(Roberta Labonia) – Stasera Report ha mandato in onda un “semi scoop”, rivelandoci cose che, in buona parte, la stampa aveva già masticato nei mesi scorsi. Nell’ordine:

1) Quando in Italia è arrivato il Covid l’ultimo piano pandemico dell’Italia risaliva al 2006. Quelli successivi erano solo dei copia-incolla di quello. E perciò del tutto fuori contesto storico.

2) il piano pandemico predisposto con la pandemia già in atto, a fine marzo, dall’ISS su richiesta del CTS (Comitato Tecnico Scentifico), scaturiva da un rapporto della fondazione kessler che prefigurava per l’italia anche scenari catastrofici che, anche a detta di dirigenti ministeriali e stessi componenti il CTS, avrebbero potuto generare panico nella popolazione. Ecco perché, quando Speranza è stato convocato dal Copasir, è stato deciso di derubricarlo a “scenari” e di secretarlo. Ovvero, secretarlo mica tanto visto che, a partire da Repubblica per finire con Report, più di una mano ne è venuta in possesso. Ciò non vuol dire che, come molti hanno ventilato, il Governo non ne abbia tenuto conto nelle sue strategie d’azione. Sta di fatto che Giuseppe Conte si è trovato ad affrontare questa pandemia dovendo partire da zero: no reagenti, no mascherine e DPI in genere e, soprattutto, scarsissimi posti in terapia intensiva. Cosa che non sarebbe potuta accadere se negli ultimi 14 anni al Ministero della Salute si fossero presi la briga di aggiornare i piani pandemici. Se qualcuno non avesse ancora capito perché già al 10 marzo Giuseppe Conte ci aveva messo in lockdown è servito. La vera novità è invece un nuovo dossier redatto dai ricercatori dell’OMS, spuntato sempre durante la prima ondata di contagi. Il titolo, racconta Report, era “una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al Covid”, ed evidentemente ha dato fastidio a qualcuno perché, neanche pubblicato sul sito dell’OMS, il giorno dopo qualcuno si era già preso la briga di toglierlo. L’ipotesi fatta da Sigfrido Ranucci, non peregrina, è che nel dossier, di cui è venuto in possesso, si diceva chiaro e tondo che l’Italia si è ritrovata in piena pandemia con un piano pandemico che era un copia incolla di quello del 2006, cosa che metteva in imbarazzo l'”Assistant Director general” dell’OMS che altro non è che il dottor Ranieri Guerra, proprio colui che dal 2014 al 2017 è stato Direttore Generale del Dipartimento Prevenzione del nostro Ministero della Salute, cioè l’Organo preposto alla stesura dei piani pandemici. Direi che arrivati questo punto, un chiarimento ufficiale da parte dell’attuale ministro della Salute Roberto Speranza ci sta tutto.

E pure urgente.