
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Avete presente il cosiddetto caso Bonafede-Dap-scarcerazioni? E due mesi di “Non è l’Arena, è Salvini” sul ministro, su Basentini e sui loro parenti vivi o morti fino al sesto grado? E i processi al Guardasigilli&C. nel question time, nella mozione di sfiducia e in inutili audizioni in quella parodia di commissione Antimafia ridotta a succursale di casa Giletti (ma senza Salvini, latitante da due anni per non rispondere sui rapporti con Siri e Arata, socio occulto di Nicastri amico di Messina Denaro)? Bene, buttate pure tutto nel cestino. Erano tutte balle, fuffa, armi di distrazione di massa per colpire il ministro che ha bloccato la prescrizione e affibbiargli la colpa delle scarcerazioni di 350 mafiosi e malavitosi (50 già tornati dentro), che ovviamente sono responsabilità esclusiva dei giudici di sorveglianza che le hanno firmate. Basta leggere l’ordinanza di quello di Sassari che ha riesaminato, alla luce del decreto anti-scarcerazioni, gli arresti domiciliari da lui stesso concessi a Pasquale Zagaria il 23 aprile in piena pandemia. E li ha confermati, sollevando questione di legittimità costituzionale contro il decreto. È Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica, che ha un’idea del carcere opposta alla nostra. Ma ha il merito di rivendicare le sue decisioni e convinzioni senza incolpare gli altri né inventare scuse. Viva la faccia.
Da tre mesi chi vuole liberarsi di Bonafede starnazza che le scarcerazioni sono colpa sua, dell’ex capo del Dap Basentini e di una circolare del 21 marzo che avrebbe dato la stura al “liberi tutti”. Circolare che non parla mai di scarcerazioni: si limita a chiedere i nomi dei detenuti affetti da patologie che li espongano a conseguenze letali in caso di contagio per metterli in sicurezza (con isolamenti, esami, precauzioni varie: non certo per scarcerarli, visto che si rischia il Covid molto più fuori che dentro). Dunque le scarcerazioni con la circolare non c’entrano nulla, anche se molti giudici se ne sono fatti scudo per dare sfogo ai loro uzzoli decarceratorii. Non è il caso di De Vito che, già nell’ordinanza che mandava a casa (a Brescia, epicentro del Covid) il camorrista Zagaria, chiariva di averlo fatto in base al Codice penale e all’Ordinamento penitenziario. Certo, aveva chiesto al Dap di indicare un centro di cura penitenziario e il Dap, con un’imperdonabile gestione burocratica (giustamente pagata da Basentini con le dimissioni), non aveva risposto in tempo. Ma il giudice chiariva che Zagaria l’avrebbe scarcerato lo stesso, perché riteneva le sue condizioni di salute (neoplasia vescicale, da poco operata con postumi gravi) incompatibili con cure in qualunque struttura penitenziaria.
E ora lo ripete con ancor maggiore nettezza nell’ordinanza che conferma i domiciliari. Zagaria deve restare a casa nel Bresciano e curarsi nell’ospedale del posto: non per le mancate risposte del Dap, che nel frattempo ha indicato strutture alternative (nell’ospedale Belcolle di Viterbo) a quelle che prima erano inutilizzabili in Sardegna (occupate da casi di Covid e ora di nuovo disponibili); ma perché non il Dap, non Basentini, non la circolare, non Bonafede, ma il giudice, nella sua insindacabile “discrezionalità”, ha deciso che la “patologia grave non è fronteggiabile con strumenti diagnostici-terapeutici in ambiente carcerario”; e perché la “Corte d’appello di Napoli in data 22.1.2015” ha definito Zagaria “non più pericoloso”. E l’ha mandato a casa in base al “bilanciamento discrezionale tra diritto alla salute e sicurezza sociale”, visto che il detenuto non può ricevere “adeguate cure mediche in ambito carcerario”. Punto. Chiunque sia il ministro o il capo del Dap, con o senza il decreto, il giudice di Sassari non cambia idea. Solo alla “scadenza del termine individuato” (5 mesi) da lui, e non di quello indicato nel decreto (“immediatamente”), opererà la “rivalutazione della persistenza delle ragioni del differimento e della detenzione domiciliare” in base “all’evoluzione della patologia”. Né quando adottò il provvedimento, né ora il giudice si lascia influenzare dalla “comunicazione del Dap in ordine alla disponibilità delle strutture protette”, dai pareri della Dna e delle Dda “favorevoli al ripristino della detenzione”. Né dal nuovo decreto, che ritiene incostituzionale perché “sconfina nella sfera di competenza riservata all’autorità giudiziaria”, cioè a lui.
Cosa sarebbe accaduto se il Dap gli avesse risposto per tempo, prima del 23 aprile? “L’idoneità dei reparti di medicina protetta tempestivamente comunicati dal Dap avrebbe dovuto essere valutata da questo tribunale con riferimento all’intervento diagnostico che lo Stato non era riuscito ad assicurare” con l’intervento chirurgico. Ma non sarebbe bastata neppure allora a evitare la scarcerazione: infatti neanche ora è “possibile valutare l’idoneità delle strutture indicate a evitare il pregiudizio per la salute del detenuto”. Ciò sarà possibile solo in caso di “guarigione e idoneità delle cure”. Cioè non ora, neppure in presenza di strutture penitenziarie: “una rivalutazione improvvisa… prevalentemente indirizzata al ripristino della detenzione, comporta una violazione del diritto alla salute”. Chissà se i mitomani in Parlamento, in Antimafia, nei giornali e nei tele-pollai leggeranno l’ordinanza e la pianteranno. Ma c’è da dubitarne: non c’è peggior mitomane di chi non vuol capire.
Non sarei così ottimista……. “non vogliono capire……..” .No, non capiscono proprio, sono delle figure limite, più terra a terra sono delle Teste Di Chicco.
Quindi è come pestare l’acqua nel mortaio.
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Quello che non si potrà cancellare sono le insistenti trasmissioni TV ad arte confezionate per colpevolizzare Bonafede.
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Articolo smaccatamente di parte che non contribuisce minimamente alla ricostruzione della verità.
La altera più di quanto faccia Giletti nelle sue trasmissioni, che sul caso specifico ha raccontato più fatti che opinioni, lasciando parlare i diretti interessati e magistrati esperti come Ardita.
Il fatto che Bonafede abbia bloccato la prescrizione non fa di lui un infallibile ne gli concede una sorta di immunità.
Chi lo ha criticato per la questione Dap/scarcerazione mafiosi è contrario alla prescrizione. Da come scrive T sembra invece che le critiche di Ardita, Di Matteo, Maresca e tanti altri siano solo strumentali. Questo è barare.
“Erano tutte balle, fuffa, armi di distrazione di massa per colpire il ministro che ha bloccato la prescrizione”
Col cazzo erano fuffa.
“.. e affibbiargli la colpa delle scarcerazioni di 350 mafiosi e malavitosi (50 già tornati dentro)”
50 sono tornati dentro e SOLO 300 sono ancora fuori. So soddisfazioni!
Io non guardo Giletti ma sulla questione del Dap ho rivisto le sue trasmissioni sul web.
A chi non le ha viste suggerisco di vederle se è minimamente interessato a farsi una idea più vicina alla realtà di quanto accaduto.
Con questo articolo Travaglio si può scordare il mio acquisto delle copia cartacea del suo giornale, per un bel po’. Sembra stia diventando un Salllusti del M5S. Sandra Amurri del FQ intervenuta in trasmissione si è sentita in divere di precisare che parlava a titolo personale, sapendo bene che la linea editoriale del suo direttore non ammetteva critiche al ministro e ai suoi uomini.
Se T. continua così farà fare un figurone pure alla D’urso col pisello. Anzi, c’è già riuscito. Complimenti vivissimi.
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Tra l’altro far passare gli errori, la sciatteria di Basentini, per “un’imperdonabile gestione burocratica” fa ridere i polli. E roba da Ruby nipote di Mubarak.
Perché parliamo di un aspetto cruciale della gestione delle carceri, ovvero la DETENZIONE di MAFIOSI che tornando a casa danno un segnale sconcertante alla popolazione, a chi la mafia la combatte, a chi la teme, a chi è testimone.
E che sia “un’imperdonabile gestione burocratica” è tutto da dimostrare. Chi può escludere che non ci sia stata intenzionalità?
Basentini e il capo di gabinetto Fulvietto erano amici o uomini di Palamara, quello che gettava merda su De Magistris quando è stato ingiustamente trasferito, quello che gettava merda su Di Matteo (quando era ancora un eroe per i 5S).
Su Basentini e sulle sue relazioni amicali e di parentela stanno uscendo (merito proprio della D’urso col pisello) situazioni come minimo imbarazzanti.
“un’imperdonabile gestione burocratica”
Non posso crederci che il mio giornalista preferito scriva ste cose. Che delusione.
Ed il fatto che sia
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Ricordo che la Amurri si era candidata nel partito di quel buontempone di Ingroia, per me uno dei peggiori magistrati mai esistiti sul pianeta.
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Ingroia e’ stato peggio che ucciso dal potere (Berlusconi et similia). E’ stato il delitto perfetto, lasciarlo a darsi la zappa sui piedi.
Per levarsi dai piedi un giudice/magistrato, basta farlo morire di fame (professionalmente, con trasferimenti, ispezioni, stampa avversa) e poi lasciarlo in pasto alla propria vanita’ frustrata.
Per quale ragione uno dei pegiori?
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Ex andrea lascia stare, ritirati 2 mesi in un eremo, hai voglia a scrivere, chiedi scusa delle cazzate che scrivi da un mese, presuntuoso che non sei altro. Saluti
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Perchè oltre ad aver concluso molto poco con le sue inchiesta alla stregua di De Magistris n’artro bono.
Con la sua entrata in politica non ha fatto altro che confermare la testi (falsa) precostituita dalle destre sopratutto berlusconiane che c’erano magistrati (PM) comunisti che volevano fargli le scarpe.
Un regalone cosi nemmeno i migliori avvocati di Berlusconi potevano farglielo.
Ingroia e De Magistris hanno gettato ulteriore discredito sulla magistratura.già massacrata negli anni.
Hanno fatto più danni loro che gli insulti e le accuse delle destre.
In oltre sono esperti in anti grillismo nel senso proprio di Grillo, come fosse il nemico numero uno da abbattere politicamente.
Mentre con la vecchia politica, al massimo usano il fioretto, invece che la mazza ferrata come si è visto anche con Bonafede.
Grillo può piacere o meno può esser considerato credibile o meno ma da li a farlo passare come il peggio della politica ce ne passa.
De Magistris si candidò alle europee grazie al sostegno di Grillo (il M5S non esisteva) gli diede ampio spazio su suo blog, che allora era tra i più visti al mondo non in Italia ma al mondo.
Lo aiutò a vincere e infatti vinse, dopo un anno o poco più adesso non ricordo di preciso, fece il salto della quaglia per candidarsi a sindaco di Napoli ecco la serietà di questa gente.
Prendere un impegno con i cittadini e voltargli le spalle quando fa più comodo.
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Sono curioso di sapere se Giletti avrà la dignità di riesaminare la questione alla luce dell’ultima ordinanza del giudice di sorveglianza di Sassari, che non è un pinco pallino qualsiasi ma (possibile che il segugio da riporto di padron Cairo non lo avesse afferrato?) è presidente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dei togati.
Ricostruire i fatti, fingendo di farlo in modo minuzioso e a 360 gradi, omettendo un particolare decisivo, significa dare una rappresentazione taroccata della realtà: significa addossare gratuitamente al ministro della giustizia un decisione che non solo è presa da un altro potere dello Stato, la magistratura, sulle cui determinazioni nulla il primo può, ma che addirittura viene rivendicata come manifesto ideologico da un ramo importante di quest’ultima.
Perché costruire puntate su puntate contro Bonafede, facendo la tac a tutta la famiglia Basentini, trascurando il fatto che la scarcerazione di Zagaria è stata ordinata (legittimamente) dal leader di Md?
Significa letteralmente prendere in giro il telespettatore per indirizzarne la giusta indignazione verso uno scopo inconfessabile; altrimenti si giocherebbe a carte scoperte.
Cosa che Giletti proclama continuamente di voler fare ma che poi evita accuratamente, fingendo viscidamente di prendere pure le parti del valoroso magistrato Nino Di Matteo ma lasciandolo poi inspiegabilmente e ripetutamente ingiuriare dal suo omologo berlusconiano, Sallusti, senza muovere un dito: anzi, facendosi sorprendere dalle telecamere con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.
Questo non è giornalismo, ne è solo una mostruosa degenerazione.
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Pausilypon, evidentemente tu non hai visto le puntate che Giletti ha dedicato al caso perché si è parlato anche dei giudici di sorveglianza.
L’ipergarantismo (per me sospetto) di alcuni giudici non assolve gli errori di Bonafede e dei suoi uomini.
È così difficile da capire?
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Mi sa tanto che sei tu che non vuoi comprendere l’attacco contro Bonafede montato ad arte a partire dalle rivoluzioni delle carceri. C’è odore di marcio ovunque e non ci vuole un naso raffinato per sentirlo. Chi lo vede proprio dove non ve n’è traccia, è scemo o in malafede.
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Vuol dire che devo prendere sul serio uno come Giletti? Voorei dieci Gabanelli, piuttosto…
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E già, o in malafede o stupido.
È quello che ho sempre pensato (forse a torto) dei berlusconiani. Ora lo inizio a pensare dei grillini.
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@Pausilypon
Al killeraggio mediatico siamo ormai avvezzi da troppo tempo.
Quando chi controlla i mezzi di (dis)informazione si trova in perenne conflitto di interessi ed usa la potenza mediatica di cui dispone
per abbattere gli avversari politici, vuol dire che si vive in uno stato di democrazia attenuata e distorta.
Eppure sembra che metter mano ad una seria riforma dell’editoria collegata con quella sul conflitto di interessi sia “mission impossible”
per chiunque.
Forse è vero… ma almeno proviamoci! Così, se andasse male, potremo dire di essere stati battuti da un nemico troppo forte e non
dal fatto di non aver nemmeno provato.
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Ennio
assolutamente no.
Non ho detto che Giletti è un bell’esempio di giornalismo.
Diciamo che per fare una Gabanelli ci vogliono 10 Giletti.
Quello che ho detto è che Giletti in questo caso ha avuto il merito di approfondire la questione e far emergere la verità più di altri.
E per farlo ha invitato fior di magistrati e di giornalisti (Lirio Abbate ad esempio).
Che poi lo abbia fatto in modo strumentale è un altro discorso che può semmai ripercuotersi sulla sua deontologia e professionalità, non sulle verità emerse dalla sua trasmissione.
Non dovreste attaccare Giletti per la sua inchiesta sulle scarcerazioni dei boss ma, semmai, sulle sue omissioni nel caso Arata.
Invece sembrate voler dire, visto che taci su Arata faresti bene a tacere anche su Basentini e tutto il corollario.
Si chiama omertà al Paese mio.
Nel vostro come si chiama?
O il sospetto che la trasmissione non l’abbiate proprio vista. Quando i fatti stridono con le proprie opinioni ci si sente in imbarazzo. Posso capirlo.
Io non ho MAI parlato male di Bonafede, lo consideravo il miglio ministro in carica. Chi lo ha criticato non è pregiudizialmente contrario al ministro o ai 5s
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domanda: qualcuno sa dire perché le sentenze del giudice disorveglianza carceraria non sono appellabili in II° grado e, eventualmente, in cassazione…?
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La verità è che vogliono far passare il ministro Bonafede come colui che ha rapporti con la ndrangheta così è stato insinuato da Sallusti. Poi non ho capito perché i giudici di sorveglianza hanno firmato le scarcerazioni significa che hanno più potere del DAP? O c’è stato un silenzio assenzio? Quindi come vogliono far capire (in questa soap opera) se ci fosse stato Di Matteo al capo del Dap non ci sarebbero state le scarcerazioni.
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In realtà non è una sentenza, ma un atto. Che io sappia si può ricorrere al riesame, però se il giudice decide per la scarcerazione chi dovrebbe fare ricorso al riesame? Al contrario chi sconta la pena in carcere ricorre al riesame se non viene accolta la richiesta di misure alternative.
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Anche attribuire la riforma della prescrizione al ministro Bonafede è sbagliato. L’abolizione della prescrizione era un punto fondamentale del M5S, non una battaglia personale del ministro.
Ed invece Bonafede è colui che dobbiamo ringraziare per la riforma della prescrizione, chi lo critica è invece un appassionato sostenitore della prescrizione dei processi (anche se non lo è mai stato), Basentini commette “un’imperdonabile gestione burocratica”, la circolare non c’entra nulla anche se gli avvocati e i familiari dei mafiosi e i mafiosi stessi quando è stata diramata hanno raggiunto l’orgasmo, il passato imbarazzante di Basentini e le sue relazioni amicali sono gossip, le sue relazioni con Palamara tabù. Un po’ troppe cazzate da bersi tutte insieme in un’unica articolo. E questo al netto delle dichiarazioni di Di Matteo e di Ardita, ai quali ovviamente arriveranno palate di merda. Per difendere chi? Basentini, il povero burocrate inconsapevole e con lui il ministro che l’ha nominato.
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E’ stato il Covid 19 ha scarcerare i delinquenti.
Se non ci fosse stata la pandemia sarebbero rimasti tutti li circolare o non.
E’ un evento che ha spiazzato tutti i gangli dello stato.
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Il peggior sordo è quello che non vuole sentire e il peggior cieco è quello che non vuole vedere la realtà che che lo circonda, se non quella filtrata dalle telenovele giornalistiche cucite su misura per un vestito già confezionato.
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Preferisco avere orecchie ed occhi atrofizzati che una lingua lunga un metro.
Purtroppo il mio naso ed olfatto funzionano ancora bene e mi suggerisce che dietro la nomina di Basentini e ciò che è successo dopo ci siano cariolate di merda.
Sono sorpreso invece che i vostri nasini complottisti, che in passato si arricciavano per tutto, ora non fiutino proprio nulla.
Un olfatto ultrasensibile che va e viene.
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Ex andrea, ieri ho scritto più contro ardita, oggi concordo in pieno con dott. Caruso, vai a lavare dei cessi tu e la tua presunzione.
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Exandrea, non ho visto quella od altre puntate, e quindi parlo sulla scorta del mio pregiudizio. Dovendo riformulare la domanda, visto che non ho televisione, chiederei se il pasticcio del DAP l’ha commentato solo lui.
Proprio nessuno ha diviso e rimarcato le diverse possibilita’ e responsabilita’ dei due diversi uffici?
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Espresso, articoli di L. Abbate sul caso delle scarcerazioni, citazioni della differenza tra DAP MdG: 16 aprile 2020, niente; 21 Aprile, citazione della circolare DAP del 21 Marzo, e basta; 14 MAggio “La disastrosa gestione del regime di massima sicurezza nelle carceri italiane” ma non vi e’ eco del “caso Giletti”.
Mi date un link a quella puntata, per favore?
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Ovviamente, se il succo della puntata e’ uno che dice: “La responsabilita’ della scarcerazione di tanti mafiosi e’ del Ministro della Giustizia” e quell’uno fa parlare gente come Salvini e Renzi senza il proprio contraddittorio di giornalista, allora, insomma, cosi’ cosi’…
E’ ormai dimostrato che il Bonafede non c’entra. O no?
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Scusa ex andrea, siccome sono tardo, tu scrivi che dopo la circolare del Dap, avvocati e famigliari di mafiosi han festeggiato!!!! Conoscevano più di 200 magistrati del tribunale del riesame? Cosa sono nostradamus? Sapevano in anticipo che con quei giudici (più di 200!!!) sarebbero arrivati i domiciliari?? Te Palamara ti fa un baffo, ti candido subito a presidente della repubblica, vieni a lavorare un po la terra che è meglio
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