
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
Càpita a tutti di sbagliare. Specialmente quando il lavoro è tanto e il tempo è poco. Dunque non c’è nulla di strano se l’inchiesta della Procura di Perugia sul pm Luca Palamara, divenuta ben presto un’inchiesta sul Csm e sulle correnti togate, presenta errori nella trascrizione delle migliaia di intercettazioni. O, meglio: non ci sarebbe nulla di strano se quegli errori non fossero tutti unidirezionali, sempre a vantaggio degli utilizzatori finali dell’indagine. Cioè gli amici dell’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, interessato a garantirsi un successore in continuità con la sua discussa e discutibile gestione: prima dello scandalo, il procuratore di Palermo Franco Lo Voi; dopo, l’aggiunto prediletto Michele Prestipino. E soprattutto a spezzare la maggioranza del Csm che aveva già indicato in commissione un procuratore “discontinuo”: il Pg di Firenze Marcello Viola. L’operazione, grazie alla diffusione degli allegri conversari fra Palamara e i deputati renziani Lotti e Ferri (magistrato in aspettativa ed ex ras di MI), riuscì perfettamente: Mattarella chiese un nuovo voto in commissione con altri candidati e alla fine la spuntò Prestipino, cioè Pignatone. Ora che gli atti dell’inchiesta sono depositati (e le accuse di corruzione a Palamara sono evaporate), si scopre, con buona pace della leggenda del Santo Pignatone diffusa dai giornaloni, che quella non era una lotta fra buoni e cattivi: ma una guerra per bande per consumare vendette e prendere il potere nella Procura più importante d’Italia, che vale 2 ministeri.
Ma, come documenta il nostro Antonio Massari, si è scoperto ben altro: una serie di “errori”, tutti favorevoli a Pignatone e ai suoi cari. 1) La sera del 21 maggio 2019 Palamara incontra l’allora Pg della Cassazione Riccardo Fuzio (poi dimessosi): il Gico della Gdf di Roma, che stranamente indaga per conto di Perugia pur essendo alle dipendenze dei pm romani (indagati compresi), trascrive solo “rumori”. Ma i difensori di Palamara scoprono che una parte del colloquio è abbastanza intelleggibile e chiedono di trascriverlo. Il Gico riempie il buco e attribuisce a Palamara la parola “carabinieroni”. Palamara nega di averla mai usata. Infatti, quando il nostro giornalista ascolta l’audio, sente “Pignatone”. E vabbè, dài, sarà un caso. 2) Nello stesso colloquio, Massari sente “Mattarella” ed “Erbani” (consigliere giuridico del Quirinale). Nella trascrizione del Gico non compare nessuno dei due nomi, che invece Palamara ricorda di aver pronunciato perché alcuni consiglieri del Csm gli avevano detto di aver saputo da Erbani che qualcuno di loro aveva il trojan nel cellulare, tant’è che molti avevano smesso di parlare con lui.
E vabbè, dài, sarà un caso. 3) Il 9 maggio 2019 Palamara cena con Pignatone. Sarebbe interessante sapere cosa si dissero il procuratore che ambiva a scegliersi il successore e il potente membro del Csm che poteva orientare Unicost nell’una o nell’altra direzione 13 giorni prima del voto in commissione. Purtroppo, vedi la combinazione, l’aggeggio che intercetta tutto 24 ore su 24 rimane spento dalle ore 16, quando Palamara annuncia la cena a un’amica: qualcuno l’ha disattivato, o si è provvidenzialmente guastato. Ed è strano, perché durante la cena risulta una telefonata di Palamara intercettata, ma non depositata: quindi il trojan avrebbe potuto funzionare anche quella sera, ma captò solo conversazioni telefoniche e non ambientali. E qui le coincidenze diventano davvero troppe. Anche perché la Procura di Roma, per errori ben più veniali, indagò per falso in atto pubblico e fece espellere dall’Arma il capitano del Noe Gian Paolo Scafarto, che indagava su Consip per conto dei pm napoletani Woodcock e Carrano e poi di quelli capitolini; e, non contenta, tolse le indagini all’intero Noe per affidarle al Ros di Roma.
Che aveva fatto di tanto grave Scafarto, a parte beccare l’imprenditore Alfredo Romeo e il galoppino di Tiziano Renzi, Carlo Russo, mentre trattavano favori in Consip in cambio di 50 mila euro al mese per “T.” e 2,5 per “C.R.”? Nel rapporto investigativo, aveva invertito i nomi di Romeo e del suo consulente Italo Bocchino, attribuendo al primo anziché al secondo la frase “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”. Che, in bocca al primo, portava a babbo Tiziano e a Consip; in bocca al secondo, provava solo normali colloqui politici fra Matteo e l’ex braccio destro di Fini. Un errore neutro (le prove di almeno un incontro Romeo-Tiziano già c’erano) e involontario (nelle trascrizioni delle telefonate allegate al rapporto Scafarto, la frase era attribuita a Bocchino, dunque sia gli avvocati sia i magistrati avrebbero scoperto facilmente la svista). Eppure Scafarto, indagato e privato della divisa, fu sputtanato dall’Innominabile e dai giornaloni al seguito come carabiniere “deviato” e “falsificatore di prove”, per dimostrare che Consip era un “complotto” e un “colpo di Stato”. Poi il Riesame e la Cassazione reintegrarono Scafarto e il gup respinse la richiesta di rinvio a giudizio, prosciogliendolo con formula piena da quell’errore in buona fede. Ora la domanda è semplice: che farà la Procura di Roma coi finanzieri che scambiano “Pignatone” per “carabinieroni”, non sentono “Mattarella” ed “Erbani” e piazzano trojan intermittenti che si spengono quando Pignatone cena con Palamara? Si accettano scommesse.
Scommetto che non faranno un cazzo.
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@Terribile
Ti piace vincere facile, eh?
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C’è del marcio in Danimarca
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“ciò che è fallace è l’essere umano, facilmente corruttibile e per sua natura fallibile”
quello che invece non è corruttibile è il nero scritto sul bianco e la sua osservanza (leggi scritte bene)
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Grandissima delusione della gestione Pignatone alla Procura di Roma. I giornaloni ce lo avevano presentato come colui che avrebbe diradato le nebbie del famigerato porto ed invece…
Molti di noi (lo stesso Travaglio) ci avevano ingenuamente creduto. Ma la vicenda Consip ha irrimedibilmente squarciato il velo.
Ecco dimostrato come un sistema dell’informazione tanto pesantemente condizionato dai potentati mina alla base la nostra democrazia in quanto, costruendo una narrazione totalmente farlocca, finisce per corrompere la volontà popolare.
I problemi dell’Italia stanno tutti lì: molti sottovalutano questa emergenza ostentando scetticismo e sufficienza nei confronti di chi non si stanca di sottolineare la gravità della situazione, ma senza la sanificazione di questa letale infezione, nulla potrà mai funzionare nel nostro Paese.
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@Pausilypon
“Gombloddo! Gombloddo!” fu a lungo la formula con cui i troll renziani, inquadrati nella falange dei 300 Spartani di
Giuntelliana memoria, deridevano chi esprimeva dubbi e commenti poco benevoli nei confronti di San Pignatone.
Ora nel loro microencefalo s’è fatta strada (a fatica… molto a fatica) la consapevolezza che con lo sputtanamento
generalizzato degli alti gradi della Magistratura non possono più deridere chi vedeva le cose come stavano nella realtà,
e hanno ripiegato sulla strategia manzoniana del “sopire, troncare, silenziare”, fingere che ben altri siano i problemi
di cui dovremmo occuparci che non delle meschine beghe da comari all’interno della magistratura.
Com’è che il “giornalume” nostrano si comporta, anche in questa occasione, esattamente come i suddetti troll?
Saranno anche loro parte dei magnifici 300?
No! Non credo proprio.
Chi scrive su certi giornali ha fauci e stomaci troppo ampi per accontentarsi delle briciole che Giuntella passa ai
suoi!
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Concordo con lei.
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Pausyllipon, hai pienamente ragione, però sei alle intenzioni, quando vai sul pratico ti trovi sempre altri italiani. Trovare persone oneste e capaci che tengono sempre la schiena dritta è impossibile, forse a Merano, a Roma ci sono troppi troppi interessi diversi e il bianco diventa sempre grigio se non di peggio
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@Fabio
Meno male che hai messo un dubitativo “forse” prima di citare Merano come esempio di probità e correttezza.
Anche i “krukki de noantri”, tra mascherine, sanità, vitalizi d’oro non tagliati, soldi agli amici e agli amici degli amici,
e quant’altro, non si fanno mancare proprio niente!
Cerca su Google: scandali Alto Adige, e avrai da leggere per tutto il giorno!
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abbiamo un’importantissima figura di garanzia costituzionale che dovrebbe prevenire o alla peggio rimediare a questi veri e propri golpetti: il presidente, della repubblica e non solo, mattarella, che però non fa mai un cazzo a parte sparare raffiche di banalità e avallare porcate, e guai a criticarlo, perché i media accorrerebbero in suo soccorso, con pennelloni e mani di bianco per il sepolcro, e di marrone per chi ha osato tanto. Neanche il papa è altrettanto intoccabile. Perchè garantisce la costituzione e quindi la democrazia? no, per il motivo contrario: proprio perchè permette di evitare che sia garantita.
Figurarsi se il deep state potrebbe rinunciare ad accaparrarsi la prima carica dello stato …
Il pesce puzza dalla testa.
Del resto … ops, lo hanno eletto forza italia e il pd di renzi…
Non mi stupirò per niente quando anche per lui proporranno un secondo mandato.
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Leggi ben scritte e comprensibili da tutti è il solo antidoto all’uomo fallibile e corruttibile.
i dieci comandamenti sono ancora lì a dimostrarlo…
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Bravo! Grazie alla succinta chiarezza dei 10 comandamenti e’ praticamente impossibile trasgredirli! Sono talmente ben scritti e comprensibili che si passa direttamente a non cacarseli.
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Ennio attento, non fare il gradasso…. che chi ti condannerebbe per la non osservanza non è una giuria qualsiasi……
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Ah, la vecchia abitudine mediterranea di mettere l’al di la’ di davanti all’al di qua per nasconderlo.
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