(Stefano Rossi) – Ora ho capito l’origine di tante critiche a questo governo. Il sociologo Ricolfi ha da poco fatto pubblicare il suo nuovo libro “La società signorile di massa”, dove il titolo rende bene il pensiero dell’autore.
Dopo i tanti interventi di questo governo, non per i suoi interessi, bensì per l’emergenza covid, Ricolfi sostiene che ora è spianata la strada per una politica iper statalista dove tutti noi, o la gran parte, non faremo nulla ma saremo mantenuti dallo Stato.

Alla faccia dei papponi! Ma potevano starci; ognuno è libero di pensare quello che vuole. Ma una cosa non ha spiegato il sociologo: ma che cosa mai avrebbe dovuto fare questo governo? In diverse interviste egli sostiene, senza mai nominarlo, che il Prof. Conte, non sarebbe all’altezza della situazione. Io dico che l’esperienza degli Usa e GB invece ci dice che ha fatto benissimo ed è stato non solo all’altezza ma che molti governi hanno poi copiato i suoi provvedimenti. Mentre tutti coloro che, all’inizio della pandemia, urlavano di aprire e non creare zone rosse, poi, solo dopo settimane, urlavano di chiudere tutto. Conte invece non si è mai scomposto ed ha preso decisioni.
Ci sono poi quelli che, dopo, SOLO DOPO, passata l’emergenza, cominciano a mettere il naso fuori, pontificano e criticano. Ma mica ti dicono cosa si doveva fare. Chiunque legge potrà andare a vedere l’intervista che il sociologo ha rilasciato a Huffingtonpost e farsi un’idea. Critica il governo ma non ti dice cosa bisognava fare però lascia intendere che molte aziende chiuderanno e ci saranno milioni di posti di lavoro in meno. Ma se ne guarda dal dire che lui non avrebbe chiuso nulla, che non avrebbe fatto zone rosse, che avrebbe lasciato morire chissà quante persone.
Ora, senza polemiche, ci sono due posizioni: quella di Trump, Macron e Johnson, tutto aperto e chi muore muore, salvo poi chiudere tutto quando il covid ti bussa alla porta. E coloro che bloccano tutto per salvare più vite umane consapevoli che ci saranno gravi conseguenze per l’economia anche spicciola.
Ricolfi non lo dice, sfugge, ma critica. Poi capisco. Scrive sul Messaggero il cui proprietario, Caltagirone, ha dichiarato guerra alla Raggi e al M5S per via della mancata candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Arrivata la Raggi il Messaggero scoprì tutto d’un botto che a Roma ci sono le buche, il traffico, la corruzione, l’inquinamento e, udite udite, le deiezioni canine. E spesso piove pure.
Conte, grazie a Dio, siede a palazzo Chigi grazie al M5S, questo è la sua più grave colpa senza appello. Così i conti tornano tutti. Cioè, il sociologo nulla ci dice del massacro che è avvenuto nelle RSA lombarde, nulla ci dice dell’incredibile politica di quella regione che financo ha costruito ospedali con zero pazienti ma stranamente ha evitato di utilizzare quelli già costruiti, però trova che Conte, SENZA MAI NOMINARLO, ha sbagliato tutto ed avrebbe in mente un futuro tutto statalista.
Non posso più continuare a scrivere perché ho finito le parole. Mi rimangono le parolacce!
MOLTO CONCISO , MA SPLENDIDO !
“andare a vedere ’intervista che il sociologo ha rilasciato a Huffingtonpost e farsi un’idea ….”
Per caso, c’ era pure Alessandro De Angelis a raccoglierla? Si’ ? Allora abbiamo capito tutto .
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Certo che a facce di bronzo siamo messi benissimo.
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” Tu mi dici quello che devo dire… e io lo dico.”
Parafrasando un celebre tormentone di Pino La Lavatrice (Colorado Cafè) questa frase calza come un guanto non solo a Luca Ricolfi ma a tutta la Grande Stampa che ossessivamente latra la sua avversione
per Conte e i 5S.
D’altra parte è tutta gente che “tiene famiglia”!
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Purtroppo tutti criticano, ma pochi fanno proposte concrete. Ad esempio, è chiaro a tutti che la politica economica necessaria per sostenere le imprese e l’economia sarà costosissima per l’Italia. Si pensa che sarà possibile ricorrere ancora al debito pubblico, senza sapere chi restituirà i soldi presi a prestito? Non sarebbe meglio affrontare subito il problema dei costi, chiarendo che tutti, ricchi e poveri, dovranno fare sacrifici notevoli?
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Che dire? Grande difesa dei dilettanti allo sbaraglio
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Un mare di luoghi comuni, un mare di parole per dire nulla.
La sociologia era una bellissima materia fino a quando non si è piegata alle necessità del mercato, fino a quando non è servita alla pubblicità al servizio dei consumi più spinti, facendo le analisi per una conclusione all’arrovescio che invece di essere di aiuto all’umanità, ha gettato le fondamenta per asservirla e renderla schiava dei prodotti usa e getta, dei supermercati, divenuti luoghi per passeggi domenicali, dell’economia che di sociologico ha solo l’interpretazione arbitrale di cifre.
Una sociologia che si rispetti analizza per migliorare, per rendere le persone libere dai gioghi espliciti dei luoghi falsi a quelli impliciti e subdoli della realtà virtuale, che condizionano oltre misura l’agire e il pensare.
Se le discipline sono serve del potere possono servire sono a quest’ultimo e non a chi il potere lo subisce, inoltre perdono completamente gli universali che caratterizzano il volo e contemplano atti di ribellione quanto di rivalsa contro l’asservimento, da sempre e per sempre, putrida piaga di ruffianesimo elevato all’ennesima potenza.
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