
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Non vorremmo che, a furia di sentirsi chiamare Innominabile, lo Statista di Rignano si fosse convinto che qualche legge proibisca di nominarlo. Lo fa pensare l’esilarante motivazione della causa civile che ci ha recapitato ieri, la tredicesima in sei mesi: “Il 1° maggio 2020 il Fatto Quotidiano pubblicava una prima pagina con immagini e titoli gravemente ed oggettivamente offensivi dell’onore, della reputazione del Sen. Matteo Renzi. In particolare al centro della pagina ‘campeggiava’ la seguente frase: ‘Renzi sciacallo lascia in pace i nostri morti’. Trattasti (sic, ndr)
di affermazioni diffamatorie perché violano i limiti della continenza e sono dirette a denigrare la persona del Senatore Renzi che, attraverso la voluta strumentalizzazione e distorsione del senso e significato delle parole da quest’ultimo pronunciate, viene additato come ‘sciacallo’”, subendo un danno “indeterminabile”. In effetti siamo usi nominare il suo nome invano senza chiedergli il permesso e impostare la prima pagina e le successive senza il suo imprimatur. Il 1° maggio la notizia del giorno era il suo intervento in Senato del 30 aprile, quando aveva sparato a zero contro i presunti “pieni poteri” di Conte e la sua decisione di non abolire subito il lockdown, e aveva leggiadramente aggiunto: “Pensiamo di onorare la gente di Bergamo e di Brescia che non c’è più e che, se avesse potuto parlare, ci avrebbe detto: ‘Ripartite anche per noi’”. Frase definita “a dir poco infelice” persino dal sindaco renziano di Bergamo Giorgio Gori.
Siccome il genio incompreso aveva tirato in ballo i loro morti per farne i suoi ventriloqui (e i giornaloni facevano i salti mortali per nascondere la tragica figuraccia del loro beniamino), telefonammo ai comitati delle vittime di Bergamo e Brescia per raccogliere i loro commenti. Molti erano “indignati e offesi” e gli suggerivano di “vergognarsi” per le sue “parole scandalose”. I più ribattevano che i loro parenti defunti, se avessero potuto parlare, avrebbero chiesto la zona rossa subito, cioè avrebbero voluto chiudere di più, non di meno. I più gentili lo chiamavano “sciacallo”. Uno, meno diplomatico, direttamente “testa di c.”. Riportammo il tutto a pagina 3 e lo sintetizzammo nel titolo di prima, fra virgolette. Ora il tombarolo (lo chiamavano il Bomba, ora è il Tomba) denuncia noi: forse si vergogna di trascinare in tribunale i parenti delle vittime; o non sa che le virgolette indicano una frase altrui (peraltro sacrosanta); o, non conoscendo vergogna, chiederà i danni anche a loro. Se noi, oltretutto, avessimo voluto infierire, gli avremmo ritorto contro le sue parole del 30 aprile: “Se qualcuno dicesse di riaprire tutto, andrebbe ricoverato”.
Parole pronunciate un mese dopo l’intervista ad Avvenire del 28 marzo, in piena pandemia, in cui intimava di “riaprire le fabbriche prima di Pasqua, poi i negozi, le librerie, le messe e le scuole dal 4 maggio”. Cioè avremmo chiesto un Tso per farlo visitare da uno bravo. Invece ci limitammo, in un commento di Daniela Ranieri, a osservare che la sua parola vale zero: “Il merito per costui è irrilevante. È tutto cinismo d’accatto, giocoleria della tensione, esibizionismo da torero”, roba da “caratterista di Fellini”, da
“Nando Orfei del 2%”. Parole, se possibile, vieppiù confermate dalla lettura della sgrammaticata richiesta di mediazione appena recapitata. Chiarito che il titolo riassumeva il pensiero dei parenti delle vittime da lui e macabramente richiamate dalle tombe per farle parlare come se stesso, ci resta una curiosità: quali sarebbero le “immagini gravemente ed oggettivamente offensive dell’onore, della reputazione del Sen. Matteo Renzi”? L’immagine in prima pagina era una sua foto: dobbiamo forse ritenere che l’Innominabile si pretende pure ineffigiabile, come Battisti e Mina, ma soprattutto considera diffamatoria la sua faccia? Noi, sul punto, potremmo anche concordare con lui (lo diceva già Dostoevskij: “Dopo i 40 anni ciascuno è responsabile della faccia che ha”). E impegnarci a nascondere per sempre le sue offensive sembianze. Ma prima ci vorrebbe una legge che lo renda ineffabile e invisibile, come il Dio ebraico: siccome non sembra, ma fa parte della maggioranza, potrebbe pure ottenerla, magari in cambio del ritiro della candidatura di Scalfarotto a presidente della Puglia (resa vieppiù improbabile dalla faccia dello Scalfarotto, che dunque andrebbe proficuamente aggiunto con apposito emendamento).
Ultimo punto: se chi dice sciacallo “viola i limiti della continenza e denigra la persona del Senatore Renzi”, che ci dice costui di quel premier che diceva “basta sciacalli nei talk show” (22.4.2015); chiamava Grillo “sciacallo” (5.5.2014 e 30.3.2015), anzi “squallido sciacallo” (5.3.2017); dava degli “sciacalli per lucrare due voti” a chi criticava il suo governo dopo gli scontri fra ultrà all’Olimpico (5.5.2014); paragonava a “Tabaqui” (lo sciacallo di Kipling) gli oppositori interni al Pd (15.4.2015); tacciava di “sciacallo” Salvini (20.4.2015, 14.11.2017, 29.11.2018 e 6.12.2018); diceva “bugiardo o sciacallo” a Di Maio che aveva ricordato i finanziamenti dei Benetton al centrosinistra (16.8.2018)? Bene: quel premier era lui. Ricapitolando: se lui dà dello sciacallo a mezzo mondo, è un complimento; se i parenti delle vittime del Covid gli danno dello sciacallo, è un’offesa e lui chiede i danni a noi. Ma un Tso, ogni tanto?
Mi chiedo quando Travaglio e il Fatto decideranno di denunciare Renzi per “stalking giudiziario”. 13 cause civili in 6 mesi intentate da un politico ad un giornale sono una cosa allucinante, tipica dei dittatori ( pur se dello Stato libero di Bananas). Il delirio di onnipotenza di questo arrogante personaggio può essere fermato se tutti, nessuno escluso, gli rendono pan per focaccia.
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Tutti nessun escluso sarà impossibile. Un paio di anni “capo assoluto,quasi, del Paese” ti assicurano un credito enorme. Qui mi fermo non rischio querele.
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Il problema è che il poveretto, pur avendo studiato legge, non ci capisce una mazza e sforna denunce con la stessa non curanza con cui Salvini mangia ciliegie.
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Azione riconvenzionale per causa temeraria, stalking, diffamazione, per DECINE di milioni.
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Quello che inquieta è che non abbia la minima cautela ad intentare così tante cause temerarie i cui esiti gli si potranno prevedibilmente ritorcere contro, semplicemente sul piano delle spese legali da sostenere, portandolo presto pure alla rovina economica (a quella politica già c’è arrivato da solo). A meno che non ci sia qualcuno, magari un hedge fund, che punti ancora su di lui…
Ce ne è già abbastanza da aprire un fascicolo…
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Non solo un TSO , ma un TSOP(erenne).
Lui parla della propria “reputazione”. Ma la reputazione non è nè una cosa innata nè una cosa che uno se la puo’ dare da solo : essa ti viene , o no, data da tutti gli altri .
E l’onore è compatibile con il mancare platealmente di parola a tutto il popolo italiano ?
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ma chi sono, se ci sono, quelli “dietro le quinte” che lo mandano avanti (che a loro viene da ridere…!) percui sto tizio possa avere tanto arrogante potere…?
perché una cosa appare chiara; quando apre bocca e gli da fiato… la sua sicumera non pare proprio farina del suo sacco, della sua intelligenza e delle sue capacità…!
e allora viene da chiedersi: chi “sorregge” sto lestofante? la massoneria piduista deviata? i servizi deviati? i prenditori corrotti e ladri? lo domando in particolare ai giornalisti liberi: potete indagare per farci sapere chi sta dietro e “spinge” il caxxaro rignanese…?
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È davvero stranino, un partitino, che ora naviga in 2 dita d’acqua ormeggiato là.
Sembra quasi stia aspettando qualcuno.
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Non bisogna richiamarlo neppure con un ” L’innomonabile”. Fare in modo che non esista, terra bruciata attorno.
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Signor Tonino, basta leggere le cronache giudiziarie della scorsa settimana, cercando le parole “fondazione” e “Renzi”.
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Sciacallo lo è sempre stato lo statistone…però sentirselo dire da un parassita capo cinque stelle come travaglio è più fastidioso…giudica giudica e alla fine mette i suoi uomini in punti chiave…vedi ENI..benvenuta nuova politica
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Grande Travaglio!
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Il bulletto di Rignano, il mega premier galattico, il Fonzie dalla D’Urso, il Pinocchio che si ritira se perde il referendum. Ci mancava che parlasse con i morti di Covid: chissà se lo hanno mandato a quel paese e non ce l’ha detto.
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