
(Marco Giannini) – Luigi Di Maio ha affermato che gli “Stati Generali” del M5s sarebbero una perdita di tempo per il paese…Al netto dell’importanza che rivestirebbe una manifestazione di questo tipo dal punto di vista del “sale della Democrazia”, non so se vi rendete conto di quanto sia ridicola questa affermazione, oltre che strumentale.Simili esternazioni sono attinenti se si rivolgono a un Governo, a un presidente di una nazione, a un premier, non ad una forza politica! Di Maio ha fatto confusione, eppure, nel trasmettere questo sfondone, ha vestito la faccia di quell’espressione che sfoggia quando si sente convincente, ma apparendo ai miei occhi più simile al piccione che gioca a scacchi (secondo il noto aforisma).Luigi ormai si sente estremamente forte quando si occupa di poltrone e potere (convinto che i cittadini siano tutti “bambinoni di otto anni neanche troppo intelligenti” cit. Berlusconi), e la sua uscita infatti nasconde proprio questo, ma allo stesso tempo risulta macchiettistico quando si tratta di curare i nostri interessi al Ministero degli Esteri.Solo i nemici politici chiamano in causa “gli interessi del paese” per mettere sulla difensiva le posizioni altrui e questo purtroppo avviene anche di fronte ad iniziative politiche auspicabili: ricordo che Silvio Berlusconi, accusava la “sinistra” di danneggiare la nostra immagine all’estero ogni santa volta che egli riceveva critiche!Gli interessi del paese, in realtà, hanno bisogno di ben altro, cioè di un vero cambiamento e questo non può arrivare per concessione estera ma mediante un programma coraggioso.Avessimo una stampa di inchiesta quindi, non intenta a imporre nomine all’ENI (https://www.ilriformista.it/travaglio-mette-le-mani-sulleni-ma-sui-social-e-una-caporetto-84523/(Marco) ed indirizzi politici global-progressisti proni all’establishment (vero Travaglio e Scanzi?), la gaffe di Di Maio apparirebbe chiara: ha messo in imbarazzo il passacarte dell’establishment Giuseppe Conte, dato che, in questi giorni, tra una gonnella vaticana e una cravatta di Bruxelles, sta proponendo proprio gli “Stati generali” versione gesuita, cioè una kermesse a porte chiuse con i poteri forti, che indori agli italiani le prossime “riforme”.Collegata a questo scopo è stata anche la scelta, causa Covid-19, di rimandare gli “Stati Generali” di primavera all’autunno (ridicolo strombazzarli come una idea di Di Battista) senza cercare strade tecnologiche/online per realizzarli: ricordo che subito ho pensato “questa è una forzatura, è la tipica palla al balzo colta da Grillo per poi non farli più, per sbarrare al Dibba la strada a capo politico” e infatti così è stato! La decisione fu presa in modo così sbrigativo e “silenzioso” che fu eloquente, dato che erano in gioco democrazia interna e trasparenza.Di Battista in questi due anni fuori dal Parlamento, alla faccia di chi lo accusa di non essersi impegnato per il M5s e per l’Italia, è entrato in possesso di linee programmatiche evolute, molto chiare e coerenti con il cambiamento di cui il paese necessita; esse, tuttavia, sono soprattutto (“soprattutto” dal punto di vista di Grillo) dissonanti con quelle del cofondatore padre padrone.Di Battista andrebbe quindi ringraziato dal MoVimento e dai media eppure, guarda caso, puntualmente questi ultimi lo attaccano. Ciò avviene ogni volta che qualcuno non remi secondo establishment (in primis la camorra internazionale finanziaria) ed è per questo che ci provano perfino con la fake del Venezuela…Ecco quindi che, alle soglie dell’estate e in pieno marketing pro Troika, il cofondatore cerca di cancellare i previsti Stati Generali e di imporre un Direttorio in cui imbrigliare Alessandro, in cui metterlo costantemente in minoranza circondato da quei parassiti al secondo mandato che hanno accettato di tradire il 90% delle battaglie 5s senza battere ciglio. Il tutto possibilmente senza farsene accorgere (allo scopo è geniale Marco Travaglio).Sigillare la “sottomissione economica” al PD, secondo questi geni, dovrebbe per noi equivalere ad esprimere i migliori interessi del paese di “Luigina memoria”.Alcuni flashback:
Anno 2012: sotto i diluvi, nelle piazze, gli attivisti (me compreso), al seguito di un Grillo che sosteneva tesi opposte alle attuali (vedasi PD), il 5s volò dal 5% dei sondaggi al 25.6% delle urne. Ciò fu possibile attraverso una critica tanto sincera quanto feroce contro la Troika, i tecnici, Mario Monti, contro lo stupro della Costituzione (2013) voluto dalla JP Morgan, contro il Partito Detenuti, in favore dello streaming, contro le riunioni a porte chiuse (pericolosissime quando il paese è alle porte di un attacco speculativo senza precedenti) ed in favore del civismo dei cittadini che entrano nelle Istituzioni.Corre l’anno 2020, dopo le riunioni sigillate nelle stanze di Villa Pamphili, sfilano in passerella i nominati (i camerieri) dalle lobbies: la Troika (perfino la Gheorghieva del FMI!), Colao nelle vesti di nuovo Monti, Gentiloni, Sassoli e l’“organizzatore” Conte stesso. I cosiddetti “Stati Generali”, termine storicamente legato al popolo, trasformati in un palcoscenico alla Grande Fratello per indorarci le future pillolone definite “riforme” (di cui Travaglio e Scanzi sono menestrelli, in attesa che la piazza li individui come traditori insieme a Conte e Grillo).
Il Premier ha organizzato questa kermesse quindi, proprio per servire il Menù ai poteri forti, per questo secondo me Alessandro di Battista ha citato ENI nelle ultime interviste…Per arrivare a questo punto doveva esserci uno buono per tutte le stagioni, cioè che non si ponesse il problema della coerenza, uno con ambizione ben celata (grazie al lavoro di comunicazione che gli conferisce un profilo istituzionale), un politico che sin dall’inizio utilizzasse la propria posizione, non per ridurre sensibilmente la morsa dell’establishment (“avvocato del popolo”) ma per ottenere agganci personali, anche umiliando il Movimento che lo ha messo sulla poltrona (si ricordi la scenetta in cui Conte empatizza con Frau Merkel mentre ridicolizzano la linea geopolitica del 5s).Badate bene, nessuno in questa sede vuole criticare a prescindere il premier, lo si fa per l’indirizzo economico e geopolitico che egli segue pedissequamente, per il fatto di essere istrionico assumendo “i tratti” dei vari interlocutori che incontra, visto che questo fatalmente si ripercuote negativamente sui nostri interessi (anche se i media dicono l’opposto narrando di successi diplomatici) e perché fugge ogni contraddittorio preferendo elargire cazziatoni retorici a reti unificate.A proposito di linee programmatiche ecco le dolenti note!Dovevamo emettere una moneta parallela per far fronte a quel 25% di competitività che l’euro ci toglie alla fonte, dovevamo realizzare la separazione tra banche commerciali e di investimento, dovevamo abolire fiscal compact e pareggio di bilancio dalla Costituzione ed invece stiamo eliminando… il contante.In questo Conte (gentilmente) sta riuscendo in ciò in cui Monti e Renzi avevano fallito e lo fa comunicando la fake new che eliminando il contante si colpisca l’evasione (in realtà si tradurrà in una morsa contro la popolazione a causa di multe e commissioni).Si va a esaudire uno dei più grandi sogni delle banche multinazionali, le quali, paradossalmente, rappresentano proprio il grosso dell’evasione fiscale (le PMI solo un 8% circa); nessuna parola sul fatto che le banche, come noto, eludano il fisco in modi fraudolenti che niente hanno a che vedere con il contante.Possibile che con tutti i sacerdoti della moneta unica invitati, spesso sedicenti economisti, nessuno abbia espresso pubblicamente questo dato di fatto?
Gli interessi della Nazione quindi, caro Di Maio, non interessano a nessuno, tanto meno a questo governo visto che sia il MES che il Recovery Fund ci porteranno la Troika in casa: quest’ultima farà salire lo spread ogni qualvolta faremo un minimo di resistenza! Quando cercheremo di evitare la ristrutturazione del debito (perdita prevista, un terzo dei nostri risparmi), quando cercheremo di resistere al taglio delle pensioni (e speriamo non facciano fallire INPS…) ed all’innalzamento dell’età pensionistica, quando saremo contrari alla (s)vendita dei nostri assets strategici ed interessi geopolitici (in primo luogo nel Mediterraneo) ecc ecc.Concludo con alcune considerazioni…Le tv stanno proponendo spesso un parallelo tra l’eventuale partito di Conte e Mario Monti, ma questo paragone non calza: pur considerando che, nei sondaggi, gli elettori PD dichiarano intenzioni di voto diverse dal loro partito (che poi però puntualmente votano), in questo momento, secondo me, il partito del Presidente del Consiglio otterrebbe un bel risultato; diverso sarà quando, tra qualche mese, saremo prossimi al default…Secondo me, Giuseppe Conte, non dovrebbe quindi cercare la strada più facile, quella di far carriera nel M5s, ma dovrebbe scendere in campo con un suo partito, uscendo dalla zona grigia in cui pare vivere! Dovrebbe avere il coraggio di ottenere voti mediante i programmi e non attraverso l’immagine che ha costruito con così ossessiva attenzione: al momento non si conosce niente di tutto questo.
Reputo invece che un leader politico pentastellato, debba essere la più grande garanzia nel rappresentare determinati valori e piani di lavoro e questo non può essere altri che il Dibba e non certo uno (lecita ambizione se glielo permettono), che si iscrive all’ultimo istante… anche se questo fa comodo al PD!
Splendido articolo.
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Trovo, da attivista prima e da cittadino poi, l’uscita di Beppe Grillo un terribile autogol, irridere Di Battista è stato un atteggiamento di quasi censura nei riguardi di Di Battista in relazione alla sua democratica richiesta di poter esporre le proprie idee e sentire quelle altrui in un’assemblea congressuale.
In questa difficile fase in cui il M5S è attaccato da tutti (opposizioni e renziani, poteri forti, mass media, giornali, Finanza d’assalto, servizi segreti nazionali ed esteri, Confindustria, poteri criminali, ecc.), sarebbe importante che il Garante promuovesse l’UNITÀ del Movimento fra i portavoce, gli attivisti e gli iscritti.
La partitocrazia corrotta (compresa una parte del Pd) non aspetta altro che disgregare il Movimento e logorare il governo Conte.
Beppe Grillo, cofondatore del Movimento 5 Stelle, che ha sempre lottato lo strapotere delle multinazionali e della partitocrazia corrotta, da un anno sta facendo delle uscite poco comprensibili e contestabili; con il suo via libera di partecipazione al sistema partitocratico e consociativo dei partiti, ha di fatto esposto il Movimento alle pressioni classiche dei poteri forti e oscuri, dediti al malaffare e alle tangenti.
Grillo dovrebbe spiegare quali sono stati i motivi che gli hanno fatto cambiare opinione.
I portavoce, gli attivisti, gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori hanno tutto il diritto di sapere poiché ci mettono la faccia sui territori e la matita nella cabina elettorale.
Beppe dovrebbe essere il Garante del Movimento 5 Stelle e non un maestro pronto a bacchettare i suoi allievi.
Anche Di Battista dovrebbe essere più accorto a manifestare il suo dissenso, evitando posizioni estreme che possono portare a rotture insanabili.
Tutti dobbiamo capire che quando si sta al governo con altri partiti occorre mediare, naturalmente non a tutti i costi, cercando di riuscire a far approvare quanto più possibile del nostro programma, evitando di far varare leggi impopolari contro le famiglie meno abbienti e il ceto medio.
Inoltre evidenzio che Di Battista, con il quale non sempre sono d’accordo, ha tutto il diritto come qualsiasi altro portavoce di chiedere un “congresso” (finalmente è stato sdoganato il linguaggio organizzativo dei partiti) per discutere e decidere una nuova linea politica, di cui il Movimento ha impellente bisogno, gli attivisti sono confusi e demotivati delle scelte politiche di questi ultimi due anni. C’è stretta necessità di avere dei chiarimenti sulle linee guida.
Di Battista chiede solo di potersi confrontare con gli altri portavoce e attivisti, come del resto chiedono in tanti nelle varie Regioni e nei Comuni.
Ciò non significa picconare il governo Conte o qualcuno del Movimento o voler diventare Capo politico.
Il Movimento 5 Stelle che è stato il fautore della partecipazione dal basso dei cittadini non può porre alcun ostacolo ad un “congresso/assemblea/stati generali”, neanche in presenza della pandemia e della crisi economica e sociale.
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