CI ASCOLTERA’ ITALEXIT O CI ASCOLTERA’ IL M5S?

(Marco Giannini) – Iniziamo subito con 5 premesse per azzittire i pappagalli “neoliberal”:

  1. L’Italia non ha mai avuto un eccesso di spesa pubblica per beni e servizi nel dopoguerra.
  2. L’evasione fiscale (fonte CGIA di Mestre 2013) è così suddivisa come mancati introiti:
  3. 8 MD le PMI (spesso di sopravvivenza altrimenti chiudi e licenzi).
  4. 25 MD i salariati in nero di cui tra 1/3 e 1/2 stranieri (quasi sempre di sopravvivenza).
  5. Multinazionali e finanza 42 MD.
  6. Criminalità organizzata 40 MD.
  7. Corruzione ed evasione sono sempre state un freno alla meritocrazia, al talento ma ce le siamo sempre pagate da soli (non ci siamo indebitati assolutamente verso tedeschi o altro) ed infatti abbiamo la tassazione più alta in occidente, di circa 10 punti percentuali.

Le voci “c” e “d” non vengono mai colpite dai Governi e se ne sbattono dei pagamenti con la carta di credito, li aggirano…

  • La svalutazione di una moneta provoca al massimo (secondo la letteratura e le esperienze mondiali) una inflazione di 1/3 del valore della svalutazione.
  • L’inflazione anni ’70 ebbe due picchi causati semplicemente dall’aumento del petrolio e dalla scala mobile. Fu il periodo in cui il salario reale e la quota salari furono più alti.
  • Recovery Fund: in cambio di circa 26 MD a fondo perduto (81-55 = 26 MD cioè le solite 600 euro) riceveremo una montagna di debito estero, cioè il pignoramento per 30 anni dei nostri figli e nipoti. Senza contare che tutto l’occidente (esclusa la UE) ha erogato l’equivalente di 15000 a famiglie e imprese (stampando moneta senza costi o ricatti). Senza considerare i 7 Md (16-9) circa che ogni anno elargiamo alla UE). Anche i cosiddetti “Fondi UE che non sblocchiamo” sono vincolati alle solite riforme strutturali anti economiche (pro-cicliche) e anti sociali. Non era meglio rivolgerci ai mercati finanziari, per avere immediatamente il denaro, visto che i nostri Titoli di Stato (quelli che compongono il debito pubblico) adesso hanno rendimenti bassissimi, evitando così i ricatti interni al Recovery? I tedeschi, col Recovery, potranno anche decidere di impedirci investimenti nei comparti produttivi dove potranno così avere l’esclusiva a nostre spese…

QUESTIONE DI VOLONTA’ POLITICA.

Ultimamente sono tornate in auge le fake news sul debito pubblico, quelle che fino a poco tempo fa erano portate avanti solamente dal PD e dai suoi “padri spirituali” (Prodi, Amato, Ciampi, Andreatta, D’Alema cioè banchieri e affini). Il progressismo finanziario global, creatura del capitalismo finanziario, si distingue, infatti, non solo per generare fenomeni criminal-antropologici come il caso Epstein (pedosatanismo) e “Bibbiano”, ma anche per il possedere banche, partiti e media.

Il neoliberismo non agisce sempre in modo identico: contro i paesi più “rigidi” (Russia, Cina, Iran, Venezuela ecc) ha spesso utilizzato colpi di stato, embarghi e/o infiltrazioni di attivisti passionari di vario tipo (Femen, Carola Rackete, LGBT ecc), ma nel caso italiano, paese occidentale, la faccenda è stata affrontata in modo più “moderno” e sottile.

Se fin dagli anni ’80 i media mainstream hanno raccontato il debito pubblico in un certo modo, ciò non è stato per caso…come non è un caso che i banchieri diventino prima o poi Istituzione o siano premiati in JP Morgan, Goldman Sachs ecc.

I colonizzatori, in ogni angolo del mondo (Brasile, Argentina, Italia, Ucraina ecc), hanno sempre agito cercando di distruggere nei cittadini l’orgoglio nazionale sostituendolo col senso di colpa e mettendoli gli uni contro gli altri, ribaltando Presidenti eletti democraticamente con persone a loro gradite (tecnici o politici che obbediscono ai loro dettami austeri) cioè con dei traditori cui garantire prebende (per loro e soprattutto per i loro discendenti). I corrotti della peggior risma!

La corruzione, l’evasione, il clientelismo, sono fenomeni criminali e godono del “pregio” di essere multiuso cioè possono essere sfruttati per conferire loro un peso macroeconomico (macro e-co-no-mi-co) che non hanno; questo mediante una comunicazione di un certo tipo. I venduti alla camorra finanziaria internazionale, di cui gli alti prelati UE sono un braccio, operano in modo capillare e subliminale per svendere il nostro paese (come quando uscimmo dallo SME nel 1992, vedasi Giuliano Amato…).

Sono convinto che i neoliberisti finanziari (ed i paesi che con esso fanno Asse) siano le “menti raffinatissime” di cui parlava Falcone prima di essere falcidiato a Capaci, spesso mandanti di manovalanza mafiosa locale.

Diffidare di quei media (FQ) e partiti (…) che comunicano che il Covid-19 ha messo in mostra che non avevamo i fondamentali macroeconomici a posto a causa della corruzione e diffidate di chi comunica che la corruzione avrebbe causato il debito pubblico italiano verso il mondo (il debito estero): ciò è una menzogna RI-COR-DA-TE-VE-LO alle prossime elezioni!

Questa balla, questa fake new, servirà una volta ancora per distrarre i cittadini da chi vivacchia “al piano di sopra”. Serve a farvi accettare i sacrifici che i paesi dominanti in UE ci impongono. Una menzogna targata UE quindi (cioè Germania). I media servono proprio a questo a indorarci le continue pillole (anzi…supposte).

Ma davvero avete creduto, ad esempio, alla barzelletta che Germania e Francia fossero contro l’Olanda sulla questione Recovery Fund? Non avete notato il loro silenzio? Dovevano spacciare la nostra accettazione alle riforme strutturali (sì proprio quelle di Mario Monti) come una vittoria per illudere i cittadini, come avevo previsto in un pezzo di un paio di mesi fa (non serviva un mago…).

Proprio quei paesi che hanno un debito privato monstre (Germania), infatti, invidiano il nostro credito privato (risparmi), le nostre pensioni (che mantengono molti disoccupati agendo da ammortizzatore sociale) e le nostre case di proprietà (che loro non hanno) e, guarda caso, cercano sempre di colpire questi punti fermi del nostro benessere, magari per risolvere, un domani, il “debito” monstre privato (pare 7 volte il PIL Europeo) della Deutschebank (per la precisione “crediti non esigibili a bilancio”).

Avete mai fatto caso che i paesi nel mirino, come il nostro, hanno sempre una posizione geostrategica importante e/o bellezze naturali, artistiche, storiche, culturali in quantità? Queste fanno gola…

Il FQ ha spacciato perfino per cosa buona e giusta la svendita a un tedesco di un isolotto in Toscana mascherandolo dietro il binomio ambientalismo/corruzione…

A proposito di fondamentali economici l’Italia pre-covid e, ancor più, pre crisi del 2008, è il paese a lavorare più ore pro capite, nell’import/export ha bilancia commerciale sana (nonostante la penalizzazione insita nella moneta unica), spesa pubblica (in beni e servizi) più bassa da 40 anni e avanzo primario costante da decenni (cioè spendiamo meno di ciò che investiamo). L’Italia quindi ha fondamentali a posto e ciò significa che, se fosse in possesso di una Banca Centrale propria, non potrebbe fallire (addio spread, addio default)!

LA BILANCIA COMMERCIALE (Import/export).

L’Italia quando si è trovata in un sistema di cambi flessibili (la regola nel mondo) ha praticamente avuto bilancia commerciale costantemente positiva. Quando il nostro paese si è trovato in difficoltà da questo punto di vista è statp perché si trovava in un cambio fisso con i tedeschi (SME dal 1979 al 1992 ed EURO dal 1997 negli scambi interbancari).

In altre parole l’Italia è forte quando è libera, espressione massima della propria creatività (Made in Italy). La recente impennata della bilancia commerciale (Import/Export) non deve ingannare… dal 2012, oltre a una ripresa del ciclo economico mondiale, l’austerity del Governo Monti ha compresso i consumi e quindi l’import è crollato (il disoccupato, il precario, il salariato tartassato, la piccola impresa che vede arrivare meno clienti hanno meno soldi per fare acquisti e quindi si riducono anche gli acquisti dall’estero).

IL CAMBIO FLESSIBILE.

Il “cambio flessibile” significa che se comprano i tuoi prodotti dall’estero, le valute estere vengono scambiate nella tua moneta per poter acquistare così i tuoi prodotti (stesso effetto il turista che ti visita). In questo modo però la tua moneta guadagna valore (legge della domanda e dell’offerta) e i tuoi prodotti iniziano a costare troppo (perdi competitività). A questo punto sarà il tuo paese a comprare merci estere perché più convenienti e scambierà la propria valuta con quella dei paesi da cui compra i prodotti; la moneta in questo modo si svaluterà, i tuoi prodotti sui mercati commerciali torneranno a costare meno e il ciclo si ripeterà.

La moneta quindi oscillerà intorno ad un valore corrispondente alla propria forza economica.

Nell’euro invece siamo tenuti costantemente ipervalutati (esportiamo meno) e per non crollare dal punto di vista della bilancia commerciale manteniamo un livello di austerità alto (la UE ci chiede il 10% almeno di disoccupazione). Questo è finalizzato a non peggiorare la voce “import” italiana (cioè manteniamo un livello di benessere inferiore a quello che avremmo con una nostra moneta nazionale).

IL DEBITO PUBBLICO INTERNO (CIOE’ NON VERSO IL MONDO), OVVERO “QUANDO LA BANCA CENTRALE PASSA DAL CONTROLLO POLITICO AL CONTROLLO DELLE BANCHE PRIVATE.

Vi dico subito che il debito pubblico è formato dalla sommatoria di tutti i “Titoli di Stato” cioè dai BTP, BOT ecc, anche dai vostri! (Dai vostri…risparmi)!

Se il debito pubblico è esploso dal 1981 in poi, ciò è dovuto ai 4000 miliardi di euro che abbiamo pagato in 40 anni in interessi passivi sul debito, a causa del Divorzio Bankitalia/Tesoro, appunto del 1981 (disposto da Ciampi e Andreatta).  In altre parole con il Divorzio B/T (cioè rendere la Banca Centrale indipendente dal Governo) le banche private hanno potuto determinare il tasso di interesse dei prestiti che lo Stato chiede ai privati (appunto banche italiane, enti e cittadini). In questo modo i tassi di interesse sul debito (cioè sui BOT, BTP ecc) sono schizzati verso l’alto e con loro il debito pubblico (Attenzione! Mi riferisco al tasso di interesse reale cioè il tasso nominale che ti promette lo Stato, meno il livello di inflazione!).

Prima di questa fase lo Stato poteva porre un limite massimo a questi tassi (al fare i soldi sui soldi!) e nel caso non avesse ricevuto tutti i prestiti che chiedeva dal settore privato (perché le banche pretendevano tassi maggiori), emetteva moneta e si autofinanziava aggirando il ricatto di esse! Di norma lo Stato garantiva un interesse sui Titoli di Stato (BOT, BTP decennali) pari, e non superiore, al livello di inflazione presente in quel momento nel paese.

Da quando quindi le banche hanno potuto determinare il livello dei tassi di interesse (rendimenti) sui prestiti allo Stato (cioè sui Titoli di Stato, che sono appunto i BOT, i CCT, i BTP ecc) il debito è schizzato dal 56% (1981) al 121% (1992).

Questo debito, fino al periodo precedente la moneta unica, era comunque interno e non “verso il mondo” perché nessuno dall’estero ci prestava niente, visto che la lira si svalutava.  I prestatori erano cittadini italiani e, soprattutto, banche italiane! L’Italia svalutava per rimanere ad un valore pari alla sua forza economica, come deve essere, perché se sei troppo forte rispetto alla tua economia ti indebiti, perché non esporti ma importi! 

Capite bene che chi deteneva moltissimi capitali (le banche italiane non certo il cittadino comune) si arricchiva in modo abnorme con i tassi di interesse reali positivi (superiori cioè ai livelli di inflazione) dovuti al Divorzio B/T e, un domani che si fosse affermata una politica opposta (l’austerity), costoro non ne avrebbero risentito. Della austerity (tasse, tagli, disoccupazione, precariato) ne avrebbero risentito semmai i cittadini che, magari, in questi undici anni (1981/1992), avevano messo da parte un gruzzoletto in BOT e BTP, si erano fatti la casetta ecc mentre con l’austerity finivano per ritirare i risparmi per vivere e/o per mantenere un disoccupato e/o finivano perfino per vendere la casa.

Attenzione! Come l’evasione fiscale, quindi, gli alti interessi reali su BOT, CCT, BTP (cioè sul debito pubblico) rappresentano una redistribuzione della ricchezza verso i più ricchi, penalizzante verso il cittadino comune!

E’ il caso quindi di dire NO alla Banca Centrale “indipendente”.

Al cittadino non conviene, conviene alle banche (ed a Maastricht è stata riconfermata).

Come detto, prima del 1981, dal dopoguerra in poi, il debito pubblico non aveva mai superato il 56% (cioè lo Stato si faceva prestare 56 dai privati e da questo denaro otteneva 100 in termini di PIL). E’ chiaro che quando ha permesso di “fare soldi sui soldi” (cioè improduttivi), con interessi reali troppo alti, il debito ha sovrastato il PIL andando oltre il 120%.

Segue grafico gentilmente concesso dal Sole 24 Ore sull’andamento del rapporto Debito/PIL.

REPETITA IUVANT.

Continuiamo con questo ABC dell’economia.

Spesso sentiamo dire dai media, all’unisono, che la Banca Centrale deve essere “indipendente” cioè staccata dal potere politico per evitare il voto di scambio e la corruzione. Quello che però non dicono è che “indipendenza” significa che la Banca Centrale finisce per essere in mano alle banche private! Io preferisco che siano persone elette, che mi rappresentano a controllarla… e non coloro che (ad esempio) hanno causato la crisi finanziaria del 2008, ottenuto di socializzarne le perdite (hanno pagato cioè i cittadini) e preteso che la nostra Costituzione venisse violata (fiscal compact, pareggio di bilancio ecc).

Una Banca Centrale sociale e pubblica (il contrario di “indipendente”) è quindi nell’interesse delle classi sociali cittadine (lavoratori dipendenti e piccola impresa) che sono quelle che pagano le tasse.

Prima del 1981 (prima che Ciampi e Andreatta attuassero il summenzionato Divorzio B/T rendendo Bankitalia indipendente), il tasso di interesse che lo Stato prometteva sui prestiti che riceveva (debito pubblico) era al massimo a un livello pari a quello dell’inflazione e quindi il debito pubblico non aumentava in termini reali e non pesava ulteriormente sulle tasche dei cittadini (gli interessi chi li pagava se non il contribuente?!).

Al prestatore conveniva perché, anche se non otteneva un aumento reale del proprio capitale, ci guadagnava la tutela di esso a rischio 0. Ebbene sì, lo Stato non poteva fallire avendo questo tipo di banca centrale e fondamentali macroeconomici solidi!

Quando andate in banca ad acquistare un BTP o un BOT ecc state prestando soldi allo Stato, essi sono i vostri risparmi (!) il vostro credito privato e sono proprio il debito pubblico (una discesa è anche una salita conta il punto di vista!). Ridurre il debito pubblico (tassando e tagliando, mantenendo alta disoccupazione e precariato cioè austerità) equivale a ridurre i vostri risparmi privati, a impoverirvi.

Con i BOT e i BTP lo Stato crea beni (es. ospedali) e servizi es. (infermieri e medici) cioè con un po’ più di debito pubblico fa stare un po’ meglio il proprio popolo. Ma questo debito non deve finire in una quantità improduttiva (gli interessi!) altrimenti si creano diseguaglianze sociali!

Il debito, chiaramente, se ben investito (non in interessi ma in beni e servizi), aumenta il benessere della popolazione, e questo può comportare un po’ di inflazione e da lì (sorvolo sul meccanismo) anche la svalutazione della moneta. Ogni paese è libero perciò di scegliere una politica economica basata sui consumi interni e cioè sul benessere (facendosi prestare soldi dai propri cittadini per creare Ospedali, per assumere infermieri, insegnanti ecc) o al contrario indirizzarsi verso il  mercantilismo (competendo col mondo al ribasso sui diritti sociali) basando la propria economia sull’export. La Germania negli anni ‘90 scelse questa seconda strada (neoliberista) basando la propria economia sulla domanda estera dei propri prodotti (se tieni allo stecchetto i tuoi lavoratori le tue merci costano meno ed esporti di più, inoltre la tua popolazione consuma meno e tu Stato importi meno). I proventi di questo export i tedeschi non lo redistribuivano alla popolazione (ad es. aumentando i salari) ma lo indirizzavano a sempre detassare l’export!

La compressione della domanda interna perciò, teneva bassissima l’inflazione e i prezzi divenivano ancor più competitivi! Quando i tedeschi ci danno dei “debitori”, quindi, in realtà si riferiscono a questo e pretendono che noi italiani si faccia come loro (magari per l’eternità?!) e esigono che adesso sia il loro momento di vacche grasse a spese nostre! Ma gli italiani prima della moneta unica non erano per niente indebitati né con loro, né con l’estero, avevano un fisiologico 12% di debito estero e ogni paese ha scelto liberamente e legittimamente una strada o l’altra!

Ovviamente i tedeschi non svalutando la loro moneta (la svalutazione rendeva i prezzi molto più bassi nel commercio con l’estero, strada che seguivamo noi italiani) dovevano puntare maggiormente sulla tecnologia e ciò avvenne ma, pur riconoscendo grande merito ai tedeschi per questo, sarebbe folle raccontare questo come il “motivo del debito estero italiano” (sarebbe un’altra fake new, già sentita peraltro).

Adesso passiamo anche alla storia del debito estero in Italia; vi anticipo che esso si è creato a causa della moneta unica!

IL DEBITO ESTERO (“verso il mondo”; debito estero infatti significa “aver ricevuto come stato dei prestiti da soggetti esteri”).

Quando l’Italia è entrata nella moneta unica lo ha fatto con un rapporto 1 Marco = 990 lire. La decisione fu presa a Ecofin il 24/11/’96 quando il rapporto tra le due monete era proprio codesto. Il Marco tedesco era costantemente in rialzo, da decenni, sulla lira (perfino 1 marco = 1264 lire) ma, “magia” (cioè a causa di una manipolazione finanziaria attuata dai poteri finanziari che hanno venduto marchi e comprato lire appositamente), in vista della decisione di Ecofin, in poco più di due anni si svalutò precipitando a 99 (vedasi il grafico sottostante che ho reperito dal sito Goofynomics, meglio citarlo onde evitare cause…).

Da questo modo la Germania ottenne con l’euro una moneta più debole rispetto alla propria economia mentre l’Italia ottenne una moneta troppo forte: in altre parole nel commercio mondiale (non uso il termine “mercati” per non confonderli con quelli finanziari),  la Germania ha ottenuto il 20% di vantaggio competitivo rispetto all’Italia grazie a un tecnicismo… da quel momento, noi italiani, abbiamo iniziato ad importare dove prima esportavamo finanziando queste spese con soldi esteri in prestito (debito estero). Questo perché ormai la moneta era unica, gli stranieri non temevano più la svalutazione della lira e ci prestavano soldi!

A causa di questi prestiti ottenuti dall’estero (debito estero) da quando siamo in euro, il debito estero si è impennato verso il 40% e col Recovery Fund andrebbe sicuramente oltre questa soglia, rendendoci ormai una colonia indebitata “verso il mondo” soggetta all’accusa di essere stata spendacciona e parassita.

Ricevendo in questo modo denaro dall’estero, nel periodo 2002-2005, l’Italia ha visto anche un incremento dell’inflazione, rispetto ai tedeschi; essa ci ha indebolito ancora di più nel mercato mondiale (prezzi più alti).

Al rialzo dei nostri prezzi (inflazione) contribuì anche Berlusconi, mantenne troppo poco il doppio prezzo lira/euro sui prodotti e non operò controlli adeguati sui prezzi.

Quindi con un bilancio import/export non più affidabile, si sapeva che sarebbe bastata una crisi di qualsiasi tipo (anche esterna a quel paese) per completare il Ciclo di Frenkel e portarci presso il default. Il libero scambio tra paesi (no dogane) e il cambio fisso (ad esempio una moneta unica) sono infatti le prime tappe di questo ciclo che comporta la minaccia di un default (vedasi spread).

La condizione di soffocamento economico intrinseco all’euro (1 marco = 990 lire) è immodificabile a meno che non si realizzino debito comune e eurobonds: il ricavato da questi eurobonds, pagato da tutti gli europei o da emissione monetaria (rendendo la BCE non più indipendente, cioè in grado di operare politiche fiscali e non solo monetariste), andrebbe indirizzato verso il nostro paese (verso anche la Grecia, la Spagna, il Portogallo ecc) come avviene nelle vere “unioni” solidali verso chi è rimasto indietro…al fine di rendere più competitive le nostre merci.

In caso contrario la UE non potrà definirsi “Unione” e per noi continuerà ad essere un pessimo affare (fino ad arrivare ad enormi sofferenze per i cittadini) e permarrà come “campo di guerra commerciale” tra paesi limitrofi e, per giunta, con regole a noi “sconvenienti”.

Che dire, questa è storia, l’avete vista sotto i vostri occhi, diffondetela, condividetela così vedremo chi tra le forze politiche, in particolare tra M5s e Italexit, difenderà il proprio paese.

Se non lo farà nessuno, non ci resterà che dichiarare guerra alla Norvegia, arrenderci un minuto dopo di modo che saremo annessi da loro e in tal modo saremo usciti dalla UE!

Bibliografia e sitografia consultate.

Frefall – J.E. Stiglitz, Einaudi, 2010

Perché studiare la macroeconomia – Anna Maria Variato, 2008.

Dignità del lavoro – Federico Caffè, Castelvecchi Editore, 2013.

http://www.bancaditalia.it

www.Istat.it

www.emilianobrancaccio.it

http://www.goofynomics.blogspot.com

www.ilfattoquotidiano.it

www.ilsole24ore.it

www.actualix.com

http://www.frosinoneinvetrina.com

http://www.sollevazione.it