Secondo il quotidiano La Repubblica, l’indagine è iniziata prima del lockdown. L’ipotesi è che il governatore abbia inserito gli ex vigili (non indagati) come membri dello staff delle relazioni istituzionali in Regione, nonostante fossero privi dei titoli adatti

Tutto è partito da quell’incidente stradale avvenuto nel settembre 2017, quando l’auto del presidente Vincenzo De Luca, che stava procedendo contromano in una via di Salerno, urtò uno scooter con a bordo una ragazza di 22 anni. Ne seguirono polemiche politiche sia per la norma che consentiva alla vettura del presidente di percorrere quel tratto di strada contro il senso di marcia, sia per il ruolo del suo autista. Si tratta di un ex vigile urbano passato alle dipendenze della Regione proprio quando De Luca è diventato governatore. Una promozione su cui, negli scorsi mesi, ha aperto un fascicolo la procura di Napoli. Secondo quanto riportato da Conchita Sannino su La Repubblica, il presidente Vincenzo De Luca risulta indagato con l’accusa di falso e truffa. I pm ipotizzano che abbia “favorito” il suo autista e altri tre ex vigili urbani inserendoli come membri dello staff delle relazioni istituzionali in Regione, pur essendo privi di formazione e dei titoli necessari. Il governatore, riferisce il quotidiano romano, sarebbe già stato interrogato dagli inquirenti a ridosso del lockdown. E ha scelto di rispondere a tutte le domande per dare la sua versione dei fatti.