(Giuseppe Di Maio) – A parte il ministro Bonafede, che ha dovuto per forza leggere per circostanziare e documentare le accuse, la maggior parte dei senatori ha letto il proprio intervento. Le tesi erano così traballanti che nessuno si è fidato di proclamarle a braccio senza il conforto della scrittura. Come si sa, la letteratura è menzogna, e le parole scritte sono facilmente asservibili a geometrie strampalate e logiche fumose. Ma il Bomba, però, ha parlato senza foglio.

Il suo intervento e la sua dichiarazione di voto erano più attesi di quello del Ministro della Giustizia, per ragioni che non sto manco a spiegare. Questa era la sua occasione per dire al mondo intero che esiste e che è importante per la tenuta del governo. E’ stata l’occasione per equiparare gli attacchi al M5S e le vicende kafkiane di Bonafede a quelli di Alfano, Guidi, Lupi, Boschi, Lotti, De Vincenti, tutti casi di grave compromissione del pubblico ufficio per motivi privati e di partito.
Le sfiducie a Bonafede sono state l’apoteosi della persecuzione del Movimento, l’esaltazione dell’invenzione mediatica di incapacità e inadeguatezza di cui viene accusato. Accusa che fa parte del crescendo di aggressioni a cui è soggetto il governo da fine Gennaio. Quando l’allarme mondiale del coronavirus ha esposto tutti i governi al giudizio internazionale, oltre che a quello solito dei propri concittadini. Già da allora, gli stessi accusatori e i dubitatori di oggi screditavano e dileggiavano il governo in Italia e all’estero. E il primo di loro fu proprio il Bomba.
Non appena il covid 19 si manifestò in Lombardia, e i probi medici dello Spallanzani furono messi da parte dai telegiornali, ai due soliti urlatori contro il governo si aggiunsero i Cric e Croc del Pirellone che cominciarono ad accusare il premier d’incapacità dall’alto della loro perizia ed esperienza. Per loro l’emergenza non giustificava il sacrificio dell’economia lombarda, dunque il governo sbagliava. Dopo un paio di giorni, premevano per chiudere tutto e salvare le vite dei propri elettori, come avevano sempre detto al governo di fare.
I due consideravano la zona rossa un abuso di potere quando si chiusero i comuni intorno a Codogno, e un terribile errore del potere romano quando non si fece quella ad Alzano lombardo dopo lo scoppio dell’epidemia nel bergamasco. Intanto le conferenze stampa del premier erano la dimostrazione del suo autoritarismo e del fascismo della sua comunicazione. Finché non sorse il leit motiv della quarantena, ovvero gli aiuti del MES, che invece Conte cercava di rifilare in ogni modo agli italiani.
Ma la Lega poi non votò a Strasburgo la politica d’indirizzo per il Recovery Fund, e Fontana e Gallera aprirono le RSA ai malati di covid, invalidando con un’ordinanza l’intero sforzo della quarantena. Solo più tardi, essi stessi scoprirono che avrebbero potuto istituire una zona rossa di propria volontà. Gli aiuti di stato che nel loro iter chiamavano in causa anche le regioni, in molte di esse tardavano ad arrivare. E, mentre i loro governatori si lamentavano dei ritardi, non eseguivano le richieste come per legge avrebbero dovuto.
La pressione congiunta del patronato, delle categorie produttive danneggiate dalla quarantena, delle regioni e dei politici d’opposizione, hanno condotto al momento attuale, dove tutti costoro si sono uniti al peana e all’imprecazione del “governo ladro” interpretando e aizzando il disagio del popolo senza offrire nessuna alternativa. Mentre ci si scandalizzava per la liberazione di Silvia Romano che tornava a casa col capo coperto, oltre che con la mascherina, Giletti riesce ad apprestare una rete in cui fa cadere un cretino politico, senza che costui, ancora adesso, abbia dato un’interpretazione autentica delle parole che ha pronunciato.
Nella repubblica dei parrucchieri chiunque può dire ciò che vuole e nessuno si assume la benché minima responsabilità. Oggi una mozione di sfiducia fuori tempo e fuori luogo si associa ad un’altra assolutamente opposta, unite solo dall’interesse di far cadere il governo e di danneggiare il paese. Due indirizzi antitetici che si sono dati il voto a vicenda. Meraviglioso! Beh, anche per oggi non si ruba. Salvini ha taciuto, e la nana gialla non era in quell’aula. Ma il Bomba c’era. E, nel giorno in cui gli asini volano, tutto quello che ha portato a casa (nonostante i social siano pieni di prove e supposti scambi di poltrone), è un misero tentativo di riabilitazione del suo vecchio governo, e una rivendicazione incredibile di coscienziosità politica.
Di tutte queste mozioni non si sa se provare più vergogna o disgusto.
"Mi piace""Mi piace"
Ben detto.(Punto).
"Mi piace""Mi piace"
Hai ragione! Ma d altronde che altro avevano da discutere ..perdono tempo ns e loro per fare finta di lavorare .. pura ammuina e disgusto totale!una mandria di buffoni con in testa la sciroccata della Bonino.
"Mi piace""Mi piace"
La repubblica delle banche.
Quando si entra in una banca si ha la sensazione di essere su un altro pianeta. Ormai quasi tutto passa attraverso di loro.. Gli accorpamenti, il prestigio, le barricate elettroniche, i consigli amministrativi, persone dentro ad un altra nazione, che si chiami già mes o banca centrale europea o fondi stato o chi per loro potrebbero benissimo essere considerate a parte rispetto al mondo della gente comune. Con la speculazione, I fondi europei e statali sono divenute i paradisi in mezzo all’inferno e già l’usura prende campo, prende corpo perché le banche non danno un centesimo se non sono sicure di riavere tutto indietro. Super protezione allo schifo del mondo. Chissà se l’Italia diventerà una nuova Argentina.. Per adesso non ci sono le condizioni e speriamo che non ci siano mai.
"Mi piace""Mi piace"
“ Perché le banche non danno un centesimo se non sono sicure di riavere tutto indietro * E già !!! basta vedere le venete di Zonin, L’ Etruria della Boschi , la MPS etc.etc per averne una conferma !!! Per molti può essere, ma non per tutti !!!
Mi sa che stavolta hai preso un granchio !!! Saluti.
"Mi piace""Mi piace"