(Roberta Labonia) – Fra poche ore la sorte politica del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sarà appesa a quello che deciderà il soggetto sulla destra nella foto, che risponde al nome di Matteo Renzi. La tipa ammiccante al suo fianco è la sua fedelissima storica, tal Maria Elena Boschi, già Ministra del suo Governo, prima che gli esiti impietosi di un referendum costituzionale autocelebrativo ne sancissero la fine. La tipa però non s’è data per vinta, mentre il suo mentore si ritirava sull’aventino parlamentare a mangiare popcorn, lei nel frattempo si era riciclata alla grande. Grazie ai buoni uffici del suo mentore, s’è ritrovata seduta sulla poltrona di segretario di Stato, testa di ponte di un crepuscolare governo Gentiloni di fine legislatura. Oggi la bella donzella, schiacciata dai consensi dei Governi Conte, è relegata, come il suo pigmaglione, al ruolo di senatrice semplice. Entrambi i personaggi, dopo aver assaggiato il potere e, a tratti, grande popolarità, oggi hanno raggiunto abissi di impopolarita’ irreversibili. E anche il nanocontenitore politico che hanno animato confidando di tornare in auge (quello che vanta un logo che ricorda un noto detergente intimo), conta a malapena il 2% dei consensi.

Sarà per questo, perché ormai stanno alla frutta, per darsi una visibilità (tipo parlatene male, purché se ne parli), che, rinnegando di essere forza di Governo, sono giorni che minacciano di votare la sfiducia al Ministro Bonafede insieme al centro destra, a cui si è aggiunta last minute Emma Bonino, capo di se stessa in +Europa. La sua, una mozioncina di sfiducia formato pocket.
Tutti questi personaggi, pur con accenti diversi, imputano al Guardasigilli di aver fatto uscire dal carcere oltre 400 detenuti con la scusa del Covid-19, quando, non più tardi di qualche ora fa’, anche Piercamillo Davigo ha detto che la loro è una cazzata. La responsabilità, ha detto Davigo che è un magistrato, è stata esclusivamente dell’autorità giudiziaria. Punto. E, come se una cazzata non fosse già abbastanza, appoggiandosi sulle narrazioni capziose del cacciatore di teste Massimo Giletti, i magnifici 3 più 1, oggi imputerano a Bonafede di aver ceduto alle pressioni di non si sa bene chi per silurare la nomina di Nino Di Matteo al Dap (ahhh… potenza di casa Cairo… ).
Ma da soli non ce la faranno a far cadere Bonafede se, a dargli una mano, non ci saranno i voti del “governativo” Matteo Renzi. 17 senatori in tutto, quelli con cui il capo dell’ormai “giglio fracico”, pensa di poter tenere per il collo Giuseppe Conte.
Quindi se alle minacce Renzi farà seguire i fatti, il Guardasigilli Bonafede dovrà prendersela col “fuoco amico” e levare le tende. E un minuto dopo si aprirà la crisi di Governo (sarebbe inevitabile).
Ma mi ci gioco quello che ho di più caro che non avverrà. E non avverrà non fosse altro che perchè non ci sarebbero altri scenari che il ritorno al voto. Di fantomatici Governi di “unità nazionale” non se ne vedono all’orizzonte. E Renzi sa bene (e lo sanno anche i suoi), che un passaggio alle urne, oggi, li lascerebbe con pochi strapuntini in Parlamento. Conterebbero come il due di coppe quando a briscola regna spade.
E allora perché tutto ‘sto casino? Perchè quella di Renzi non è una minaccia, è un misero ricatto. Come una prima donna attempata che non se la caga più nessuno alza la posta sfruttando con cinico calcolo il momento propizio. Un ministro non gli basta. Ne vuole di più: il sostegno a Bonafede (e al Governo), in cambio di un rimpasto di Governo e, statene certi, vuole cecchinare un 5 Stelle (Azzolina alla Pubblica Istruzione ? O Catalfo al Ministero della Lavoro?). Il rimpiazzo ce l’ha già bell’e pronto. È quella tipa nella foto. Quella che fino a qualche tempo fa parecchi giornali avevano ribattezzato “Lady Etruria” quando una Commissione parlamentare aveva appurato il suo grazioso vezzo di andare a pietire a destra e a manca, dall’alto della sua carica istituzionale, di salvare la Banca del su’ babbo.
Sarà per questo che oggi Mariaele ha chiesto e ottenuto un incontro con Giuseppe Conte? Si vuole imporre? Fra poche ore lo sapremo. Quello che invece già sappiamo è che di politici come lei e Matteo Renzi, ne abbiamo le tasche piene.
Presidente vada a vedere le loro carte, è un bluff!
Oggi, all’ora di pranzo, il Grande Giocatore è stato costretto a mostrare le sue carte in Senato.
Il suo bluff (ma davvero qualcuno c’aveva creduto che avrebbe fatto cadere il governo?) è stato visto e lui non ha avuto possibilità di rilanciare.
S’è così dovuto rimangiare tutta la burbanza con cui l’aveva proposto e ritornarsene a cuccia guaendo frasi
sconnesse e tenendo la coda tra le gambe.
Oramai i soli che ancora lo “cagano” sono i soliti giornaloni, impuri come i loro editori, che non si arrendono mai,
nemmeno di fronte alle peggiori nefandezze, e continuano a riproporci il Napoleone di Rignano in tutte le salse,
come se davvero contasse qualche cosa di più delle sue possibilità di ricatto, dopo oggi ridotte al lumicino.
"Mi piace""Mi piace"
Senatrice?
"Mi piace""Mi piace"