con i suoi ministri.

*** Però è successo qualcosa…
La ragione non la conosco. Posso ribadire che politicamente mi sono sentita sola, sì. I silenzi dei vertici sono stati imbarazzanti e lasciano amarezza. Guidare la Capitale d’Italia è un compito difficile, eppure mi sono piovute addosso critiche feroci proprio da chi avrebbe dovuto sostenermi.

*** Il tavolo di centrosinistra su Roma si è fermato, in attesa della sua sentenza. La sua condanna avrebbe riaperto la trattativa con il M5S…
L’ho trovato squallido. Ho dovuto dare ragione a Carlo Calenda che ha denunciato il tentativo di “inciucio” alle mie spalle. E soprattutto ha denunciato il “silenzio politico” di chi sperava nella mia condanna per avere uno spazio che evidentemente non riesce a conquistarsi con argomentazioni politiche.

*** Lei ce l’ha con i big del M5S: come Luigi Di Maio.
Non ce l’ho con nessuno in particolare. In questi giorni ho sentito Beppe Grillo e Davide Casaleggio, e ho parlato anche con Alessandro Di Battista: li ringrazio. Anche altri mi hanno inviato dei messaggi e mi ha fatto davvero piacere.

*** Appena uscita dal tribunale ha detto che “molti devono riflettere nel Movimento”. Cosa intendeva?
È evidente che qualcuno ha espresso giudizi senza avere contezza di cosa stesse parlando. Molti dovrebbero rivedere le proprie posizioni dettate più dal fanatismo che dalla ragione. Ad esempio, io credo che vadano riviste le regole che portano alle dimissioni di un amministratore, come poteva capitare a me. È inconcepibile che la sindaca di Torino Chiara Appendino abbia dovuto autosospendersi dal M5S per una condanna relativa a un reato ai limiti dell’assurdo: aver appostato, con l’avallo della Corte dei Conti, un debito nel bilancio 2018 del Comune anziché in quello del 2016. La regola è sbagliata. Lo sanno tutti, ma nessuno ha il coraggio di intervenire.

*** Ma lei si sente ancora del M5S? Perché ad ascoltarla…
Io mi sento assolutamente del Movimento, sono tra coloro che lo hanno fondato qui a Roma. Però ritengo che debba avere più coraggio.

*** Cioè?
Ho notato che talvolta tende a non voler disturbare l’alleato di governo, il Pd. Ma non bisogna cedere sui nostri temi: abbiamo un’identità e va mantenuta. Non dobbiamo diventare la copia degli altri.

*** Su quali temi nota un cedimento?
Per esempio sulla legge per i poteri speciali a Roma. Se ne parla, ma senza mai arrivare al punto.

*** Ne ha discusso con il premier Conte?
Assolutamente sì, e lui è d’accordo su questo provvedimento. Poi è evidente che il Parlamento deve esprimersi. Ma siamo sempre fermi. Forse una Capitale con poteri da vera capitale fa paura.

*** Il M5S dovrà darsi una segreteria collegiale. Esclude di candidarsi?
Al momento sono concentrata su Roma. Io comunque non cerco poltrone. La mia priorità è far ripartire il lavoro nonostante il Covid. In tempi come questi gli Stati generali non possono essere l’architrave della politica italiana.

*** Resta il fatto che lei dovrà ripartire con il M5S. Come?
Il Movimento è a un bivio: o matura o è destinato a essere sempre più ininfluente. Io penso a Roma. L’Italia è in ginocchio per il Covid e dobbiamo rilanciare il lavoro. Il microcredito era una delle nostre battaglie. Parliamo di temi.

*** E il Pd? È impossibile il dialogo?
Sono sempre aperta al confronto, ma purché sia alla luce del sole. In Parlamento potrebbero lavorare per sostenere Roma nella legge di Bilancio. Abbiamo presentato progetti per 25 miliardi da finanziare con il Recovery Fund. Parliamo di cose concrete. Che aspettano?